La fusione di soli due Comuni non basta
“Anche a livello di consiglio regionale abbiamo espresso, grazie alla Capogruppo Sgherri, la non condivisione di fusioni parziali e sconclusionate e non omogenee come quelle di soli due comuni di un area, come nel caso fra le altre di quella di Suvereto e Campiglia.” Così Alessandro Favilli, segretario della federazione di Piombino Val di Cornia di Rifondazione Comunista.” Monica Sgherri, capogruppo in Regione di Federazione della Sinistra – Verdi” ricorda infatti come abbia espresso (pur non potendo essere in aula al momento del voto) “questa posizione con chiarezza nel comunicato a seguito della discussione in aula di numerose proposte di avvio iter per la fusione di Comuni, martedì scorso, in coerenza per altro con quanto sostenuto anche nel consiglio precedente, quando si erano affrontate fusioni di comuni quali San Piero a Sieve e Scarperia. In quel comunicato – ricorda Sgherri — esordivo affermando che non ci piacciono i matrimoni di solo interesse. Non ci convince quindi come sono state portate le proposte di fusione dei Comuni che sono giunte oggi in aula”. “Sottolineo quindi – prosegue Sgherri – come una riforma così importante dei dimensionamenti comunali – capace di tenere insieme rappresentanza, rappresentatività, identità culturali oltre che aspetti di risparmio – avrebbe dovuto vedere la Regione promuovere un progetto di riforma a tutto campo che valorizzasse e partisse proprio dalle identità culturali e territoriali, quindi armonico per un intera area, da condividere con tutti i comuni. Così da non veder arrivare mini riforme del tutto parziali, casuali, farraginose e avulse dal contesto dove andrebbero ad inserirsi, come anche nel caso della sola fusione di Campiglia e Suvereto.” Alessandro Favilli, conseguentemente, sottolinea “come questa posizione chiara – e reiterata nel tempo — faccia emergere che, se sono assolutamente condivisibili le motivazioni che hanno portato il Consigliere FdS Verdi in Regione Paolo Marini ad un voto contrario solo alle delibere – fra tutte quelle all’attenzione del Consiglio Regionale martedì scorso — per la fusione dei due Comuni della Lunigiana, siamo di fronte ad un voto certo assolutamente legittimo ma parziale e quindi personale.” Siamo di fronte – conclude Favilli – ad una mancanza di un principio generale che doveva essere indicato a livello regionale e condiviso poi con i territori, una riforma armonica che non c’è e i cui esiti sono quindi negativamente conseguenti e che non potranno essere certo raggiunti un pezzo alla volta, cominciando dalla fusione di due soli Comuni”
Partito della Rifondazione Comunista Piombino — Elba — Val di Cornia