La memoria perché la barbarie non si ripeta
PIOMBINO 31 maggio 2014 — Quattordici studenti dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore “EINAUDI — CECCHERELLI” di Piombino hanno partecipato, insieme ad un’altro istituto superiore, al viaggio della Memoria organizzato dall’ARCI COMITATO TERRITORIALE Piombino — Val di Cornia — Isola d’Elba e dall’Archivio Storico del Comune di Piombino, in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza di Livorno.
Dall’8 all’11 aprile hanno visitato la città di Monaco di Baviera e il Campo di concentramento di Dachau.
La selezione di coloro che hanno usufruito di questa importante opportunità è avvenuta attraverso la stesura di un elaborato scritto proposto a tutti gli studenti delle classi quinte.
La scelta è avvenuta tenendo conto della sensibilità, dell’interesse personale e delle motivazioni emerse nel lavoro in classe e attraverso la lettura dei temi che riguardavano l’importanza della memoria per comprendere l’oggi e il ruolo dei “Giusti”, persone che hanno messo a rischio la loro vita per il bene degli altri, di fronte alla tragedia dell’Olocausto.
Di seguito alcune riflessioni degli studenti tratte dai diari di viaggio.
FRANCESCA CIAPONI
…C’era una struttura, che prima serviva per smistare i deportati, una sorta di museo, dove erano presenti oggetti e documenti che testimoniavano l’accaduto. Qui mi ha colpito molto la scritta in tedesco sul muro che diceva “vietato fumare”… E’ stato molto toccante quando ho visto il grosso libro nel quale erano contenuti i nomi delle vittime in quel campo di concentramento… Spero che si continui a ricordare per non dimenticare… Solo la Memoria, infatti, permetterà a noi nuove generazioni di poter costruire un mondo in cui tutti gli uomini si sentiranno uguali nel rispetto delle diversità razziali, culturali, religiose, socio-economiche e sessuali.
ANITA BIANCO
Inizialmente prima dell’ingresso a Dachau l’atmosfera era leggera e spensierata, la classica gita insomma… Ormai tutti sanno cos’è un campo di concentramento però è vista quasi come una cosa irreale, come una leggenda… Di solito, anche se difficile, si tende a voler oscurare i brutti momenti e far sparire tutto ciò che li riguarda, ma fortunatamente quell’edificio colmo di brutti ricordi è ancora lì. Quando ho visto per la prima volta, di persona, i forni crematori, ho sentito come una fitta allo stomaco ed è stata una delle sensazioni più forti che ho provato nel campo… Questo viaggio per me è stato molto importante, mi ha fatto capire che la sete di potere porta a danneggiare egoisticamente tutti gli altri attorno a sé, ma anche che la forza di volontà e l’altruismo possono resistere a tutto ciò.
FRANCESCA TROIANO
Sono grata a chi mi ha permesso di fare quest’esperienza, prima capivo solo che l’olocausto era una disgrazia, ma ora capisco che è molto di più, lo senti dentro, non è spiegabile a parole… Quest’esperienza ha cambiato il mio modo di vedere le cose e spero che anche ad altre persone che hanno visitato il luogo abbia fatto lo stesso effetto. L’immagine dei forni mi rimarrà impressa penso per sempre, non riesco ancora a capacitarmi che all’interno sono morte migliaia di persone e che quando finì il carbone, i corpi vennero ammassati tutti da una parte, come degli oggetti, come delle fragili foglie secche raccolte dal prato, per poi toglierle di mezzo perché danno fastidio.
ALESSIA GUERRIERI
Lì ho pianto all’idea di camminare sopra quel pavimento dove giacevano migliaia di cadaveri e con un nodo alla gola sono uscita. E’ stata un’esperienza che mi ha segnata e che mi è stata utile per comprendere al meglio gli orrori commessi dall’uomo nel passato.
ANGELA RUOCCO
Varcare la soglia del cancello di Dachau è una di quelle esperienze che ti cambia la vita perché puoi davvero renderti conto delle atrocità commesse. Nessun libro, documentario o fotografia ha potuto suscitare in me quella sensazione ricevuta nel vederlo dal vivo: visitare le baracche dove i prigionieri dormivano ammassati come animali… Vedere con i miei occhi mi ha fatto memorizzare alcune immagini che resteranno nella mia memoria per sempre, così che possa ricordare e trasmettere ad altri questa esperienza che davvero mi ha cambiata… ribrezzo, angoscia al solo pensiero che un uomo, se così può essere definito, può commettere nei confronti di un suo simile, solo perché si sente un essere superiore… Noi giovani dobbiamo coltivare la memoria affinchè quelle barbarie commesse non accadano più… La paura del diverso si trasforma in xenofobia, in omofobia, in odio verso le donne… Facciamo tesoro del diverso, apriamoci agli altri, facciamo esperienza di un nuovo mondo davvero, guardiamo gli altri con gli occhi della curiosità e non con gli occhi del rifiuto.
