La perla della rimessa in marcia dell’altoforno

PIOMBINO 18 agos­to 2017 — Nel 1991 si parla­va del prog­et­to Utopia, un prog­et­to sec­on­do il quale veni­va sposta­ta tut­ta la fab­bri­ca, tut­ta l’area a cal­do, un prog­et­to di molti mil­iar­di di lire che è rimas­to, appun­to, un’ “utopia”. Siamo arrivati al 2017 ed un gov­er­no ci sta addor­men­tan­do, anzi ci sta annien­tan­do.
E come?
Pri­mo pun­to: per scelta gov­er­na­ti­va è sta­to fer­ma­to un alto­forno dicen­do che non pote­va essere più pro­dut­ti­vo per vari motivi,  la tec­nolo­gia vec­chia,  l’inquinamento, ma soprat­tut­to per­ché gli alto­forni era­no una rimes­sa; nel frat­tem­po però un impren­di­tore, il cav­a­lier Arve­di, acquis­ta­va l’altoforno di Tri­este per pro­durre ghisa e adop­er­ar­la per i forni elet­tri­ci di Cre­mona, abbat­ten­do così i costi del rot­tame, quin­di facen­do tut­to il con­trario di quan­to pre­vis­to dal gov­er­no per Piom­bi­no. Per­ché non l’hanno las­ci­a­to in mar­cia finché non trova­vano un com­pra­tore che poi avrebbe val­u­ta­to il da far­si ? Sem­plice­mente per­ché è sta­to deciso che a Piom­bi­no non dove­va essere più cola­to acciaio. Sec­on­do pun­to: è usci­ta fuori la per­la del­la pos­si­bile rimes­sa in mar­cia non solo di un alto­forno ormai mor­to e sepolto, ma anche di una acciaieria inesistente. Ques­ta è vera­mente una grossis­si­ma bal­la, e lo dico con ragion vedu­ta essendo un operaio, ex del­e­ga­to del­la Fiom, che ha lavo­ra­to 18 anni in acciaieria. È sta­to val­u­ta­to l’impatto di avere un’acciaieria in mar­cia in cit­tà oggi, nel 2017? E poi, sec­on­do voi, un padrone dovrebbe accettare un socio di mag­gio­ran­za in casa sua? Ma ci pren­dono vera­mente per ton­ti ? Questo è vera­mente un prog­et­to per annientar­ci, con un meto­do vera­mente uni­co: alla fine la chiusura defin­i­ti­va del­la fab­bri­ca sarà col­pa dei lavo­ra­tori e del­la cit­tà per­ché ci diran­no: “Ave­va­mo trova­to un com­pra­tore, ma voi non l’avete volu­to.”
Ter­zo pun­to: abbi­amo la pos­si­bil­ità di met­tere in atto il prog­et­to Utopia che dove­va essere real­iz­za­to dall’IRI , il padrone Afer­pi ha (o quan­to meno ave­va) un prog­et­to che conos­ci­amo tut­ti, in cui è pre­vis­to lo sposta­men­to del la fab­bri­ca fuori dal­la cit­tà, un prog­et­to che tut­ti stan­no fre­nan­do, il gov­er­no in prim­is. Oggi anche in Ger­ma­nia stan­no otte­nen­do i presti­ti ponte (ulti­ma notizia il caso del­la Air Berlin). Per­ché non è pos­si­bile con­cedere un presti­to ponte ad Afer­pi? E cosi sarebbe real­iz­za­to il famoso prog­et­to Utopia? Invece no, anzi, sono tut­ti con­trari a ques­ta oper­azione  e questo per­ché, come ho det­to pri­ma, il prog­et­to è chi­ud­ere defin­i­ti­va­mente la fab­bri­ca.
Ma per­ché il gov­er­no non fa da garante per i finanzi­a­men­ti?
Quar­to pun­to: molto sem­plice, in Fran­cia lo fan­no, per­ché non NAZIONALIZZARE?
ORA, NON SI TRATTA DI TIFARE O ESSERE INNAMORATI DELLE NAZIONALIZZAZIONI, SI TRATTA DI ESSERE SOLO REALISTI E LAVORARE PER NON PERDERE I POSTI DI LAVORO, PERCHÉ NON IMPORTA CHI VIENE A PIOMBINO , PUÓ VENIRE ANCHE IL SIGNOR ROSSI, MA IN QUESTA CITTÁ E IN QUESTO TERRITORIO NON DOBBIAMO PERDERE IL LAVORO E SOPRATTUTTO NON DOBBIAMO PERDERE LA DIGNITÁ E I DIRITTI SUL LAVORO. È TROPPO FACILE VENIRE A PIOMBINO E TRATTARE CON I LAVORATORI PRESI PER FAME E TOGLIERE LORO TUTTI I DIRITTI: SI SAPPIA, FUORI DELLA FABBRICA C’È UNA REALTÁ LAVORATIVA SOLA E SI CHIAMA GIUNGLA.

