La gerontocrazia uccide le speranze di noi giovani”

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Niccolò Pini

Diven­ta sem­pre più impor­tante ascoltare le opin­ioni dei gio­vani che, osser­van­do la quo­tid­i­an­ità polit­i­ca con smar­ri­men­to e spes­so con rab­bia, ci offrono una visione del­la realtà asso­lu­ta­mente da non sot­to­va­l­utare. Ne fa fede l’in­ter­vista con tre stu­den­ti uni­ver­si­tari che ci descrivono  il loro approc­cio al voto.

Michele, Facoltà di Scien­ze matem­atiche — Infor­mat­i­ca dell’ Uni­ver­sità di Pisa

Come vivi ques­ta con­sul­tazione elettorale?
Per­sonal­mente la vivo male. Cre­do che la rab­bia mista alla rasseg­nazione iden­ti­fi­ca molto bene il sen­ti­men­to di molti gio­vani come noi che sono costret­ti a vedere un’imperante e impo­nente geron­tocrazia, da anni, che sta dis­truggen­do il nos­tro futuro, le nos­tre sper­anze, e ci las­cia solo il ricor­do di quel mer­av­iglioso paese che era l’Italia a cav­al­lo tra gli anni 60 e 70. Cre­do che per un gio­vane come me, al giorno d’oggi, la cosa più dif­fi­cile sia iden­ti­fi­car­si in qualche par­ti­to o in qualche ide­olo­gia. Pre­mes­so che non sono d’accordo né con chi dice che la polit­i­ca fa schi­fo (per me la polit­i­ca, in una democrazia, dovrebbe essere una delle più alte forme di comu­ni­cazione e inter­azione dell’uomo), né con chi rimane attac­ca­to ad ide­ali di quar­an­t’an­ni fa e deve fare il riv­o­luzionario di turno o il cam­er­a­ta di turno, dico che cer­care una moti­vazione al voto è diven­ta­to sem­plice­mente un “votare con­tro qual­cuno o qual­cosa”. Io cre­do che la polit­i­ca abbia per­so i con­tat­ti con la realtà. O meglio i nos­tri politi­ci, da una trenti­na d’anni a ques­ta parte, si sono costru­iti un castel­lo d’oro in cui stan­no dis­truggen­do una, due, tre gen­er­azioni. Io vor­rei sem­plice­mente gente seria, traspar­ente e che voglia bene al Paese e si pren­da la briga di togliere questo tap­po che dal­la fine degli anni 80 sta bru­cian­do tut­to quel­lo che di buono ave­va­mo costru­ito. Soprat­tut­to che la polit­i­ca geron­to­crat­i­ca ital­iana ci las­ci final­mente un po’ più di spazio, ascolti noi gio­vani, inizi a capire che siamo noi l’unico motore pul­sante per ripar­tire, vis­to che la genial­ità ital­iana, famosa a suo tem­po in tut­to il mon­do, non è che non esiste più, è sta­ta sof­fo­ca­ta soprat­tut­to da vent’anni da una destra che di destra non ave­va nul­la, di lib­erale non ave­va nul­la, ma che è sem­plice­mente lo stru­men­to per creare un eserci­to di lobot­o­miz­za­ti e gente che crede solo nel mito del sol­do facile. E i nodi, ora, ven­gono al pet­tine. Anche se il lavoro di manipo­lazione fat­to sui media è sta­to dev­as­tante e sem­bra che alcu­ni ital­iani ci caschi­no sem­pre. Ques­ta è la mia visione del­la polit­i­ca attuale. Un esem­pio con­clu­si­vo: in Inghilter­ra un politi­co rischia la car­ri­era e la galera per non aver paga­to una mul­ta. A voi il paragone con i nos­tri politi­ci e col sen­so civi­co che, purtrop­po, in Italia non abbi­amo forse mai avu­to.