ALESSIA DE VIVO
Tutti dovrebbero almeno una volta nella vita entrare in un campo di concentramento, in modo tale da poter apprezzare ciò che abbiamo, invece di lamentarci costantemente di ciò che potremmo avere… Tutti abbiamo il diritto di conoscere ciò che è avvenuto e il dovere di ricordare. Ricordare per non negare, ricordare perché la storia insegna, ricordare perché uomini, donne e bambini, senza colpa, sono stati torturati e portati alla morte… Non dobbiamo permettere che le generazioni future vivano una simile tragedia, ma dobbiamo tramandare il ricordo di ciò che il passato ci insegna… Regnava il silenzio dell’indifferenza, quel silenzio che noi dobbiamo rompere per far sì che tutti conoscano e che tutti riflettano, perché ricordare quanto accaduto ieri serve anche ad avere un paradigma utile per l’oggi, se non vogliamo che i fantasmi del passato si ripresentino, i giovani devono trovare motivi per volare in alto… Dobbiamo impegnarci e fare memoria della Shoah, poiché conoscere e meditare questa parte di storia, aiuta a tenere vigile la coscienza, affinchè non si ripetano più gli orrori del passato.
FRANCESCA DAUCCIA
E’ stata un’esperienza molto toccante e significativa ma penso che a rendere l’idea della sofferenza provata e della cattiveria esercitata su milioni di persone siano più le immagini delle parole… E’ piuttosto facile diffondere l’idea che debbono essere escluse dalla collettività persone con determinate caratteristiche fisiche o sociali, soprattutto nella società odierna caratterizzata da condizionamenti dove si cerca di pensare e di comportarsi tutti allo stesso modo. Per questo oggi è indispensabile ricordare e non ignorare… Pertanto è necessario non rimanere nell’indifferenza e mettere a conoscenza di certi avvenimenti anche le generazioni future.
SOUFIAN YOUNSSI
Durante il viaggio ho meditato e pensato su cosa poteva succedermi, che sensazioni avrei provato… In quel momento sono uscite tutte le sensazioni forti, tristezza, dolore, nervosismo, indignazione e poi pietà verso ogni tedesco nazista e soprattutto disprezzo verso il governo hitleriano. Tutto questo fa pensare a cosa può portare la pazzia di un uomo e l’odio verso gli altri, bisogna capire che ciò che è stato fatto è sbagliato e non si deve più ripetere… Ho ripensato ai Giusti, a chi ha avuto il coraggio di dimenticarsi di se stesso per aiutare gli ultimi. Questo comportamento deriva da delle scelte che sono tra le più difficili che ci siano, perché il riuscire a vincere la paura di essere uccisi, a superare il timore di fare la stessa fine di tutte quelle persone mutilate e devastate psicologicamente, è dovuto a quella forza interiore che ha permesso loro di scegliere il bene, la solidarietà, l’amore per gli altri. Coloro che sono riusciti a non rimanere impassibili, indifferenti di fronte a tale crudeltà devono considerarsi “beati”, persone dal cuore puro, uomini di Dio che hanno disubbidito alle leggi umane per obbedire alla legge dell’Amore… Anch’io vorrei avere quella forza, trovare dentro di me il coraggio di fare scelte importanti per sconosciuti, estranei, solo perché miei fratelli… Tutto questo ci fa capire che se in ogni persona si riuscisse a tirar fuori il suo buono, la sua bontà, ci potrebbe essere un mondo migliore e tali crudeltà potrebbero non essere mai accadute… I giusti si sono fatti carico della sofferenza altrui, cercando con tutti i mezzi di aiutare gli indifesi, i perseguitati e la cosa bella è che non si sono accorti di ciò che hanno fatto, si sono dimenticati dei loro gesti perché considerati normali. Tutti gli uomini che hanno aiutato chi veniva e viene ancora oggi discriminato, hanno guardato le miserie dei fratelli, le hanno toccate, se ne sono fatte carico e hanno operato concretamente per alleviarle, andando al di là e al di sopra di ogni ideologia… E’ sempre possibile, per ogni essere umano, fare delle scelte alternative eche ognuno di noi, nella propria realtà, può e deve fare qualcosa per impedire l’odio e la violenza. Pertanto, è necessario che le coscienze si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla condivisione. Noi giovani siamo il futuro della società, quindi dobbiamo smettere di pensare solo ed esclusivamente a noi stessi, chiusi nel nostro egoismo, dobbiamo avere il coraggio di non essere indifferenti di fronte alle ingiustizie, vincere le nostre paure e lottare per il bene comune, donando serenità, pace e speranza a tanti fratelli e sorelle avvolti nel buio.
