“La gerontocrazia uccide le speranze di noi giovani”
Diventa sempre più importante ascoltare le opinioni dei giovani che, osservando la quotidianità politica con smarrimento e spesso con rabbia, ci offrono una visione della realtà assolutamente da non sottovalutare. Ne fa fede l’intervista con tre studenti universitari che ci descrivono il loro approccio al voto.
Michele, Facoltà di Scienze matematiche — Informatica dell’ Università di Pisa
Come vivi questa consultazione elettorale?
Personalmente la vivo male. Credo che la rabbia mista alla rassegnazione identifica molto bene il sentimento di molti giovani come noi che sono costretti a vedere un’imperante e imponente gerontocrazia, da anni, che sta distruggendo il nostro futuro, le nostre speranze, e ci lascia solo il ricordo di quel meraviglioso paese che era l’Italia a cavallo tra gli anni 60 e 70. Credo che per un giovane come me, al giorno d’oggi, la cosa più difficile sia identificarsi in qualche partito o in qualche ideologia. Premesso che non sono d’accordo né con chi dice che la politica fa schifo (per me la politica, in una democrazia, dovrebbe essere una delle più alte forme di comunicazione e interazione dell’uomo), né con chi rimane attaccato ad ideali di quarant’anni fa e deve fare il rivoluzionario di turno o il camerata di turno, dico che cercare una motivazione al voto è diventato semplicemente un “votare contro qualcuno o qualcosa”. Io credo che la politica abbia perso i contatti con la realtà. O meglio i nostri politici, da una trentina d’anni a questa parte, si sono costruiti un castello d’oro in cui stanno distruggendo una, due, tre generazioni. Io vorrei semplicemente gente seria, trasparente e che voglia bene al Paese e si prenda la briga di togliere questo tappo che dalla fine degli anni 80 sta bruciando tutto quello che di buono avevamo costruito. Soprattutto che la politica gerontocratica italiana ci lasci finalmente un po’ più di spazio, ascolti noi giovani, inizi a capire che siamo noi l’unico motore pulsante per ripartire, visto che la genialità italiana, famosa a suo tempo in tutto il mondo, non è che non esiste più, è stata soffocata soprattutto da vent’anni da una destra che di destra non aveva nulla, di liberale non aveva nulla, ma che è semplicemente lo strumento per creare un esercito di lobotomizzati e gente che crede solo nel mito del soldo facile. E i nodi, ora, vengono al pettine. Anche se il lavoro di manipolazione fatto sui media è stato devastante e sembra che alcuni italiani ci caschino sempre. Questa è la mia visione della politica attuale. Un esempio conclusivo: in Inghilterra un politico rischia la carriera e la galera per non aver pagato una multa. A voi il paragone con i nostri politici e col senso civico che, purtroppo, in Italia non abbiamo forse mai avuto.
Primarie e trasparenza nei partiti, qual’è la situazione italiana secondo te?
Le primarie sono state un bel momento di politica e confronto, a mio giudizio. Quando si vede in un partito un pò di movimento di idee che si scontrano, si confrontano, collidono per poi alla fine ritrovarsi su principi comuni, condivisibili o meno, è un fatto positivo. Almeno c’è stato un tentativo di far vedere agli italiani che un altro tipo di politica è possibile, dopo anni di “iconografia politica”, di “culto dell’immagine del superuomo politico”. I riferimenti non sono casuali, ovviamente. Purtroppo la trasparenza nei partiti, in tutti i partiti, rimane un grosso problema e con questa legge elettorale difficilmente si potranno non continuare a vedere facce che dovrebbero essere in aule di tribunali. Come si può accettare che in Parlamento ci sia un tasso di prescritti, condannati, indagati e corrotti che ormai al giorno d’oggi non hanno neanche più la vergogna di nascondersi (vedi il caso Cosentino). Purtroppo questo è un grosso problema, trasversale a molti partiti. Poi ovviamente c’è chi nella “mafia” ha posto le proprie radici di partito.
C’è una corsa ad andare in Tv ed una richiesta a comparire comunque sui giornali e in Internet. Pensi davvero che i media possano avere un peso determinante sul risultato elettorale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si presenterà alle lezioni?