 Pri­marie e trasparen­za nei par­ti­ti, qual’è la situ­azione ital­iana sec­on­do te?
Le pri­marie sono state un bel momen­to di polit­i­ca e con­fron­to, a mio giudizio. Quan­do si vede in un par­ti­to un pò di movi­men­to di idee che si scon­tra­no, si con­frontano, col­li­dono per poi alla fine ritrovar­si su prin­cipi comu­ni, con­di­vis­i­bili o meno, è un fat­to pos­i­ti­vo. Almeno c’è sta­to un ten­ta­ti­vo di far vedere agli ital­iani che un altro tipo di polit­i­ca è pos­si­bile, dopo anni di “icono­grafia polit­i­ca”, di “cul­to dell’immagine del supe­ruo­mo politi­co”. I rifer­i­men­ti non sono casu­ali, ovvi­a­mente. Purtrop­po la trasparen­za nei par­ti­ti, in tut­ti i par­ti­ti, rimane un grosso prob­le­ma e con ques­ta legge elet­torale dif­fi­cil­mente si potran­no non con­tin­uare a vedere fac­ce che dovreb­bero essere in aule di tri­bunali. Come si può accettare che in Par­la­men­to ci sia un tas­so di pre­scrit­ti, con­dan­nati, inda­gati e cor­rot­ti che ormai al giorno d’oggi non han­no neanche più la ver­gogna di nascon­der­si (vedi il caso Cosenti­no). Purtrop­po questo è un grosso prob­le­ma, trasver­sale a molti par­ti­ti. Poi ovvi­a­mente c’è chi nel­la “mafia” ha pos­to le pro­prie radi­ci di par­ti­to.

C’è una cor­sa ad andare in Tv ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si davvero che i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si pre­sen­terà alle lezioni?
La cor­sa ad andare in Tv e in gen­erale su tut­ti i media è una cosa nor­male in cam­pagna elet­torale. Il prob­le­ma sta nell’equità del tem­po spe­so da quel politi­co di quel par­ti­to. Ci deve essere un’uniformità di tem­po, una dis­tribuzione di pre­sen­ze che non favorisca sem­pre i prin­ci­pali par­ti­ti politi­ci. Cre­do che anco­ra oggi i media siano deter­mi­nan­ti per il risul­ta­to elet­torale. Ma cre­do anche che sia nor­male e non ci vedo nul­la di male, a pat­to che poi la gente conosca un min­i­mo i pro­gram­mi di chi par­la in Tv o nei gior­nali. Ci deve essere un riscon­tro tra quel­lo che si dice e quel­lo che si vor­rebbe fare. Soprat­tut­to un elet­tore dovrebbe ricor­dar­si anche cosa è sta­to fat­to da quel par­ti­to che ha gov­er­na­to. Molto spes­so sem­bra che la nos­tra memo­ria sia tal­mente cor­ta che ad ogni elezione ci dimen­tichi­amo delle promesse fat­te e (non) man­tenute.

Hai fidu­cia nel­la tua gen­er­azione, se al pos­to dei sen­a­tori e dep­u­tati che ver­ran­no elet­ti alle prossime elezioni ci fos­sero ragazzi e ragazze del­la tua gen­er­azione ti sen­tiresti meglio rap­p­re­sen­ta­to?
Ho total­mente fidu­cia nel­la mia gen­er­azione. Se non l’avessi forse me ne sarei già anda­to. Ma mol­lare l’osso sen­za aver un min­i­mo “lot­ta­to” per il mio Paese non rien­tra nel mio carat­tere. Cre­do che anche il mito che “all’estero è meglio” sia un po’ da sfatare. Soprat­tut­to per­ché l’El Dora­do non esiste al giorno d’oggi e cre­do che all’Italia basterebbe vera­mente poco per risoll­e­var­si. Il prob­le­ma è appun­to ques­ta geron­tocrazia dif­fusa in ogni ambito, non solo politi­co. In molti set­tori la mer­i­tocrazia non esiste (in questo all’estero sono decisa­mente su un altro piane­ta), e se guardiamo, per esem­pio, l’età media dei nos­tri politi­ci, ammin­is­tra­tori di gran­di aziende, pro­fes­sori uni­ver­si­tari etc.. ci accor­giamo di quan­to quel­la gen­er­azione sia un tap­po per il paese e per le gen­er­azioni future. Con questo però, non sono d’accordo con chi vuole rot­ta­mare tut­to e tut­ti. O chi pen­sa che la polit­i­ca deb­ba diventare una democrazia diret­ta. Per me sarebbe una cosa che nel giro di poco porterebbe forse mol­ta più gente incom­pe­tente lad­dove neces­si­ti­amo di gente seria e prepara­ta. Il dis­cor­so è da una parte di svec­chi­a­men­to sì, ma dall’altra di capac­ità. E soprat­tut­to ricor­diamo­ci, che la polit­i­ca non deve essere un mestiere, ma un’arte, una vocazione. Per quel­lo con­cor­do col fat­to che dopo poche leg­is­la­ture deve esser­ci un ricam­bio auto­mati­co. Altri­men­ti le radi­ci, dal­la poltrona, gli ital­iani non le stac­cano mai.