FRANCESCO ZUCCONI
“Siamo già arrivati?” come è possibile che nessuno si sia accorto di cosa accadeva là dentro? Eppure era molto vicino alle case… Il campo è molto grande ed il pensare a quante persone siano passate di lì mi fa rabbrividire… I forni crematori erano in fondo, nascosti tra gli alberi… Visitare un campo di concentramento è un’esperienza che ti forma e ti fa capire che non dobbiamo mai giudicare le persone per la loro razza o religione, affinchè certi fatti non si ripetano… Ma l’orrore non è finito! Il fatto che oggi ci siano movimenti neonazisti e razzisti mi fa riflettere molto; basti pensare all’antisemitismo e all’odio che certi movimenti hanno contro gli immigrati e contro tutte le diversità. Credo che dovremmo stare molto più attenti al presente, perché certi fatti non si ripetano.
MARIO SAMMARITANO
Tutti sanno ciò che è accaduto, ma quanti hanno visitato quei luoghi che hanno macchiato la storia dell’Europa e si sono ritrovati a pensare di vivere quel momento?… Quando stai lì ad immaginare senti un nodo alla gola e tutto questo non lo credi possibile. Anche oggi saresti portato a non credere che una cosa del genere possa accadere, ma ti sbagli: gli stati hanno bombe atomiche sempre pronte al lancio, i popoli si fanno la guerra e si uccide in nome di qualcosa che è astratto, come un dio che non esiste e dico non esiste perché non resterebbe a guardare tutto questo e non vorrebbe una guerra in suo nome. Dio ci lascia liberi, tutto è in mano agli uomini, sono loro a fare le scelte. L’uomo ha sempre vantato di essere il soggetto più intelligente del regno animale, ma è poprio questa differenza che porta l’uomo ad essere una bestia. In fin dei conti “quale topo costruirebbe una trappola per topi?”
VITTORIO GORINI
…Il campo era molto vicino alla città di Dachau. Appena entrato dal cancello sono stato colpito dalla scritta “il lavoro rende liberi”. Abbiamo visitato il museo costruito nella grande stanza dove i nazisti smistavano i prigionieri. Successivamente abbiamo visto i bagni, i dormitori e i luoghi dove gli Ebrei lavoravano. Lontano dal campo, divisa da un piccolo fiume con un ponte di legno, si trovava la zona dei forni crematori e delle docce… E’ stata un’esperienza toccante, che mi ha fatto riflettere molto.
FRANCESCA NOFERI
… La mia esperienza a Dachau mi ha segnato molto, a partire dal cancello di entrata dove vediamo la scritta “Arbeit macht frei”, il lavoro rende liberi, ma liberi non lo sarebbero mai stati. Pensare ciò che provavano i deportati sapendo che forse non sarebbero riusciti a sopravvivere, ciò che avrebbero dovuto sopportare una volta oltrepassato il cancello; tutto questo mi provoca moltissima tristezza e tanta rabbia…Ho visitato tutto il campo, comprese le baracche, dove dormivano in condizioni pessime, e i forni crematori. Questi ultimi mi hanno fatto molto effetto, facendomi venire addirittura i brividi; lì venivano eliminate le ultime tracce che rimanevano dei deportati uccisi. Leggendo sui libri di storia non ci rendiamo conto di quanto è stato orribile ciò che è stato fatto all’interno dei campi di sterminio fino a che non sei sul posto… Pensando di non avere più la dignità di essere un uomo o una donna con un nome e un cognome, avendo un numero tatuato sulla pelle come segno di riconoscimento…
FRANCESCO MANNOCCI
Non è affatto semplice riportare le sensazioni provate nel campo di Dachau; non lo è per nessuno, difficile rivivere tali momenti e difficile dire cosa provavamo: ho sentito molte testimonianze di sopravvissute, letto articoli, visto film, documentari e per quanto possano essere commoventi, dettagliati e toccanti, non potranno mai far capire a fondo come ci si può sentire all’interno di un lager. Subito all’entrata, anche se non c’è, percepisce un inquietante silenzio, all’interno delle strutture l’aria si fa pesante, ti senti soffocare e tu, che sei un semplice visitatore, senti un desiderio di libertà perchè ti senti imprigionato… nei dormitori rivivi le esperienze dei detenuti come se fossi anche tu prigioniero. Riguardo ai forni crematori stavo immobile, in silenzio, a fissarli…
SOFIA NENCIONI
Molto spesso gli scritti non rispecchiano le emozioni… difficile mettere nero su bianco i sentimenti, le impressioni che in questa esperienza di sicuro non sono mancate. Quasi impossibile rendere giustizia a tutto quello che abbiamo provato e vissuto, ma anche se sembrerà scontato, il sentimento che più si addice a questa esperienza forse è la rabbia, mista ad uno stupore che non avrà mai fine. Quando ti trovi davanti a dei forni crematori, alle camere a gas dove sai che ci sono passati milioni di persone, centinaia e centinaia di ragazze come te non riesci a pensare, non riesci a capire. Ti appaiono solo immagini, volti scarni con occhi pieni di disperazione. Metabolizzi solo dopo, quando ormai sei in una stanza di albergo, stanca e di sicuro sconvolta, che quella molto probabilmente è stata l’esperienza più formativa, profonda e interessante alla quale tu abbia mai partecipato e che difficilmente riuscirai a dimenticare.…