La gestione di RIMateria deve tornare pubblica

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 16 novem­bre 2019 — Par­lere­mo del si del Nucleo di Val­u­tazione Regionale (NURV) al prog­et­to RIMa­te­ria, deci­sione non con­fer­ma­ta per ora dal­la Giun­ta Regionale. Ma non pos­si­amo igno­rare l’ennesima dif­fi­da del 15 novem­bre 2019 che ha collezion­a­to RIMa­te­ria, dif­fi­da che sospende i con­fer­i­men­ti dei rifiu­ti in dis­car­i­ca per ora fino al 31 gen­naio 2020!
I motivi di tale dif­fi­da sono gravis­si­mi, le illus­tr­ere­mo in segui­to. Vogliamo sot­to­lin­eare che la SpA RIMa­te­ria da quan­do è nata di dif­fi­da in dif­fi­da e persi­no dopo un seque­stro effet­tua­to dai NOE ha con­tin­u­a­to ad elud­ere pre­cise pre­scrizioni met­ten­do in per­co­lo l’ambiente e la salute dei cit­ta­di­ni!!
Si richiede al Con­siglio Comu­nale, a tutte le forze politiche ed asso­cia­tive di invitare la Giun­ta del­la Regione Toscana a non con­cedere la ripresa dei con­fer­i­men­ti fino a quan­do la SpA RIMa­te­ria non abbia effet­ti­va­mente mes­so in prat­i­ca quan­to pre­scrit­to! Non pos­si­amo con­tin­uare ad essere pre­si in giro, ram­men­ti­amo che il dis­se­que­stro dell’aprile 2018 era sta­to dato per per­me­t­tere a RIMa­te­ria di effet­tuare i lavori di mes­sa a norma!!Cosa han­no fat­to da allo­ra?
Si richiede al Con­siglio Comu­nale, a tutte le forze politiche ed asso­cia­tive di invitare la Giun­ta del­la Regione Toscana, che già ha sospe­so l’approvazione del prog­et­to, di boc­cia­r­lo pro­prio sul­la base delle dichiarazioni del NURV e di non con­cedere la VIA al “Prog­et­to RIMa­te­ria”.
Si richiede inoltre a tutte le forze politiche ed asso­cia­tive di invitare il Con­siglio Comu­nale di Piom­bi­no a deter­minare imme­di­ata­mente un vero cam­bio di rot­ta nel­la con­duzione del­la SpA RIMa­te­ria medi­ante atti con­creti.
Il Nucleo di Val­u­tazione Regionale ha ritenu­to ambi­en­tal­mente com­pat­i­bile il prog­et­to di rad­doppio del­la dis­car­i­ca di RIMa­te­ria con 2.850.000 metri cubi di nuovi spazi, pur con­fer­man­do la legit­tim­ità delle critiche espresse da enti, asso­ci­azioni e cit­ta­di­ni attra­ver­so un cor­poso numero di osser­vazioni ben det­tagli­ate. Il ver­bale del­la riu­nione del NURV evi­den­zia infat­ti, tra le altre cose:

  • il non rispet­to del cri­te­rio esclu­dente deriva­to dal­la vic­i­nan­za con il cen­tro abi­ta­to di Col­ma­ta;
  • il per­manere delle prob­lem­atiche rel­a­tive all’impatto odor­igeno;
  • la non accetta­bil­ità di una dis­car­i­ca con tipolo­gia di rifiu­ti 7.1.c (rifiu­ti putresci­bili);
  • la man­can­za di un quadro prog­et­tuale per la regi­mazione delle acque mete­oriche che dila­vano le dis­cariche;
  • il fat­to che il prog­et­to non ha tenu­to con­to del mag­gior peso speci­fi­co dei rifiu­ti che dovran­no essere accolti in una parte del­la dis­car­i­ca;
  • il fat­to che il sor­mon­to del­la ex Luc­chi­ni in appog­gio alla attuale dis­car­i­ca potrebbe provo­care, con l’aumento del peso e vista la non omo­geneità del ter­reno, peri­colose ten­sioni nel telo di fon­do che non ren­dono accetta­bile il prog­et­to;
  • il fat­to che non è anco­ra sta­ta spie­ga­ta la pre­sen­za di un trac­ciante del per­co­la­to nei pozzi e nei piezometri che insistono nel­la fal­da nelle vic­i­nanze del­la dis­car­i­ca;
  • il fat­to che il mon­i­tor­ag­gio del­la Mes­sa in Sicurez­za Per­ma­nente (MISP) e la cer­ti­fi­cazione dell’avvenuta bonifi­ca del­la LI53 devono pre­cedere la costruzione del­la nuo­va dis­car­i­ca;
  • il fat­to che anco­ra oggi le dis­cariche sono con­dotte fuori nor­ma, sen­za alcun rispet­to delle pre­scrizioni che risal­go­no addirit­tura al 2011;
  • il fat­to che non è idonea la ges­tione del bio­gas come pro­pos­ta dal prog­et­to .