Da cosa dipen­derà mag­gior­mente il tuo voto: dal pro­gram­ma, dal­la fidu­cia nel can­dida­to, dal par­ti­to che rap­p­re­sen­ta?
Come ho det­to in prece­den­za, se anco­ra oggi dob­bi­amo votare “per­ché ven­go da una famiglia di destra o di sin­is­tra” con­tinuiamo a non cam­biare asso­lu­ta­mente nul­la. Ragio­nan­do come i tifosi di cal­cio non servirà a niente. Ovvi­a­mente ognuno ha i pro­pri ide­ali di rifer­i­men­to che met­tono le radi­ci sicu­ra­mente nel pas­sato, però tro­vo stu­pido non leg­ger­si almeno i veri pro­gram­mi dei par­ti­ti, inter­es­sar­si anche a visioni e pun­ti di vista diver­si e poi trarne le dovute con­seguen­ze. Direi che la conoscen­za almeno dei pro­gram­mi sia basi­lare, anche se molti non lo faran­no per­ché “è fati­coso”. Però poi non ci lamen­ti­amo se non cam­bia nul­la. Cre­do inoltre che il mio voto si baserà molto su quan­ta gius­tizia sociale ci sarà nei vari pro­gram­mi. Mi sono rot­to dei soli­ti ric­coni eva­sori fis­cali che non pagano mai e che vivono prati­ca­mente alle nos­tre spalle. Mi sono stan­ca­to dell’aumento del­la povertà in con­trasto con gli enor­mi costi del­la polit­i­ca e degli sprechi enor­mi delle varie ammin­is­trazioni region­ali, provin­ciali e comu­nali. Il mio voto si baserà molto non tan­to su chi promette mari e mon­ti, ma su chi mi con­vince di vol­er bene a questo paese, dopo anni in cui i sor­risi fin­ti era­no quel­li che mascher­a­vano una crisi cres­cente. Sono molto inde­ciso (sal­vo che per due par­ti­ti che non voterò di sicuro) e fon­da­men­tal­mente il mio voto dipen­derà anche da quan­to mi pos­sa sen­tire con la coscien­za a pos­to o meno dopo la croce su quel­la sche­da.

Gia­co­mo, stu­dente del cor­so di Lau­rea Spe­cial­is­ti­ca in Relazioni Inter­nazion­ali del­la Facoltà di Scien­ze Politiche del­l’U­ni­ver­sità di Pisa

Tra poche set­ti­mane ci saran­no le elezioni nazion­ali sen­ten­do gli umori dei gio­vani si rac­col­go­no opin­ioni che van­no dal­lo spae­sa­men­to, alla rab­bia, alla rasseg­nazione. Tu come le vivi?
Direi che pro­vo le prime due sen­sazioni soprac­i­tate. Par­lerei anche di frus­trazione ed impoten­za. Rasseg­nazione, no. Rasseg­nazione vuol dire com­plic­ità. E non mi riferisco esclu­si­va­mente alla classe polit­i­ca; le mie parole sono soprat­tut­to ind­i­riz­zate alla soci­età civile, agli elet­tori ital­iani. È dal bas­so che si riparte.