La corsa ad andare in Tv e in generale su tutti i media è una cosa normale in campagna elettorale. Il problema sta nell’equità del tempo speso da quel politico di quel partito. Ci deve essere un’uniformità di tempo, una distribuzione di presenze che non favorisca sempre i principali partiti politici. Credo che ancora oggi i media siano determinanti per il risultato elettorale. Ma credo anche che sia normale e non ci vedo nulla di male, a patto che poi la gente conosca un minimo i programmi di chi parla in Tv o nei giornali. Ci deve essere un riscontro tra quello che si dice e quello che si vorrebbe fare. Soprattutto un elettore dovrebbe ricordarsi anche cosa è stato fatto da quel partito che ha governato. Molto spesso sembra che la nostra memoria sia talmente corta che ad ogni elezione ci dimentichiamo delle promesse fatte e (non) mantenute.
Hai fiducia nella tua generazione, se al posto dei senatori e deputati che verranno eletti alle prossime elezioni ci fossero ragazzi e ragazze della tua generazione ti sentiresti meglio rappresentato?
Ho totalmente fiducia nella mia generazione. Se non l’avessi forse me ne sarei già andato. Ma mollare l’osso senza aver un minimo “lottato” per il mio Paese non rientra nel mio carattere. Credo che anche il mito che “all’estero è meglio” sia un po’ da sfatare. Soprattutto perché l’El Dorado non esiste al giorno d’oggi e credo che all’Italia basterebbe veramente poco per risollevarsi. Il problema è appunto questa gerontocrazia diffusa in ogni ambito, non solo politico. In molti settori la meritocrazia non esiste (in questo all’estero sono decisamente su un altro pianeta), e se guardiamo, per esempio, l’età media dei nostri politici, amministratori di grandi aziende, professori universitari etc.. ci accorgiamo di quanto quella generazione sia un tappo per il paese e per le generazioni future. Con questo però, non sono d’accordo con chi vuole rottamare tutto e tutti. O chi pensa che la politica debba diventare una democrazia diretta. Per me sarebbe una cosa che nel giro di poco porterebbe forse molta più gente incompetente laddove necessitiamo di gente seria e preparata. Il discorso è da una parte di svecchiamento sì, ma dall’altra di capacità. E soprattutto ricordiamoci, che la politica non deve essere un mestiere, ma un’arte, una vocazione. Per quello concordo col fatto che dopo poche legislature deve esserci un ricambio automatico. Altrimenti le radici, dalla poltrona, gli italiani non le staccano mai.
Da cosa dipenderà maggiormente il tuo voto: dal programma, dalla fiducia nel candidato, dal partito che rappresenta?
Come ho detto in precedenza, se ancora oggi dobbiamo votare “perché vengo da una famiglia di destra o di sinistra” continuiamo a non cambiare assolutamente nulla. Ragionando come i tifosi di calcio non servirà a niente. Ovviamente ognuno ha i propri ideali di riferimento che mettono le radici sicuramente nel passato, però trovo stupido non leggersi almeno i veri programmi dei partiti, interessarsi anche a visioni e punti di vista diversi e poi trarne le dovute conseguenze. Direi che la conoscenza almeno dei programmi sia basilare, anche se molti non lo faranno perché “è faticoso”. Però poi non ci lamentiamo se non cambia nulla. Credo inoltre che il mio voto si baserà molto su quanta giustizia sociale ci sarà nei vari programmi. Mi sono rotto dei soliti ricconi evasori fiscali che non pagano mai e che vivono praticamente alle nostre spalle. Mi sono stancato dell’aumento della povertà in contrasto con gli enormi costi della politica e degli sprechi enormi delle varie amministrazioni regionali, provinciali e comunali. Il mio voto si baserà molto non tanto su chi promette mari e monti, ma su chi mi convince di voler bene a questo paese, dopo anni in cui i sorrisi finti erano quelli che mascheravano una crisi crescente. Sono molto indeciso (salvo che per due partiti che non voterò di sicuro) e fondamentalmente il mio voto dipenderà anche da quanto mi possa sentire con la coscienza a posto o meno dopo la croce su quella scheda.
Giacomo, studente del corso di Laurea Specialistica in Relazioni Internazionali della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Pisa
Tra poche settimane ci saranno le elezioni nazionali sentendo gli umori dei giovani si raccolgono opinioni che vanno dallo spaesamento, alla rabbia, alla rassegnazione. Tu come le vivi?
