La guerra del Mali vista dall’obbiettivo di Bertelli

· Inserito in Spazio aperto
Pino Bertelli

 Pino Bertel­li ha real­iz­za­to in un cam­po profughi Tuareg in Burk­i­na Faso uno stu­pen­do reportage sul­la guer­ra del Mali, un lavoro che egli ha volu­to dedi­care “a tut­ti i bam­bi­ni uccisi nelle guerre, per fame e dal­la rapac­ità di una cosca di arric­chi­ti…”. Quel­lo che segue è un testo trat­to dal suo tac­cuino di viag­gio.

La soci­età attuale non for­nisce, come mezzi di azione, altre che mac­chine per l’umanità; qualunque siano le inten­zioni di quel­li che le pren­dono in mano, queste mac­chine schi­ac­ciano e schi­ac­cer­an­no finché esister­an­no. Con quei pen­iten­ziari indus­tri­ali che sono le gran­di fab­briche si pos­sono fab­bri­care solo degli schi­avi. E non dei lavo­ra­tori liberi, ancor meno dei lavo­ra­tori in gra­do di foto1costru­ire una classe dom­i­nante. Con i can­noni, gli aerei, le bombe, si può sem­i­nare la morte, il ter­rore, l’oppressione, ma non la vita e la lib­ertà. Con le maschere a gas, i rifu­gi, gli allar­mi si pos­sono for­gia­re greg­gi mis­er­abili di esseri spaven­tati, pron­ti a cedere ai ter­rori più insen­sati e ad accogliere con riconoscen­za le più umilianti tiran­nie, ma non dei cit­ta­di­ni. Con la grande stam­pa e il telegrafo [cin­e­ma, tele­vi­sione, tele­fo­nia, inter­net, armi nucleari…] si può far inghiot­tire a tut­to un popo­lo, insieme alla colazione o alla cena, opin­ioni pre­con­fezion­ate e quin­di assurde, per­ché anche pun­ti di vista ragionevoli si defor­mano e diven­tano fal­si nel­lo spir­i­to di chi li assim­i­la sen­za riflet­tere: ma con sim­ili mezzi non è pos­si­bili sus­citare nep­pure un bar­lume di pen­siero”. Simone Weil