Pri­marie e trasparen­za nei par­ti­ti, qual’è la situ­azione ital­iana sec­on­do te?
Premet­to che il mio è un parere tec­ni­co incen­tra­to sull’aspetto pro­ce­du­rale che ha carat­ter­iz­za­to la recente espe­rien­za delle elezioni pri­marie del Par­ti­to Demo­c­ra­ti­co indipen­den­te­mente da quel­lo che può essere l’elemento del coin­vol­gi­men­to degli elet­tori nel­la vita polit­i­ca tan­to dibat­tuto nell’opinione pub­bli­ca.
Riten­go che tali elezioni siano state una mera oper­azione di fac­cia­ta gra­va­ta, eco­nomi­ca­mente, sulle spalle del con­tribuente. Risorse imp­ie­gate per dar vita ad un “teatri­no” fat­to di attori pro­tag­o­nisti e non. Cre­do che, del­la democrazia, le pri­marie in Italia, han­no avu­to solo una tenue par­ven­za. Potrei sem­brare estrema­mente criti­co ma cre­do che ci sia mol­ta stra­da da fare per pot­er, sep­pur grad­ual­mente, approssi­mar­si al mod­el­lo di rifer­i­men­to; quel­lo del pres­i­den­zial­is­mo statu­nitense. Rel­a­ti­va­mente all’esperienza delle elezioni pri­marie del PD è doveroso pre­cis­are alcu­ni aspet­ti. Innanz­i­tut­to, i cinque can­di­dati che han­no parte­ci­pa­to non han­no avu­to il medes­i­mo spazio medi­ati­co: palese è sta­to lo sbi­lan­ci­a­men­to oper­a­to dai mezzi di comu­ni­cazione a favore dei due uni­ci veri pro­tag­o­nisti; Ren­zi e Bersani. Dopo veni­va Ven­dola ed i restanti due; Tabac­ci e Pup­pa­to, sono spun­tati come funghi ad una set­ti­mana dalle elezioni nel tan­to dis­cus­so con­fron­to trasmes­so da Skytg24. Il mio pen­siero va subito alle recen­ti pri­marie pres­i­den­ziali amer­i­cane del par­ti­to repub­bli­cano, dove, a gen­naio 2012, inizia­va la cam­pagna elet­torale e tut­ti i can­di­dati parti­vano da pari con­dizioni. Comizi elet­torali in cui i vari aspi­ran­ti alla lead­er­ship repub­bli­cana, che avrebbe con­cor­so alle pres­i­den­ziali di novem­bre, esponevano il loro pro­gram­ma e le loro idee entro i lim­i­ti di un sis­tema che obbe­di­va ad una ben per­cepi­bile rego­la­men­tazione demo­c­ra­t­i­ca. Tor­nan­do alle “nos­tre” pri­marie, riten­go non siano ammis­si­bili con­sid­er­azioni che moti­vano lo sbi­lan­ci­a­men­to di parten­za, a favore dei due pro­tag­o­nisti sul­la base di una loro mag­giore disponi­bil­ità in ter­mi­ni di risorse, rispet­to agli altri can­di­dati, da imp­ie­gare nel­la cam­pagna elet­torale. Mal si con­cil­iano con l’idea di democrazia. Pari con­dizioni, nei fat­ti, non ci sono state. Se mai volessi­mo fare pri­marie serie dovre­mo rego­la­men­tar­le inter­ve­nen­do con leg­gi atte a garan­tire il plu­ral­is­mo infor­ma­ti­vo, pilas­tro del mod­el­lo demo­c­ra­ti­co, allo stes­so modo in cui siamo inter­venu­ti suc­ces­si­va­mente alla pri­ma “sce­sa in cam­po” di Berlus­coni quan­do le sue reti trasmet­te­vano spot elet­torali di Forza Italia a ripe­tizione, era­no gli anni del­la famosa legge sul­la Par Condi­cio. Pri­ma di pri­marie viene la paro­la elezioni, ricor­diamo­ce­lo. Gli elet­tori devono pot­er scegliere ed avere acces­so alle infor­mazioni rel­a­tive ad ogni can­dida­to in egual misura.
Mi sen­to di sten­dere un velo pietoso sul propos­i­to tim­i­da­mente abboz­za­to dal PDL, nel­lo scor­so dicem­bre, di ricor­rere alle pri­marie per scegliere il pro­prio can­dida­to Pre­mier. Sarebbe sta­to il fiore all’occhiello del­la stor­piatu­ra di uno stru­men­to di democrazia che richiede una macchi­na orga­niz­za­ti­va di ben altro peso, che non può risolver­si in due set­ti­mane scarse di prepar­a­tivi. Il resto è solo fac­cia­ta, tenue par­ven­za di democrazia.
La paro­la trasparen­za deve essere asso­ci­a­ta ad ogni sin­go­lo rap­p­re­sen­tante politi­co indipen­den­te­mente dal par­ti­to di apparte­nen­za. E’ un val­ore essen­ziale all’attuazione del prin­ci­pio cos­ti­tuzionale del buon anda­men­to delle pub­bliche ammin­is­trazioni. Red­di­ti, sto­ria giudiziaria, even­tu­ali con­flit­ti d’interesse insor­gen­ti in segui­to all’assunzione di cariche, Cur­ricu­lum Vitae di rap­p­re­sen­tan­ti politi­ci, sia a liv­el­lo locale che nazionale, devono essere acces­si­bili a tut­ti i cit­ta­di­ni che, dal can­to loro, devono parte­ci­pare atti­va­mente alla vita polit­i­ca e ten­er­si infor­mati affinché pos­sano mat­u­rare e dif­fonder­si sen­so civi­co e legal­ità nel­la nos­tra soci­età.