Direi che provo le prime due sensazioni sopracitate. Parlerei anche di frustrazione ed impotenza. Rassegnazione, no. Rassegnazione vuol dire complicità. E non mi riferisco esclusivamente alla classe politica; le mie parole sono soprattutto indirizzate alla società civile, agli elettori italiani. È dal basso che si riparte.
Primarie e trasparenza nei partiti, qual’è la situazione italiana secondo te?
Premetto che il mio è un parere tecnico incentrato sull’aspetto procedurale che ha caratterizzato la recente esperienza delle elezioni primarie del Partito Democratico indipendentemente da quello che può essere l’elemento del coinvolgimento degli elettori nella vita politica tanto dibattuto nell’opinione pubblica.
Ritengo che tali elezioni siano state una mera operazione di facciata gravata, economicamente, sulle spalle del contribuente. Risorse impiegate per dar vita ad un “teatrino” fatto di attori protagonisti e non. Credo che, della democrazia, le primarie in Italia, hanno avuto solo una tenue parvenza. Potrei sembrare estremamente critico ma credo che ci sia molta strada da fare per poter, seppur gradualmente, approssimarsi al modello di riferimento; quello del presidenzialismo statunitense. Relativamente all’esperienza delle elezioni primarie del PD è doveroso precisare alcuni aspetti. Innanzitutto, i cinque candidati che hanno partecipato non hanno avuto il medesimo spazio mediatico: palese è stato lo sbilanciamento operato dai mezzi di comunicazione a favore dei due unici veri protagonisti; Renzi e Bersani. Dopo veniva Vendola ed i restanti due; Tabacci e Puppato, sono spuntati come funghi ad una settimana dalle elezioni nel tanto discusso confronto trasmesso da Skytg24. Il mio pensiero va subito alle recenti primarie presidenziali americane del partito repubblicano, dove, a gennaio 2012, iniziava la campagna elettorale e tutti i candidati partivano da pari condizioni. Comizi elettorali in cui i vari aspiranti alla leadership repubblicana, che avrebbe concorso alle presidenziali di novembre, esponevano il loro programma e le loro idee entro i limiti di un sistema che obbediva ad una ben percepibile regolamentazione democratica. Tornando alle “nostre” primarie, ritengo non siano ammissibili considerazioni che motivano lo sbilanciamento di partenza, a favore dei due protagonisti sulla base di una loro maggiore disponibilità in termini di risorse, rispetto agli altri candidati, da impiegare nella campagna elettorale. Mal si conciliano con l’idea di democrazia. Pari condizioni, nei fatti, non ci sono state. Se mai volessimo fare primarie serie dovremo regolamentarle intervenendo con leggi atte a garantire il pluralismo informativo, pilastro del modello democratico, allo stesso modo in cui siamo intervenuti successivamente alla prima “scesa in campo” di Berlusconi quando le sue reti trasmettevano spot elettorali di Forza Italia a ripetizione, erano gli anni della famosa legge sulla Par Condicio. Prima di primarie viene la parola elezioni, ricordiamocelo. Gli elettori devono poter scegliere ed avere accesso alle informazioni relative ad ogni candidato in egual misura.
Mi sento di stendere un velo pietoso sul proposito timidamente abbozzato dal PDL, nello scorso dicembre, di ricorrere alle primarie per scegliere il proprio candidato Premier. Sarebbe stato il fiore all’occhiello della storpiatura di uno strumento di democrazia che richiede una macchina organizzativa di ben altro peso, che non può risolversi in due settimane scarse di preparativi. Il resto è solo facciata, tenue parvenza di democrazia.
La parola trasparenza deve essere associata ad ogni singolo rappresentante politico indipendentemente dal partito di appartenenza. E’ un valore essenziale all’attuazione del principio costituzionale del buon andamento delle pubbliche amministrazioni. Redditi, storia giudiziaria, eventuali conflitti d’interesse insorgenti in seguito all’assunzione di cariche, Curriculum Vitae di rappresentanti politici, sia a livello locale che nazionale, devono essere accessibili a tutti i cittadini che, dal canto loro, devono partecipare attivamente alla vita politica e tenersi informati affinché possano maturare e diffondersi senso civico e legalità nella nostra società.
C’è una corsa ad andare in TV ed una richiesta a comparire comunque sui giornali e in Internet. Pensi davvero che i media possano avere un peso determinante sul risultato elettorale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si presenterà alle lezioni?
