La discarica deve terminare con il cono rovescio

· Inserito in Teoria e pratica

PIOMBINO 18 luglio 2019 — Il Tir­reno del 17 luglio 2019, sot­to un bel tito­lo dei suoi (“Tut­to fer­mo, seri rischi di ricadute ambi­en­tali”) riferisce che sec­on­do i lavo­ra­tori di RIMa­te­ria “l’attività indus­tri­ale è par­al­iz­za­ta, qua­si tut­ti i 46 lavo­ra­tori sono in ferie forzate” per­ché si è in atte­sa “dell’autorizzazione da parte del­la Regione per l’uso del cosid­det­to cono rovescio”.
Bene, ci teni­amo a pre­cis­are che è ormai cosa nota che non è per ques­ta ragione che la dis­car­i­ca è par­al­iz­za­ta: la Regione ha già rilas­ci­a­to l’Autorizzazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale (AIA) lo scor­so 19 aprile e se RIMa­te­ria avesse attua­to le pre­scrizioni che accom­pa­g­nano ogni AIA a quest’ora avrebbe già potu­to com­in­cia­re ad accogliere i con­fer­i­men­ti nel cono rovescio.
Per­ché non sono state attuate le pre­scrizioni date dal­la Regione? Ques­ta doman­da andrebbe riv­ol­ta ai diri­gen­ti del­la SpA. Abbi­amo il sospet­to che siano gli stes­si motivi per cui la dis­car­i­ca con­tin­ua a lavo­rare fuori nor­ma ormai da molti, trop­pi anni: tirare fuori meno sol­di pos­si­bile e comunque far­lo il più tar­di pos­si­bile, anche quan­do si deve adem­piere alle pre­scrizioni. Se invece fos­se la Regione, per qualche incom­pren­si­bile moti­vo, ad impedire i con­fer­i­men­ti nel cono rovescio, questo andrebbe sen­za dub­bio dichiara­to e moti­va­to.
Per aiutare chi legge a dis­tri­car­si in ques­ta com­pli­catis­si­ma vicen­da, for­ni­amo un breve riepi­l­o­go:

  • il “cono rovescio” fa parte del­la “4 Vari­ante alle opere di chiusura del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano”, già autor­iz­za­ta con apposi­ta VIA ed AIA dopo che era­no state accolte alcune delle nos­tre osser­vazioni sul prog­et­to che mira­vano a diminuire l’impatto odor­igeno (sono sta­ti infat­ti autor­iz­za­ti solo rifiu­ti a bas­so con­tenu­to putresci­bile) e ad esclud­ere l’amianto com­pat­to;
  • abbi­amo sem­pre chiesto che questi spazi venis­sero uti­liz­za­ti per accogliere quan­to di non rici­cla­bile fos­se sta­to prodot­to dalle boni­fiche del SIN di Piom­bi­no;
  • l’azienda ave­va dichiara­to che, gra­zie a queste opere, sarebbe sta­to pos­si­bile:
  • rip­i­anare il deb­ito ASIU,
  • rilan­cia­re la TAP (per trasfor­mare i rifiu­ti siderur­gi­ci in con­glomix),
  • fornire spazi di dis­car­i­ca per le boni­fiche del SIN,
  • met­tere final­mente a nor­ma la dis­car­i­ca, che man­ca­va dei pre­si­di fon­da­men­tali,
  • in realtà gli uni­ci obi­et­tivi che si sono vera­mente perse­gui­ti sono sta­ti quel­lo di assi­cu­rare utili ai soci pri­vati e la qua­si estinzione del deb­ito ASIU. Infat­ti la TAP non è sta­ta riat­ti­va­ta, i lavori di mes­sa a nor­ma sono ben lon­tani dall’essere com­ple­tati, la dis­car­i­ca ha accolto solo rifiu­ti prove­ni­en­ti da altre regioni ital­iane.

