La città è sfinita: siamo nel caos
PIOMBINO 3 marzo 2014 — Ora basta, la città è sfinita nell’inseguire soluzioni per la siderurgia locale che non sappiamo da che parte ci portino. Dietro l’angolo c’è la tragedia di migliaia di persone che rischiano il posto di lavoro e con loro una comunità intera. La realtà è che l’acciaio significa Piombino, ma significa anche altre realtà italiane, ed in una logica di compensazione legata alle quote ed ad altre questioni europee ed internazionali, potrebbe voler dire dare ad una parte per togliere all’altra e viceversa. Questo forse è uno dei motivi per cui ad alti livelli si occupano di questa vicenda con poca enfasi, per non utilizzare una parola più forte. Certamente il tutto è stato gestito male, invece di usare la cautela dovuta, come dovrebbe essere per vicende di questo genere, si è cercato il clamore. Lettere e contro lettere, dichiarazioni e contro dichiarazioni, non è un modo autorevole per perseguire un obbiettivo, un tempo il tutto avveniva fra quattro mura e solo a cose fatte se ne sapeva l’esito. Oramai il sentore è che siamo in balia del caos più totale e non si riesca a trovare il bandolo della matassa. Lo si evince dal fatto che le forze politiche locali si nascondano dietro le prossime amministrative ed in particolare il principale partito, troppo concentrato sulle primarie, sui futuri assetti interni e troppo timorosi per parlare di possibile chiusura imminente dell’altoforno per carenza di risorse, se non saranno reperibili. Non è più il momento della tattica, la politica locale, e non solo, rischia di subire uno tzunami di dimensioni mai viste, se non si arriverà a breve ad avere una qualche certezza sul futuro della siderurgia piombinese. L’offerta degli arabi sta assumendo contorni poco chiari, o perlomeno tali si vogliono far sembrare, a questo punto non servono alibi, bensì atti concreti che permettano di fare chiarezza in un senso o in un altro. I finanziamenti per operazioni di questo tipo non si trovano sotto il tappeto, lo sappiamo bene, ma neanche si può sperare che cadano dal cielo: se ci sono garanzie si mettano sul tavolo e si proceda in tal senso, visto che oramai si è scelto di giocare a carte scoperte. L’acciaio si usa per fare le armi e con le armi si fa la guerra, pertanto è facile immaginare che interessi ruotino attorno a questo settore. Per questo motivo i vertici del paese, invece di rimanere nell’ambito delle firme dei protocolli d’intesa, svolgano il loro ruolo di diplomazia e di garanzia istituzionale, questo è ciò che gli chiediamo, non promesse o dichiarazioni d’intenti che sappiamo bene che non potranno mantenere per oggettivi limiti normativi. Continueremo come sempre ad essere dalla parte dei lavoratori, delle loro famiglie e di tutti i cittadini di Piombino, pensando esclusivamente al bene comune, per noi tutto il resto è solo fuffa.
Luigi Coppola