I. LA BELLEZZA VI SEPPELLIRÀ
Non ci sono guer­ra giuste, né guerre sante, né tan­tomeno guerre uman­i­tarie… la guer­ra — lo sap­pi­amo — è la con­tin­u­azione del­la polit­i­ca con altri mezzi… ciò che res­ta agli uomi­ni, alle donne è il rifi­u­to di sub­or­dinare il pro­prio des­ti­no al cor­so del­la sto­ria e incep­pare la macchi­na buro­crat­i­ca, mil­itare, polit­i­ca ed ogni for­ma di oppres­sione for­ag­gia­ta dal­la finan­za inter­nazionale… la vocazione total­i­taria dell’attuale soci­età mer­can­tile va com­bat­tuta a viso scop­er­to e il cam­bi­a­men­to dell’intero genere umano non può che nascere dall’indignazione plan­e­taria con­tro la cas­ta del­la politica/finanza che deter­mi­na le con­dizioni di esisten­za. fotobisI carat­teri oppres­sivi del­la soci­età con­sumerista impon­gono la rasseg­nazione dell’attuale sta­to di cose e solo una resisten­za atti­va, eti­ca, lib­er­taria può erg­er­si a dife­sa del­la pro­pria dig­nità… la fine dell’ineguaglianza si avrà soltan­to con la fine del priv­i­le­gio di mas­sacrare, sac­cheg­gia­re, vio­lentare e restare impuni­ti. La sto­ria dell’umanità coin­cide con la sto­ria dell’assassinio e dell’asservimento che cemen­ta oppres­si e oppres­sori… si trat­ta di rompere queste catene e tut­to un mon­do nuo­vo da guadagnare. I politi­ci, i padroni, i gen­er­ali e i preti han­no prodot­to un mon­do di ter­rore, toc­ca agli uomi­ni in lib­ertà ora cam­biar­lo. La guer­ra del Mali (scop­pi­a­ta men­tre erava­mo in Burk­i­na Faso, a poche decine di chilometri dal Mali) non è solo una guer­ra tra i fanati­ci del­la Jih?d (Esercitare il mas­si­mo sfor­zo) e gov­er­na­tivi del Mali — affi­an­cati del­la forze inter­nazion­ali che fan­no capo ai cor­pi spe­ciali france­si —, è una guer­ra di ric­chi con­tro i poveri. I fanati­ci islamisti e una parte di Tuareg han­no cer­ca­to di desta­bi­liz­zare l’area del Sahel ma a ben vedere dietro queste ondate ter­ror­is­tiche si celano gran­di inter­es­si finanziari… il Mali è il ter­zo pro­dut­tore africano d’oro… ci sono inoltre foto3giaci­men­ti di uranio, gas, baux­ite… Italia, Rus­sia, Inghilter­ra… si sono mes­si a dis­po­sizione delle truppe france­si e in poco tem­po cer­cano di spaz­zare via i Jih?disti… intan­to la popo­lazione civile — come in ogni guer­ra — viene fal­cidi­a­ta, in buona pace dei regi­mi “comu­nisti” e delle democra­zie del­lo spet­ta­co­lo. À rebours. Erava­mo in Burk­i­na Faso a fare un libro in sosteg­no ai ragazzi di un orfan­otrofio sit­u­a­to con­fi­ni con il Mali, ai bor­di del deser­to del Sahel… quan­do è infu­ri­a­ta la guer­ra tra fon­da­men­tal­isti musul­mani e l’insieme delle forze gov­er­na­tive inter­nazion­ali (che dicono di portare la democrazia a colpi di bombe e mas­sac­ri di civili)… tut­ti sape­vano e tut­ti sono sta­ti zit­ti… aerei (amer­i­cani e france­si) carichi di sol­dati e mezzi atter­ra­vano alle fron­tiere del Burk­i­na Faso, truppe spe­ciali scor­raz­za­vano sui camion ver­so il con­fine, le miniere d’oro in Burk­i­na (sfrut­tate da multi­nazion­ali canade­si) pro­teggevano i loro inter­es­si armi alla mano… la fame si vede­va dap­per­tut­to, come la pau­ra. Con alcu­ni ami­ci e gior­nal­isti di La Stam­pa e la Repub­bli­ca — pro­tet­ti da una scor­ta arma­ta — siamo andati in un cam­po profughi tuareg, allesti­to dal­la coop­er­azione inter­nazionale nel­la zona di Dorì… foto4non per il gus­to di cer­care notizie da pri­ma pag­i­na ma soltan­to per vedere e affran­car­si a quan­ti sof­frono per guerre decise ai tavoli del­la polit­i­ca dom­i­nante… la guer­ra non ci piace e la polit­i­ca dei gov­erni ric­chi, come le reli­gioni monoteiste ci fan­no schi­fo, così prefe­ri­amo mostrare la dig­nità e la bellez­za di un popo­lo attra­ver­so una man­ci­a­ta di volti… agli stu­pi­di las­ci­amo la con­vinzione che la guer­ra e il ter­ror­is­mo che pas­sano nei tele­gior­nali o nel­la stam­pa di grande tiratu­ra sia la ver­ità… tut­tavia nel Web cir­colano libere infor­mazioni e mal­gra­do i ten­ta­tivi di cen­sura che proven­gono dai cen­tri di con­trol­lo (dall’immacolata con­cezione del potere), nes­suno può più imbavagliare