C’è una cor­sa ad andare in TV ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si davvero che i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si pre­sen­terà alle lezioni?
Cre­do fer­ma­mente nell’importanza dei media nell’orientamento del voto. Purtrop­po la tele­vi­sione res­ta per la gli ital­iani il mez­zo d’informazione mag­gior­mente uti­liz­za­to, e, come tale, rap­p­re­sen­ta lo stru­men­to prin­ci­pale dei can­di­dati per arrivare agli elet­tori. Dico purtrop­po per­ché i mes­sag­gi recepi­ti dai cit­ta­di­ni per mez­zo tele­vi­si­vo sono imme­diati e las­ciano poco spazio all’interpretazione e all’approfondimento. Del resto la tv, ma anche i gior­nali, det­tano “l’agenda” ovvero sta­bilis­cono l’ordine di ril­e­van­za delle notizie e non solo. Sono, per­tan­to, una fonte parziale. In un cer­to qual modo la tv rap­p­re­sen­ta un’agenzia educa­ti­va e, come tale, induce lo spet­ta­tore a focal­iz­zarsi su cer­ti temi anziché altri. Ad oggi, com­petere per le elezioni impone una par­ti­co­lare atten­zione alla comu­ni­cazione polit­i­ca e la per­son­al­iz­zazione del potere pare essere ormai un trat­to comune a diver­si can­di­dati alla Pres­i­den­za del Con­siglio dei Min­istri che stru­men­tal­iz­zano i mezzi d’informazione per dare nell’occhio, far sen­tire la pro­pria pre­sen­za cura­no immag­ine e dialet­ti­ca polit­i­ca avval­en­dosi del sup­por­to di tec­ni­ci come (spin doc­tors) che, “dietro le quinte”, “infioc­chet­tano” il mes­sag­gio politi­co per ren­der­lo mag­gior­mente effi­cace. Riten­go, per­tan­to, che, sfug­gire a queste strate­gie spes­so dis­sim­u­la­tri­ci, sia essen­ziale per un elet­tore che vuol bene infor­mar­si e costru­ire un suo libero pen­siero. Benché si trat­ti di un ide­ale cre­do comunque sia nec­es­sario dar­si da fare per approssi­mar­si a tale obi­et­tiv­ità. Cre­do per questo sia indis­pens­abile rifar­si ad inter­net per accedere alle infor­mazioni e appro­fondire. Tale mez­zo ci per­me­tte di spaziare, ricer­care e muover­ci nel mon­do da casa dan­do uno sguar­do com­p­lessi­vo su qual­si­asi ogget­to gra­zie alla facile reperi­bil­ità d’informazioni con “tagli” dif­fer­en­ti e alle volte con­trap­posti. Pen­so sia comunque gius­to dif­fi­dare degli estrem­is­mi.

Hai fidu­cia nel­la tua gen­er­azione, se al pos­to dei sen­a­tori e dep­u­tati che ver­ran­no elet­ti alle prossime elezioni ci fos­sero ragazzi e ragazze del­la tua gen­er­azione ti sen­tiresti meglio rap­p­re­sen­ta­to?
Il mero ricam­bio gen­er­azionale non cre­do sia suf­fi­ciente per cam­biare le cose. Cimen­ta­r­si nel­la vita polit­i­ca per un gio­vane, intrapren­den­do la cosid­det­ta “car­ri­era” all’interno di un par­ti­to sig­nifi­ca, molto spes­so, scen­dere a com­pro­mes­si, chi­ud­ere gli occhi di fronte a deter­mi­nate con­dotte scor­rette di cui si ren­dono pro­tag­o­nisti i mil­i­tan­ti più anziani, sia a liv­el­lo locale che nazionale. Il ris­chio è quel­lo di essere assor­biti dal sis­tema, e, allo stes­so tem­po, con­tin­uare ad ali­men­ta­r­lo. L’elasticità e le capac­ità dei gio­vani dovreb­bero essere esaltate, non sof­fo­cate dal peso di pratiche sociali tan­to dif­fuse quan­to ille­gali. Nuo­va gen­er­azione si, ma a pat­to che l’esempio for­ni­to dai più esper­ti ed influ­en­ti non finis­ca per ori­entare i più gio­vani ver­so la direzione sbagli­a­ta.