Mas­si­mo Lami, Andrea Mar­i­anel­li ex  del­e­gati Fiom RSU AFERPI

Una risposta a “La perla della rimessa in marcia dell’altoforno”

  1. Leonardo Mezzacapo says:

    Nel 1991 ho lavo­ra­to per oltre un anno a quel“progetto utopia”, che conosco come le mie tasche, poi abban­do­na­to sem­plice­mente per­chè tutte le utopie han­no nat­u­ral­mente fine quan­do si raf­frontano con la realtà. Già allo­ra era finanziari­a­mente scon­ve­niente un prog­et­to di quelle dimen­sioni in Italia, mai e poi mai avrebbe avu­to un ritorno eco­nom­i­co in tem­pi ragionevoli. Le stesse con­sid­er­azioni e val­u­tazioni le ho fat­te di fronte a ques­ta mega acciaieria in pad­ule e pos­so aggiun­gere che il sign­or Rebrab è sta­to con­sid­er­a­to da subito inaf­fid­abile per­chè palese­mente ines­per­to o, nel miglior dei casi, “mal con­siglia­to” da molti addet­ti ai lavori esper­ti del mon­do del­la siderur­gia. Ma poi gli even­ti si sono susse­gui­ti con l’or­dine alla SMS ed applausi a sce­na aper­ta da parte di politi­ci, sin­da­cal­isti e media che tut­to han­no fat­to fuorchè esercitare un ruo­lo criti­co e di appro­fondi­men­to sia del sogget­to che del­la sua pro­pos­ta. Venen­do ad oggi non si può che ritenere pura fol­lia la rimes­sa in mar­cia di un ciclo inte­grale come il prece­dente ed al riguar­do con­di­vi­do le vostre con­sid­er­azioni. Le ho già sin­teti­ca­mente espresse in una let­tera pub­bli­ca­ta dal Telegrafo ven­erdì pas­sato e cre­do che sul­l’ar­go­men­to non mer­i­ti spre­care ulte­ri­ori parole. Meri­ta invece a mio modesto avvi­so doman­dar­si per­chè, anche da parte del sin­da­ca­to, in tutte le sue com­po­nen­ti, sia man­ca­ta la volon­tà di appro­fondire un prog­et­to di trasfor­mazione del­l’ac­ciaieria (piano B) da con­ver­ti­tori a forno elet­tri­co, mal­gra­do abbia cer­ca­to di spie­gar­ne tut­ti i van­tag­gi ambi­en­tali rispet­to alla prece­dente acciaieria e di fat­tibil­ità rispet­to al mega prog­et­to di Afer­pi.
    Ecco, tut­to ciò mi è sem­bra­to incom­pren­si­bile: una totale colpev­ole man­can­za di curiosità che, men­tre potrei persi­no “com­pren­dere” per altri soggetti,trovo inac­cetta­bile per chi come il sin­da­ca­to ha il ruo­lo pri­or­i­tario del­la dife­sa del lavoro e delle pro­fes­sion­al­ità, sen­za esclud­ere niente pur di rag­giun­gere gli obi­et­tivi. Ho purtrop­po trat­to con­sid­er­azioni neg­a­tive da ques­ta vicen­da, ma voglio augu­rar­mi che non sig­ni­fichi la fine di una cul­tura e di una sto­ria fat­ta di sac­ri­fi­ci e di know how per­chè sarebbe triste e per me inac­cetta­bile.

Commenta il post