Con il riem­pi­men­to del cono rovescio (140.000 metri cubi) il prog­et­to del­la 4 Vari­ante sarà con­clu­so. Intan­to i dis­a­gi provo­cati dai mias­mi che si lib­er­a­no dal­la dis­car­i­ca non cop­er­ta con­tin­u­ano ad essere insop­porta­bili per tut­ta la cit­tad­i­nan­za.
Ma tor­ni­amo all’impossibilità di con­ferire rifiu­ti nel cono rovescio: non cre­di­amo asso­lu­ta­mente che ques­ta dipen­da da una “inadem­pien­za” del­la Regione, che fino­ra ha fat­to i salti mor­tali per con­cedere alla SpA RIMa­te­ria tut­to quan­to nec­es­sario (deroghe, pro­roghe e agevolazioni varie) ad assi­cu­rar­le una ragionevol­mente ser­e­na soprav­viven­za. Quin­di il moti­vo va cer­ca­to altrove. Dove? Molto prob­a­bil­mente nel non rispet­to da parte di RIMa­te­ria di qual­cu­na delle pre­scrizioni col­le­gate all’AIA.
Non ci è dato di sapere con certez­za di quale pre­scrizione si trat­ti, ma… potrebbe essere una poliz­za fideius­so­ria da pagare? Molto, molto prob­a­bile. E per­ché non viene paga­ta? Per­ché tenere i lavo­ra­tori sul­la cor­da, gio­can­do sul­la loro pau­ra di perdere il lavoro? Per­ché fer­mare tut­to e paventare peri­coli san­i­tari inesisten­ti, vis­to che la dis­car­i­ca deve con­tin­uare ad essere pre­sidi­a­ta? Per­ché paventare ulte­ri­ori ritar­di nei lavori di mes­sa a nor­ma?
Forse, ma dici­amo forse, per avere impor­tan­ti ele­men­ti di ricat­to e costrin­gere la cit­tà a non oppor­si al nuo­vo prog­et­to di ampli­a­men­to, la cui VIA è in fase con­clu­si­va.
Se questo fos­se l’intento dei diri­gen­ti del­la SpA, sap­pi­ano che il Comi­ta­to ha le idee chiare: la dis­car­i­ca si deve fer­mare con la 4 vari­ante, non devono essere con­ces­si altri spazi oltre al cono rovescio. La cit­tà non è più dis­pos­ta a cedere al ricat­to, né a scen­dere a com­pro­mes­si: anche accettare “solo” il rial­zo del­la ex-Luc­chi­ni (che sig­ni­ficherebbe con­fer­i­men­ti per altri 4 o 5 anni) cos­ti­tuirebbe un com­pro­mes­so che non farebbe che spostare in avan­ti il prob­le­ma, che tornerebbe a ripresen­tar­si tale e quale nel momen­to in cui quei nuovi spazi fos­sero esauri­ti. Per­ché altri­men­ti Navar­ra e Unire­cu­peri si stareb­bero sbranan­do in Tri­bunale per aggiu­di­car­si le quote azionar­ie?
E a propos­i­to di Navar­ra e Unire­cu­peri: per il rin­no­vo del­la fideius­sione dovreb­bero tirar­li fuori loro, i sol­di. E mag­a­ri stan­no facen­do capire che sen­za avere la certez­za di pot­er con­tare su tutte le nuove autor­iz­zazioni per i nuovi spazi il gio­co non var­rebbe la can­dela e potreb­bero davvero decidere di abban­donare l’affare RIMa­te­ria.
Già: abban­donare RIMa­te­ria.
Ve lo ricor­date il dirit­to di reces­so entro dicem­bre 2019? Noi sì.
E cosa suc­ced­erebbe se se ne andassero? Sec­on­do noi non sarebbe un dram­ma, anzi: potrem­mo final­mente met­tere in sicurez­za l’area delle dis­cariche esisten­ti.
Ci spi­ace dover­ci muo­vere così, nel reg­no delle ipote­si, d’altra parte non abbi­amo mol­ta scelta: ques­ta situ­azione non era sta­ta annun­ci­a­ta né nell’ultima assem­blea men­sile orga­niz­za­ta da RIMa­te­ria (a cui sem­pre parte­cip­i­amo) né dal sin­da­co nell’incontro che abbi­amo avu­to con lui soltan­to pochi giorni fa.
C’è bisog­no di più trasparen­za: solo conoscen­do la reale situ­azione del­la SpA RIMa­te­ria la cit­tà potrà rispon­dere all’appello fat­to dai suoi lavo­ra­tori (che chiedono sol­i­da­ri­età) e allo stes­so tem­po cer­care garanzie per le boni­fiche e la dife­sa del ter­ri­to­rio.
Com­pren­di­amo i lavo­ra­tori, che da trop­po tem­po stan­no facen­do i salti mor­tali per cer­care di rime­di­are a tutte le man­canze del­la diri­gen­za e stan­no suben­do tutte le scelte sbagli­ate da ques­ta fat­te nel cor­so degli anni. Per loro dovran­no essere messe a pun­to adeguate tutele per le quali siamo pron­ti a bat­ter­ci, ma non pos­si­amo appog­gia­re un prog­et­to indus­tri­ale che non ha alcun rap­por­to con le boni­fiche, né col rilan­cio del­la siderur­gia, che tende soltan­to a far fare prof­it­to ai pri­vati e con­tribuirà a ren­dere Piom­bi­no un polo nazionale per il trat­ta­men­to, lo stoccag­gio, la spedi­zione dei rifiu­ti spe­ciali peri­colosi e non peri­colosi.
Quin­di rib­a­di­amo la nos­tra posizione: la dis­car­i­ca non deve ampli­ar­si nem­meno di un altro metro cubo: deve ter­minare con il cono rovescio, i cui spazi van­no ris­er­vati alle boni­fiche.
Questo non sig­nifi­ca la fine di RIMa­te­ria, ma il suo reind­i­riz­zo ver­so l’attività di bonifi­ca.

Comi­ta­to Salute Pub­bli­ca Piom­bi­no Val di Cor­nia

 

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