La grande finta di sinistra di Enrico Rossi

PIOMBINO 19 marzo 2016 — Sia chiaro: siamo daccordo sull’esclusività del rapporto pubblico dei medici. Noi certamente non lo diciamo da ora, dato che sosteniamo con forza il Servizio Sanitario Pubblico e totalmente pubblico, come del resto una scuola pubblica e totalmente pubblica. La questione della possibilità del doppio rapporto è annosa, chi tentò di mettere una pezza sulla cosa fu la Bindi che riuscì a portare appunto i medici dentro gli ospedali con una percentuale dei loro onorari per le ASL, con obbligo per i primari della scelta dell’intramoenia e con disincentivi stipendiali per gli extramoenisti. Ma chi ha governato non è mai riuscito fino in fondo a regolare la questione e ad oggi il risultato è che ci sono tanti Dr. Terzilli con il loro giochino privato in ambiente pubblico, dove si passa da tempi di attesa biblici per le prestazioni istituzionali a qualche giorno per quelle private (sovente con il solito medico).
Si dice che, messi a scelta, i medici migliori sceglieranno il privato e gli scarsi il pubblico, certo può anche essere, perché in strutture pubbliche con gli organici al minimo, le risorse tagliate, reparti al collasso, un futuro per cui i medici dovranno sviaggiare per le strade (e che strade..!) tra gli ospedali in rete, ingabbiati dai vincoli economici imposti dalle politiche di spending review, sai che c’è..uno se ne sta a San Rossore e vive tranquillo. Perché la grande finta di Rossi sta proprio qui: non si può buttare là una proposta del genere senza contemporaneamente pensare ad investimenti pubblici notevoli sulle risorse umane , strumentali, tecnologiche, sulla ricerca e sulla formazione, senza la gabbia del vincolo del pareggio di bilancio. Come si pensa di tenere i medici nel servizio pubblico tagliando ogni anno il Fondo Sanitario nazionale, bloccando le assunzioni, rivedendo continuamente gli standard di assistenza, riorganizzando con l’obiettivo di fornire uguali servizi con meno risorse? La linea Saccardi sul futuro della sanità Toscana ha il suo punto forte nella collaborazione stretta con il privato sociale, concretizzando l’idea di Rossi più volte espressa, di spostare la specialistica e la diagnostica sul privato lasciando totalmente pubblica sostanzialmente solo la degenza ospedaliera. Quindi tutto sarà in mano alle Associazioni di Volontariato, alle Coop sociali e quant’altro, aprendo di fatto la strada a un mega business in cui le Assicurazioni e le strutture private “pure” non tarderanno a mettere le zampe. Quindi , o insieme alla scelta del ” o tutti dentro o tutti fuori” , si investe sul personale assumendo là dove manca, aumentando così le ore di prestazioni quanto basta per calmierare i tempi di attesa e riorganizzare il settore in questo senso, oltre ad investire sul pubblico, rendendolo e mantenendolo di valore dal punto di vista assistenziale, della ricerca, della formazione, facendo sì che i medici ritengano che il pubblico sia la scelta migliore, l’unica scelta di valore assistenziale e professionale, sennò Rossi ci prende in giro, e ci propone la sua grande finta di sinistra, cosicché i medici che sceglieranno di stare fuori, poi rientreranno dalla finestra che verrà loro lasciata aperta attraverso le convenzioni ed il rapporto stretto con i privati previsto dal grande disegno di riordino della sanità toscana.
Rifondazione Comunista