La favola della discarica funzionale alle bonifiche
SUVERETO 21 febbraio 2019 — La questione della discarica di RIMateria oggetto di discussione da ormai molti mesi ha evidenziato alcuni fattori sostanziali.
La perfetta incapacità di gestione delle società partecipate dovute negli anni a scelte infelici frutto di accordi di partito più che di competenze degli amministratori.
Infatti Asiu, società nata per la gestione del rifiuto solido urbano di sei Comuni con le entrate legate alla bollettazione e con un impianto di proprietà, non doveva creare un buco di bilancio così esagerato che è divenuto la madre di tutti i mali di questa storia.
Si è poi creata con la negazione del referendum popolare una distanza abissale tra il partito di governo, i suoi rappresentanti e la cittadinanza, che prima sommessamente poi sempre più vigorosamente ha chiesto di fermare la macchina avviata e confrontarsi per trovare soluzioni congiunte.
La mancanza totale di strategie a lungo termine per Piombino e il territorio tutto ha generato una situazione per la quale, per tappare file alle di bilancio, si è fatto ricorso a soluzioni rapide che però avrebbero condizionato e condizioneranno il futuro prossimo della zona, oltretutto aprendo le porte ad aziende private che fanno del business dei rifiuti, spesso anche in maniera disinvolta (purtroppo le cronache così raccontano), la loro ragione di essere.
La discarica andava chiusa e tombata nel momento in cui ha cessato la sua funzione a servizio della comunità come luogo di smaltimento dei rifiuti urbani della Val di Cornia, i dipendenti di Asiu dovevano essere tutti trasferiti nel nuovo ambito, così come da accordi iniziali e come hanno fatto tutti i Comuni proprietari di aziende proprie nel momento in cui sono confluiti in ATO SUD ed hanno trasferito il personale in Sei Toscana.
Piombino e il territorio circostante hanno bisogno di strategie per rinascere e non di una voragine da riempiere di scarti prodotti altrove. La favola della discarica funzionale alle bonifiche non regge a meno che non si stipuli subito un accordo con la Stato attraverso il quale questo versi i milioni di euro necessari per iniziare gli smantellamenti delle aree fuori dal perimetro Aferpi.
Una discarica tra le più grandi d’Europa è una scelta industriale che condiziona l’immagine e lo sviluppo di un paese e quindi il PD deve avere il coraggio di scendere in piazza e rivendicare tale scelta come strategica, come loro visione della Val di Cornia e smetterla di nascondersi dietro un dito.
Sono fermamente convinto che questa operazione debba essere fermata o arginata il più possibile e sono convinto soprattutto che il popolo è sovrano.
Da amministratore ho imparato che non ascoltare i cittadini porta sempre conseguenze disastrose.
Per questo sabato 23 febbraio io, la mia famiglia, la Giunta di Suvereto ed Assemblea Popolare saremo in piazza a Piombino per dire no ad un futuro che non ci appartiene, un futuro che limita le potenzialità della Val di Cornia e soprattutto di Piombino, città piena di storia, di arte, cultura e natura, che non può e non deve essere sepolta sotto una montagna di rifiuti.
(Foto di Pino Bertelli)