La diciannovesima mossa contro l’agricoltura
CAMPIGLIA 16 maggio 2014 — L’agricoltura italiana rappresenta un settore strategico del nostro paese, ricca di storia e tradizioni, fondamentale per molti settori enogastronomici di cui andiamo fieri nel mondo.
In questi anni sta affrontato grandi sacrifici sia per il crollo dei prezzi e dei consumi, che per le scelte imposte dal susseguirsi dei governi.
Il nuovo governo a guida Renzi, consapevole dell’importanza di questo comparto, che impiega e coinvolge milioni di persone, è intervenuto il 9 Aprile al Vinitaly di Verona, mettendo in campo un’iniziativa assieme al Ministro dell’Agricoltura detta “campo libero” per il rilancio del settore agroalimentare in 18 mosse.
I temi principali sono, priorità alla sburocratizzazione, competitività sul lavoro, semplificazioni, sicurezza, tutti punti condivisibili di cui si parla da diverso tempo tra gli addetti ai lavori, ma che rimangono sempre tra i buoni propositi dei congressi.
A questa lodevole iniziativa, non è seguito nulla nella direzione sbandierata al Vinitaly, al contrario il 24 Aprile, è stato approvato il decreto 66/2014 titolato “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale” meglio conosciuto e diffuso dalla stampa come decreto irpef degli 80€, nel quale vengono introdotte misure per il comparto agricolo, che vanno nel verso opposto ai buoni propositi di pochi giorni prima.
Oltre all’ampliamento dei soggetti che dovranno versare l’imu sui terreni e sui beni strumentali, viene tassata la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, considerando il reddito non più su reddito agrario, bensì sul 25% dei corrispettivi soggetti ad iva, gia dal 2014.
Prima l’attività di produzione di energia ottenuta da fonti rinnovabili rientrava tra le attività connesse all’agricoltura, producendo reddito agrario, ora si cambia strada.
“Il reddito è determinato applicando all’ammontare dei corrispettivi delle operazioni soggette a registrazione agli effetti dell’imposta sul valore aggiunto, il coefficiente di redditività del 25 per cento“
Questo significa un notevole aumento di imposte a tutte le aziende agricole, che stanno già soffrendo da parecchi anni la crisi, con particolare inasprimento verso chi ha deciso di investire nel settore delle energie rinnovabili quando le regole dello Stato erano decisamente diverse, con una definita quota di rischio.
Qui non stiamo parlando di multinazionali che hanno investito in campi fotovoltaici od eolici, qui siamo di fronte ad aziende agricole ed allevamenti che hanno deciso per investimenti (solare, eolico, biogas, e da fonti agricole e forestali) con rientro di capitale oltre i dieci anni, con finanziamenti dalle banche garantiti dal contributo del Gse, accollandosi tutto il rischio d’impresa, non potendo contare su alcun ammortizzatore sociale.
Mentre nei media si parla se bastino o meno 80€ per fare la spesa e chi ne ha diritto, nel silenzio più assordante degli schieramenti politici e dei sindacati, gli agricoltori sono chiamati all’ennesimo sacrificio, senza che si parli della diciannovesima mossa del Governo.
Emanuele Bozzo, candidato consigliere lista Comune dei Cittadini