Da cosa dipen­derà mag­gior­mente il tuo voto: dal pro­gram­ma, fidu­cia can­dida­to, dal par­ti­to che rap­p­re­sen­ta?
Il mio voto dipen­derà dal­la fidu­cia nel can­dida­to, dal­la sua com­pe­ten­za e dai nomi che com­pon­gono le liste elet­torali. Ad oggi, indipen­den­te­mente dal pro­gram­ma, sen­to di dover dare grande impor­tan­za all’aspetto eti­co del­la polit­i­ca, a quel­lo del­la ren­di­con­tabil­ità, all’integrità e trasparen­za dei rap­p­re­sen­tan­ti oltre che alla loro preparazione tec­ni­ca e cul­tur­ale, dopo anni dom­i­nati da una classe diri­gente, dimostratasi a trat­ti incom­pe­tente e che ha per­so com­ple­ta­mente di vista l’interesse gen­erale perseguen­do, pri­mari­a­mente, quel­lo per­son­ale. Mi sen­to di sostenere chi proviene dal­la soci­età civile ed è incon­t­a­m­i­na­to (per adesso) da un pas­sato politi­co fat­to di com­pro­mes­si morali, cor­ruzione e scelte di con­ve­nien­za all’ombra di con­flit­ti d’interesse privi di un’efficace rego­la­men­tazione leg­isla­ti­va, chi non sfrut­ta forme pseu­do legali di finanzi­a­men­to pub­bli­co dei par­ti­ti, chi ha una sto­ria che non pre­sen­ta “l’onta” d’indagini con­dotte sul suo con­to. Per­ché il politi­co deve essere al di sopra di ogni sospet­to, non solo rispettare la legge; egli svolge una fun­zione pub­bli­ca e, data l’importanza del suo ruo­lo di fronte alla col­let­tiv­ità, non deve dare neanche l’apparenza di aver avu­to una con­dot­ta scor­ret­ta. 

Francesca, stu­dentes­sa d’Ingeg­ne­r­ia Ges­tionale all’U­ni­ver­sità  di Pisa

Come vivi ques­ta con­sul­tazione elet­torale?
Non sono mai sta­ta una per­sona trop­po inter­es­sa­ta di polit­i­ca, però crescen­do ci s’in­ter­es­sa sem­pre di più, soprat­tut­to quan­do i prob­le­mi sociali crescono, come adesso.
Ho cer­ca­to in questi ulti­mi mesi di infor­mar­mi , per far­mi meglio un’idea: leggen­do, ascoltan­do la TV soprat­tut­to e ascoltan­do le opin­ioni di miei coetanei.
Il sen­ti­men­to che pro­vo è di delu­sione e scon­for­to ver­so la polit­i­ca: non può essere diver­sa­mente se a pochi giorni dalle elezioni non ho anco­ra indi­vid­u­a­to un par­ti­to o un can­dida­to dal quale mi sen­ta rap­p­re­sen­ta­ta, questo è un chiaro sin­to­mo del­la situ­azione.
I vec­chi par­ti­ti han­no las­ci­a­to che prob­le­mi di vario genere (eco­nomi­ci, sociali, orga­niz­zazione di sta­to) si accu­mu­lassero nel tem­po sen­za mai risolver­li, fino a quan­do, con il dif­fonder­si del­la crisi mon­di­ale, sono scop­piati. In ques­ta situ­azione i vec­chi par­ti­ti han­no cer­ca­to un po’ di arran­gia­r­si dan­dosi una nuo­va immag­ine, ma sostanzial­mente sono sem­pre gli stes­si, poi ne sono sor­ti di nuovi, che però proclamo solo protes­ta sen­za troppe soluzioni ai prob­le­mi. In questo sce­nario chi votare?