Credo fermamente nell’importanza dei media nell’orientamento del voto. Purtroppo la televisione resta per la gli italiani il mezzo d’informazione maggiormente utilizzato, e, come tale, rappresenta lo strumento principale dei candidati per arrivare agli elettori. Dico purtroppo perché i messaggi recepiti dai cittadini per mezzo televisivo sono immediati e lasciano poco spazio all’interpretazione e all’approfondimento. Del resto la tv, ma anche i giornali, dettano “l’agenda” ovvero stabiliscono l’ordine di rilevanza delle notizie e non solo. Sono, pertanto, una fonte parziale. In un certo qual modo la tv rappresenta un’agenzia educativa e, come tale, induce lo spettatore a focalizzarsi su certi temi anziché altri. Ad oggi, competere per le elezioni impone una particolare attenzione alla comunicazione politica e la personalizzazione del potere pare essere ormai un tratto comune a diversi candidati alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che strumentalizzano i mezzi d’informazione per dare nell’occhio, far sentire la propria presenza curano immagine e dialettica politica avvalendosi del supporto di tecnici come (spin doctors) che, “dietro le quinte”, “infiocchettano” il messaggio politico per renderlo maggiormente efficace. Ritengo, pertanto, che, sfuggire a queste strategie spesso dissimulatrici, sia essenziale per un elettore che vuol bene informarsi e costruire un suo libero pensiero. Benché si tratti di un ideale credo comunque sia necessario darsi da fare per approssimarsi a tale obiettività. Credo per questo sia indispensabile rifarsi ad internet per accedere alle informazioni e approfondire. Tale mezzo ci permette di spaziare, ricercare e muoverci nel mondo da casa dando uno sguardo complessivo su qualsiasi oggetto grazie alla facile reperibilità d’informazioni con “tagli” differenti e alle volte contrapposti. Penso sia comunque giusto diffidare degli estremismi.
Hai fiducia nella tua generazione, se al posto dei senatori e deputati che verranno eletti alle prossime elezioni ci fossero ragazzi e ragazze della tua generazione ti sentiresti meglio rappresentato?
Il mero ricambio generazionale non credo sia sufficiente per cambiare le cose. Cimentarsi nella vita politica per un giovane, intraprendendo la cosiddetta “carriera” all’interno di un partito significa, molto spesso, scendere a compromessi, chiudere gli occhi di fronte a determinate condotte scorrette di cui si rendono protagonisti i militanti più anziani, sia a livello locale che nazionale. Il rischio è quello di essere assorbiti dal sistema, e, allo stesso tempo, continuare ad alimentarlo. L’elasticità e le capacità dei giovani dovrebbero essere esaltate, non soffocate dal peso di pratiche sociali tanto diffuse quanto illegali. Nuova generazione si, ma a patto che l’esempio fornito dai più esperti ed influenti non finisca per orientare i più giovani verso la direzione sbagliata.
Da cosa dipenderà maggiormente il tuo voto: dal programma, fiducia candidato, dal partito che rappresenta?
Il mio voto dipenderà dalla fiducia nel candidato, dalla sua competenza e dai nomi che compongono le liste elettorali. Ad oggi, indipendentemente dal programma, sento di dover dare grande importanza all’aspetto etico della politica, a quello della rendicontabilità, all’integrità e trasparenza dei rappresentanti oltre che alla loro preparazione tecnica e culturale, dopo anni dominati da una classe dirigente, dimostratasi a tratti incompetente e che ha perso completamente di vista l’interesse generale perseguendo, primariamente, quello personale. Mi sento di sostenere chi proviene dalla società civile ed è incontaminato (per adesso) da un passato politico fatto di compromessi morali, corruzione e scelte di convenienza all’ombra di conflitti d’interesse privi di un’efficace regolamentazione legislativa, chi non sfrutta forme pseudo legali di finanziamento pubblico dei partiti, chi ha una storia che non presenta “l’onta” d’indagini condotte sul suo conto. Perché il politico deve essere al di sopra di ogni sospetto, non solo rispettare la legge; egli svolge una funzione pubblica e, data l’importanza del suo ruolo di fronte alla collettività, non deve dare neanche l’apparenza di aver avuto una condotta scorretta.
Francesca, studentessa d’Ingegneria Gestionale all’Università di Pisa
Come vivi questa consultazione elettorale?
Non sono mai stata una persona troppo interessata di politica, però crescendo ci s’interessa sempre di più, soprattutto quando i problemi sociali crescono, come adesso.