la lib­ertà né la ver­ità. C’è un tem­po per dis­ve­lare e c’è un tem­po per rac­cogliere e indig­nar­si… il nos­tro tem­po. In Africa tut­ti fan­no affari con tut­ti… armi, oro, dia­man­ti, gas, acqua, coltan, petro­lio, ter­reni per la sem­i­na­gione di piante trans­geniche il cui Dnaè sta­to mod­i­fi­ca­to con tec­niche di ingeg­ne­r­ia genet­i­ca foto5(sovente i loro effet­ti sono risul­tati dev­as­tan­ti per la dis­truzione del­la bio­di­ver­sità con con­seguen­ze dis­as­trose per il genere umano, come scrive Van­dana Shi­va)… sono sac­cheg­gio delle multi­nazion­ali e dei gov­erni (tut­ti) che sosten­gono dit­ta­tori-fan­toc­cio e si spar­tis­cono le ric­chezze del “con­ti­nente nero” (nel sangue dei poveri più poveri del­la ter­ra). Tut­ti stan­no al gio­co, la chiesa inclusa, e tut­ti sono respon­s­abili di cri­m­i­ni commes­si con­tro l’umanità. In Africa l’oppressione sociale è forte e il mar­chio del­la menogna reli­giosa, feroce… a pagare con la vio­lazione del­la lib­ertà, del­la gius­tizia, del­la vita, sono sem­pre le donne, i bam­bi­ni e gli indife­si… l’organizzazione del potere mon­di­ale (finanziario-politi­co) è la gogna eretta con­tro gli ulti­mi, chi non ha voce né volto… là dove il potere militare/religioso molti­pli­ca le guerre, il cap­i­tale finanziario molti­pli­ca i div­i­den­di… i popoli impov­er­i­ti sono oppres­si dal­la dot­t­ri­na del potere che fal­si­fi­ca tut­ti i rap­por­ti sociali e attra­ver­so i par­ti­ti, i sin­da­cati, i saperi, i media… impone la servitù e la col­o­niz­zazione dei mer­cati glob­ali. A dis­pet­to di quel­lo che i poten­ti foto 6chia­mano pro­gres­so, “l’uomo non è usci­to dal­la con­dizione servile nel­la quale si trova­va quan­do era espos­to debole e nudo a tutte le forze cieche che com­pon­gono l’universo” (Simone Weil, dice­va)… una Car­ta aut­en­ti­ca del­la vita sociale non è sta­ta anco­ra scrit­ta né sono mai state prat­i­cate Utopie di accoglien­za, fra­ter­nità, sol­i­da­ri­età dove gli uomi­ni han­no davvero scon­fit­to la loro schi­av­itù e ass­apo­ra­to la felic­ità più piena. I saprof­i­ti del­la polit­i­ca, del­la finan­za, delle reli­gioni monoteiste, dei saperi addo­mes­ti­cati… sono i tenu­tari del­la cosa pub­bli­ca e chi non sta al loro gio­go viene emar­gina­to, carcer­a­to o ucciso… ripu­di­amo con dis­gus­to lo spet­ta­co­lo (mediocre, mafioso, crim­i­nale) del­la men­zogna elet­torale che rap­p­re­sen­tano e ridi­amo del loro ter­rore di perdere il potere — quan­do gli uomi­ni in lib­ertà can­celler­an­no per sem­pre tut­ti i nemi­ci del genere umano —. La bellez­za vi sep­pel­lirà. In Africa la polit­i­ca saprof­i­ta del­la banche, dei gov­erni for­ti, dei regi­mi autori­tari, delle reli­gioni monoteiste… for­ag­giano riv­olte, insur­rezioni, colpi di Sta­to e la grande indus­tria, gli eserci­ti, le polizie, la buro­crazia, le impo­sizioni com­mer­ciali… per­me­t­tono a una mino­ran­za di priv­i­le­giati di sof­fo­care i dirit­ti più ele­men­tari degli uomi­ni e man­ten­gono in ginoc­chio l’intera uman­ità. L’oppressione sociale tut­tavia si por­ta dietro anche i fuochi di ritorno di uomi­ni e donne in riv­ol­ta… saran­no loro — pri­ma o poi — che con ogni mez­zo nec­es­sario si faran­no pro­tag­o­nisti del­la pro­pria esisten­za lib­er­a­ta e lascer­an­no un seg­no indelebile di bellez­za, accoglien­za e fra­ter­nità nel mon­do. Con queste idee in tes­ta ci siamo aggi­rati — fin quan­do è sta­to pos­si­bile — in un cam­po profughi Tuareg (Burk­i­na Faso) che ospi­ta 4000 per­sone fug­gite dal­la guer­ra in Mali… è attrez­za­to per accoglierne oltre 20.000… las­ci­amo alla bellez­za dei loro volti il rifi­u­to del carat­tere oppres­si­vo del­la soci­età con­tem­po­ranea. Lì un vec­chio tuareg ci ha las­ci­a­to in sorte un det­to: “Nel­la vita incon­tr­erai tre tipi di per­sone: quelle che ti cam­bier­an­no la vita, quelle che ti rovin­er­an­no la vita e quelle che… saran­no la tua Vita”. Quan­do gli uomi­ni si accorg­er­an­no del­la loro fame di bellez­za, di gius­tizia, di amore, divam­perà la riv­o­luzione nelle strade del­la ter­ra.

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