I sondag­gi annun­ciano anco­ra un aumen­to del’ asten­sion­is­mo, cosa ne pen­si?
Cre­do che deb­bano essere dis­tin­ti due tipi di asten­sion­is­mo:
Il primo,storico, di quelle per­sone poco vicine alla polit­i­ca, deriva­to soprat­tut­to dal poco inter­es­sa­men­to, al di la del peri­o­do elet­torale, del­la polit­i­ca alle per­sone soprat­tut­to per i gio­vani.
Il sec­on­do, molto più grave e attuale, dovu­to al recente degra­do politi­co, non ci sono par­ti­ti che ries­cano a rap­p­re­sentare questi cit­ta­di­ni deter­mi­nan­dosi una situ­azione di scon­for­to che por­ta a non votare.
Per quan­to mi riguar­da non pren­do in con­sid­er­azione di asten­er­mi dal voto; sono una di quelle per­sone che crede che il voto sia un dirit­to e vada man­tenu­to, cre­do inoltre che il voto deb­ba essere più con­vin­to pos­si­bile ( e non il meno peg­gio) se non si è con­vin­ti: meglio l’an­nul­la­men­to.

Pri­marie e trasparen­za nei par­ti­ti, qual’è la situ­azione ital­iana sec­on­do te?
Pen­so che le pri­marie non sono un mez­zo così nec­es­sario ma non sono con­traria a pri­ori.
I can­di­dati fino­ra pre­sen­tati sono sem­pre legati a logiche di par­ti­to o per­sone che orbi­tano nel par­ti­to, non c’è una vera con­t­a­m­i­nazione dei cit­ta­di­ni. Cre­do sia molto più impor­tante che ci sia un mag­gior coin­vol­gi­men­to delle gente comune alla polit­i­ca a pre­scindere dai par­ti­ti, e a pre­scindere dalle elezioni.
Infine ci dovrebbe essere mol­ta più trasparen­za lega­ta: alla mag­gior parte­ci­pazione sulle scelte, se si è rispet­ta­to il pro­gram­ma elet­torale e le gli obi­et­tivi procla­mati e, nat­u­ral­mente su come si sono ammin­is­trati i bilan­ci.

C’è una cor­sa ad andare in TV ed una richi­es­ta a com­par­ire comunque sui gior­nali e in Inter­net. Pen­si davvero che i media pos­sano avere un peso deter­mi­nante sul risul­ta­to elet­torale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si pre­sen­terà alle lezioni?
Asso­lu­ta­mente sì, pen­so che abbiano un peso sul risul­ta­to elet­torale, dato che la mag­gior parte delle infor­mazione politiche ven­gono dai media citati.
Nat­u­ral­mente la fonte prin­ci­pale è la TV, gior­nali ed inter­net in sec­on­do piano, anche se inter­net sta crescen­do sem­pre di più soprat­tut­to tra i gio­vani.
Per quan­to riguar­da i con­tenu­ti e la qual­ità delle infor­mazioni dipende molto da chi gestisce un deter­mi­na­to gior­nale o TV, inter­net, per ora, potrebbe essere con­sid­er­a­ta la più plu­rale fonte d’in­for­mazione.

Hai fidu­cia nel­la tua gen­er­azione, se al pos­to dei sen­a­tori e dep­u­tati che ver­ran­no elet­ti alle prossime elezioni ci fos­sero ragazzi e ragazze del­la tua gen­er­azione ti sen­tiresti meglio rap­p­re­sen­ta­to?
Premet­to che non cre­do nel­la supe­ri­or­ità gen­er­azionale, dipende molto dalle capac­ità e carat­ter­is­tiche del­la sin­go­la per­sona, det­to questo, ho fidu­cia nel­la mia gen­er­azione, e chiara­mente se ci fos­sero i miei coetanei mi sen­tirei sicu­ra­mente meglio rap­p­re­sen­ta­ta.
Il rin­no­vo gen­er­azionale non è però la soluzione: se un gio­vane che non ha prin­cipi soli­di, viene inser­i­to in un mon­do cor­rot­to è facile che si adat­ti e si cor­rompa, ci vor­rebbe uno sradica­men­to del sis­tema politi­co, ma mi ren­do con­to che è molto dif­fi­cile…

Da cosa dipen­derà mag­gior­mente il tuo voto: dal pro­gram­ma, dal­la fidu­cia nel can­dida­to, dal par­ti­to che rap­p­re­sen­ta?
Prin­ci­pal­mente mi baso sul pro­gram­ma , poi su la fidu­cia che mi trasmette il can­dida­to ed infine il par­ti­to. Purtrop­po, però, cre­do che esista anco­ra una fet­ta con­sid­erev­ole del­la popo­lazione che voti il par­ti­to, a pre­scindere dalle scelte che ha pre­so o che intende pren­dere.

(foto di Pino Bertel­li)

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