Ho cercato in questi ultimi mesi di informarmi , per farmi meglio un’idea: leggendo, ascoltando la TV soprattutto e ascoltando le opinioni di miei coetanei.
Il sentimento che provo è di delusione e sconforto verso la politica: non può essere diversamente se a pochi giorni dalle elezioni non ho ancora individuato un partito o un candidato dal quale mi senta rappresentata, questo è un chiaro sintomo della situazione.
I vecchi partiti hanno lasciato che problemi di vario genere (economici, sociali, organizzazione di stato) si accumulassero nel tempo senza mai risolverli, fino a quando, con il diffondersi della crisi mondiale, sono scoppiati. In questa situazione i vecchi partiti hanno cercato un po’ di arrangiarsi dandosi una nuova immagine, ma sostanzialmente sono sempre gli stessi, poi ne sono sorti di nuovi, che però proclamo solo protesta senza troppe soluzioni ai problemi. In questo scenario chi votare?
I sondaggi annunciano ancora un aumento del’ astensionismo, cosa ne pensi?
Credo che debbano essere distinti due tipi di astensionismo:
Il primo,storico, di quelle persone poco vicine alla politica, derivato soprattutto dal poco interessamento, al di la del periodo elettorale, della politica alle persone soprattutto per i giovani.
Il secondo, molto più grave e attuale, dovuto al recente degrado politico, non ci sono partiti che riescano a rappresentare questi cittadini determinandosi una situazione di sconforto che porta a non votare.
Per quanto mi riguarda non prendo in considerazione di astenermi dal voto; sono una di quelle persone che crede che il voto sia un diritto e vada mantenuto, credo inoltre che il voto debba essere più convinto possibile ( e non il meno peggio) se non si è convinti: meglio l’annullamento.
Primarie e trasparenza nei partiti, qual’è la situazione italiana secondo te?
Penso che le primarie non sono un mezzo così necessario ma non sono contraria a priori.
I candidati finora presentati sono sempre legati a logiche di partito o persone che orbitano nel partito, non c’è una vera contaminazione dei cittadini. Credo sia molto più importante che ci sia un maggior coinvolgimento delle gente comune alla politica a prescindere dai partiti, e a prescindere dalle elezioni.
Infine ci dovrebbe essere molta più trasparenza legata: alla maggior partecipazione sulle scelte, se si è rispettato il programma elettorale e le gli obiettivi proclamati e, naturalmente su come si sono amministrati i bilanci.
C’è una corsa ad andare in TV ed una richiesta a comparire comunque sui giornali e in Internet. Pensi davvero che i media possano avere un peso determinante sul risultato elettorale? E quali sono le tue fonti per conoscere chi si presenterà alle lezioni?
Assolutamente sì, penso che abbiano un peso sul risultato elettorale, dato che la maggior parte delle informazione politiche vengono dai media citati.
Naturalmente la fonte principale è la TV, giornali ed internet in secondo piano, anche se internet sta crescendo sempre di più soprattutto tra i giovani.
Per quanto riguarda i contenuti e la qualità delle informazioni dipende molto da chi gestisce un determinato giornale o TV, internet, per ora, potrebbe essere considerata la più plurale fonte d’informazione.
Hai fiducia nella tua generazione, se al posto dei senatori e deputati che verranno eletti alle prossime elezioni ci fossero ragazzi e ragazze della tua generazione ti sentiresti meglio rappresentato?
Premetto che non credo nella superiorità generazionale, dipende molto dalle capacità e caratteristiche della singola persona, detto questo, ho fiducia nella mia generazione, e chiaramente se ci fossero i miei coetanei mi sentirei sicuramente meglio rappresentata.
Il rinnovo generazionale non è però la soluzione: se un giovane che non ha principi solidi, viene inserito in un mondo corrotto è facile che si adatti e si corrompa, ci vorrebbe uno sradicamento del sistema politico, ma mi rendo conto che è molto difficile…
Da cosa dipenderà maggiormente il tuo voto: dal programma, dalla fiducia nel candidato, dal partito che rappresenta?
Principalmente mi baso sul programma , poi su la fiducia che mi trasmette il candidato ed infine il partito. Purtroppo, però, credo che esista ancora una fetta considerevole della popolazione che voti il partito, a prescindere dalle scelte che ha preso o che intende prendere.
(foto di Pino Bertelli)