L’elenco potrebbe con­tin­uare, ma fer­mi­amo­ci qui: vi sem­bra pos­si­bile che di fronte a un prog­et­to così pieno di errori, lacune ed incom­pat­i­bil­ità ambi­en­tali il NURV, anziché boc­cia­r­lo, dia una lunghissi­ma serie di indi­cazioni, rac­co­man­dazioni e pre­scrizioni che di fat­to stravol­go­no com­ple­ta­mente il prog­et­to pre­sen­ta­to da RIMa­te­ria delin­e­an­done uno nuo­vo?
È questo il com­pi­to del NURV? Sos­ti­tuir­si a RIMa­te­ria e met­tere a pun­to un nuo­vo prog­et­to?
Un prog­et­to che spos­ta il perimetro del­la dis­car­i­ca in modo che sia almeno a 500 metri dal cen­tro abi­ta­to, che cam­bia la tipolo­gia dei rifiu­ti accetta­bili in dis­car­i­ca, così come cam­bia com­ple­ta­mente il crono­pro­gram­ma dei lavori. Scusate, ma chi è allo­ra il “pro­po­nente”?
La Giun­ta Regionale intende davvero aval­lare questo modo di pro­cedere? Fra l’altro il NURV non ha con­sid­er­a­to la pes­si­ma situ­azione finanziaria del­la SpA RIMa­te­ria, che incide in modo sig­ni­fica­ti­vo sul­la sua capac­ità di met­ter­si a nor­ma, così come non ha con­sid­er­a­to le sue vicis­si­tu­di­ni giudiziarie.
Chiari­amo inoltre che RIMa­te­ria non sarà costret­ta a con­ferire in dis­car­i­ca solo rifiu­ti di orig­ine siderur­gi­ca o prove­ni­en­ti dalle boni­fiche: lo stes­so NURV ha già sug­ger­i­to il modo per super­are le lim­i­tazioni oggi derivan­ti dalle con­ces­sioni date dal Demanio per l’utilizzo del­la dis­car­i­ca ex-Luc­chi­ni e per la LI53, indi­can­do persi­no a quale arti­co­lo del­la legge regionale si dovrà fare rifer­i­men­to.
A quel pun­to neanche il Comune potrà oppor­si se pri­ma non impone un nuo­vo piano indus­tri­ale a RIMa­te­ria che non preve­da la costruzione di una nuo­va enorme dis­car­i­ca per rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti da tut­ta Italia.
Se vogliamo che RIMa­te­ria sia davvero al servizio delle esi­gen­ze locali e delle boni­fiche, se vogliamo che sia ambi­en­tal­mente com­pat­i­bile è nec­es­sario un nuo­vo prog­et­to e non quel­lo delin­eato dal NURV! Tut­tavia un nuo­vo prog­et­to non bas­ta: la ges­tione deve tornare pub­bli­ca.
Agire a liv­el­lo locale è pos­si­bile, non dob­bi­amo aspettare pas­si­va­mente quel­lo che farà o dirà la Regione! Chiedi­amo per­tan­to al Con­siglio Comu­nale di Piom­bi­no di dare imme­di­ata­mente un nuo­vo ind­i­riz­zo all’assemblea dei soci Asiu che con­trol­la RIMa­te­ria ed al Pres­i­dente di nom­i­na pub­bli­ca Francesco Pel­lati, com­pi­en­do le seguen­ti azioni:

  1. ese­cuzione imme­di­a­ta dei caro­tag­gi sot­to con­trol­lo ARPAT su tut­ta la dis­car­i­ca per sco­prire se esistono peri­coli derivati da even­tu­ali con­fer­i­men­ti di rifiu­ti peri­colosi prove­ni­en­ti dal­la dit­ta Lonzi-RaRi inda­ga­ta per traf­fi­co illecito di rifiu­ti peri­colosi. Due terzi cir­ca dei volu­mi del rial­zo del­la dis­car­i­ca sono for­mati dai rifiu­ti for­ni­ti da quel­la dit­ta;
  2. mes­sa a pun­to di un sis­tema di mon­i­tor­ag­gio cos­ti­tu­ito da almeno tre cen­tra­line con­trol­late da ARPAT e capaci di anal­iz­zare i vari com­po­nen­ti del bio­gas che fuori­esce dal­la dis­car­i­ca e adozione di un provved­i­men­to del Comune che per­me­t­ta di inter­venire imme­di­ata­mente sospenden­do i con­fer­i­men­ti dei rifiu­ti in caso di sfora­men­ti dei lim­i­ti pre­visti;
  3. imme­di­a­ta mes­sa a nor­ma del­la dis­car­i­ca: questo sig­nifi­ca fra l’altro real­iz­zare le opere per la ges­tione delle acque mete­oriche e la cop­er­tu­ra del­la dis­car­i­ca esauri­ta, col­le­gare tut­ti i pozzi di aspi­razione del bio­gas al sis­tema di recu­pero ener­geti­co, ecc.;
  4. inizio del­la bonifi­ca del­la li53 in con­ces­sione a RIMa­te­ria, a nos­tro avvi­so non più rin­vi­a­bile. I cumuli potran­no essere rici­clati in loco per eseguire la mes­sa in sicurez­za dell’area riat­ti­van­do la TAP e quan­to non rici­cla­bile potrà essere con­fer­i­to negli spazi attual­mente autor­iz­za­ti. In questo modo il così det­to “cono rovescio” sarà uti­liz­za­to per le boni­fiche e non come sta già avve­nen­do per i rifiu­ti che Unire­cu­peri e Navar­ra por­tano qui da tut­ta Italia. La LI53 boni­fi­ca­ta non deve essere uti­liz­za­ta per la costruzione del­la nuo­va dis­car­i­ca. A tal fine il Con­siglio Comu­nale deve dare velo­ce­mente segui­to alla adozione del­la vari­ante urban­is­ti­ca che impedisce l’uso dell’area a tale scopo;
  5. si chiarisca se le fideius­sioni che garan­tis­cano la ges­tione rego­lare nel tem­po del­la dis­car­i­ca sono state pagate. Si chiarisca se il Comune di Piom­bi­no è coob­bli­ga­to al loro paga­men­to ed a quali con­dizioni si è even­tual­mente impeg­na­to. Si por­ti a conoscen­za del Con­siglio Comu­nale del per­ché il bilan­cio 2018 di Rima­te­ria si è chiu­so con un deficit di oltre due mil­ioni di euro, si ren­da noto il bilan­cio Asiu.

Il nuo­vo prog­et­to pre­sen­ta­to alla Val­u­tazione di Impat­to Ambi­en­tale in Regione da RIMa­te­ria è in aper­ta con­trad­dizione con le linee gui­da dell’iniziale prog­et­to RIMa­te­ria. Per questo il Comune può dare il pro­prio veto all’attuale piano indus­tri­ale. Il prog­et­to iniziale su cui i Comu­ni det­tero il loro assen­so era basato sul prin­ci­pio di prossim­ità, sul­la ges­tione in loco dei rifiu­ti, ave­va al cen­tro la riat­ti­vazione del­la TAP per uti­liz­zare gli iner­ti rica­vati dal rici­clo dei cumuli pre­sen­ti nel SIN al pos­to del mate­ri­ale vergine delle cave di Campiglia e San Vin­cen­zo. Men­tre i rifiu­ti urbani del ter­ri­to­rio per deci­sione del­la Regione Toscana e del Comune di Piom­bi­no veni­vano inviati a Gros­se­to si trasfor­ma­va la dis­car­i­ca Asiu in dis­car­i­ca per rifiu­ti spe­ciali, ma la sua mis­sione prin­ci­pale era con­tenu­ta nel nome stes­so RIMa­te­ria: rici­clo e attiv­ità di dis­car­i­ca solo come com­ple­men­to.
È del tut­to evi­dente che non sono nec­es­sari 2.850.000 metri cubi di dis­car­i­ca per le boni­fiche e le esi­gen­ze delle indus­trie locali, la volon­tà reale è quel­la di inter­cettare il mer­ca­to nazionale dei rifiu­ti spe­ciali.
Solo una dis­car­i­ca con­trol­la­ta dal pub­bli­co potrà vera­mente essere al servizio delle boni­fiche: finché saran­no pre­sen­ti i pri­vati i cri­teri che guider­an­no il piano indus­tri­ale saran­no total­mente diver­si: il cono rovescio e tut­ti gli altri spazi autor­iz­za­ti con­tin­uer­an­no a riem­pir­si coi rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti da tut­ta Italia. Chiedi­amo che siano orga­niz­zate assem­blee pub­bliche dove i cit­ta­di­ni pos­sano con­frontar­si viso a viso. Non pos­si­amo accettare che vici­no alle abitazioni civili ed al mare, su una ex palude, su un ter­reno non omo­ge­neo e con una fal­da super­fi­ciale a meno di due metri dal­la super­fi­cie si costru­is­ca una delle più gran­di dis­cariche per rifiu­ti spe­ciali d’Italia.

Grup­po Resisten­za con­tro Piom­bi­no polo dei rifiu­ti

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