La medicina e il rispetto dei loro retaggi culturali
PIOMBINO 16 giugno 2013 — Ormai da molti anni sono presenti nella nostra realtà sanitaria, in Italia, in Toscana e in Val di Cornia, diverse etnie, ma l’accoglienza, soprattutto per quanto riguarda la donna straniera che necessita del controllo sanitario, si deve confrontare, in alcuni casi, con retaggi culturali non facilmente superabili. Penso alla presenza di operatori di sesso maschile, alla non comprensione della lingua italiana unita alla difficoltà di frequentare corsi di insegnamento dedicati. Tale situazione obbliga ad avere presente un terzo interlocutore: un familiare, un mediatore culturale…..Spesso per la delicatezza delle informazioni sanitarie unita alla riservatezza della persone è il marito che, nella maggioranza dei casi, svolge il doppio ruolo di “interprete e traduttore” delle domande che vengono poste. Allo stato attuale, per facilitare l’accesso ai servizi sanitari offerti viene utilizzata anche in val di Cornia una sorta di “guida” informativa tradotta in varie lingue e sono stati cercati mediatori culturali per comprendere al meglio le richieste . Da quanto riferito , l’atteggiamento nei confronti del reparto ma anche più in generale, nei confronti dell’intera struttura ospedaliera è comunque di grande fiducia e sicurezza.
L’accesso alle strutture pubbliche, pur non esistendo attualmente un ambulatorio dedicato a straniere, è comunque attento alle esigenze manifestate, come del resto nei confronti dell’utenza in generale
In realtà non è cambiato molto l’atteggiamento degli operatori nel proporre un modello sanitario e questo si può interpretare o come limite (ostacoli anche culturali), o come il massimo possibile nella attuale situazione (anche economica). D’altra parte se confrontiamo i dati nazionali e regionali l’assistenza sanitaria in Toscana è in buona posizione e così in particolare l’attenzione alle varie necessità verso le donne straniere (percorso nascita, scelte chirurgiche), è forte. D’altra parte da tempo ormai la Regione Toscana ha applicato un’assistenza sanitaria totale per le fasce più deboli.
(Foto di Pino Bertelli)