La crisi istituzionale e politica della Val di Cornia
In Val di Cornia si è aperta una profonda crisi istituzionale, conseguenza della fine delle politiche di area e del fallimento degli obiettivi programmatici del PD, che fin dal 2009 aveva dichiarato di realizzare il Comune unico all’Elba e l’Unione dei Comuni in Val di Cornia. Né l’uno né l’altra si sono realizzati, anzi è rimasto sul terreno un cumulo di macerie. Dopo il referendum dell’Isola d’Elba che ha bocciato il comune unico, si prospetta un’altra debacle sul progetto di fusione Campiglia-Suvereto, che penalizzerebbe gravemente il Comune di Suvereto, decretando la scomparsa di una delle migliori realtà locali della Toscana.
La proposta di fusione Campiglia-Suvereto, la scelta di Piombino di abbandonare la provincia di Livorno per passare in quella di Grosseto, l’intesa tra San Vincenzo, Sassetta e Castagneto per le funzioni associate sono tutti aspetti che infrangono gli ambiti ottimali stabiliti dalla legge regionale 68 e che rappresentano altrettanti macigni sulla strada della ricostruzione di una coerente politica di area per assicurare servizi ai cittadini e opportunità ai territori. La crisi istituzionale è diventata anche crisi politica: il dibattito su questi temi sta mettendo a dura prova addirittura la leadership del Partito democratico, stretta tra la prepotenza di alcuni sindaci (Piombino, Campiglia, Suvereto), che vorrebbero a tutti i costi la fusione e il trasferimento di provincia, e le perplessità di alcune segreterie, a partire da quella di Federazione, e di altri sindaci (San Vincenzo, Sassetta) che invece lavorano giustamente per mantenere l’autonomia comunale pur collaborando con i comuni limitrofi. Da segnalare anche una incredibile discrasia tra il pd nazionale, che con 80 deputati ha presentato alla Camera un disegno di legge per la tutela e la valorizzazione dei comuni sotto i 5000 abitanti, mentre a livello locale lo stesso partito vuole chiudere il Comune di Suvereto.
Noi pensiamo che di fronte a scelte così rilevanti, che cambierebbero per molto tempo l’assetto istituzionale della zona, con conseguenze imprevedibili per i diritti dei cittadini, sia necessaria una pausa di riflessione, ripartendo dalla necessità di costruire un governo di area basato sul concetto “autonomi e insieme”, cioè salvaguardando le autonomie comunali e sviluppando la capacità di lavorare in collaborazione per l’esercizio delle funzioni amministrative e la gestione dei servizi.
Raccogliamo perciò le perplessità sollevate dal Segretario della Federazione del PD e peraltro in linea con quanto espresso dal nostro capogruppo al Comune di Piombino in occasione del voto sulla richiesta di cambio di provincia e chiediamo quindi di bloccare le procedure in corso per la fusione dei comuni e per il cambio di provincia, per affrontare la questione istituzionale in modo trasparente e partecipato tramite i programmi elettorali per le elezioni amministrative che si terranno nel 2014.
Questo consentirebbe, invece di sventolare specchietti per le allodole, di concentrarsi sui problemi reali di un’area vasta che comprende anche l’Elba e che sono la grave crisi economica e industriale, l’aumento conseguente dell’area del disagio e delle povertà, la diminuzione dei sevizi a cominciare dalla sanità e lo sviluppo dei Porti di Piombino, Portoferraio e Rio Marina questioni da affrontare tutti insieme. Perché prendere decisioni non programmate e così impegnative con le amministrazioni locali a fine mandato? Sarebbe irresponsabile e avvantaggerebbe soltanto qualche sindaco.
Partito della Rifondazione Comunista Federazione Piombino — Val di Cornia — Elba