La scarsa competitività della Toscana non aiuta
PIOMBINO 14 settembre 2013 — Ai fini di un progetto di reindustrializzazione conta molto l’ambiente in cui la reindustrializzazione avviene, nel caso di Piombino l’ ambiente toscano.
Ci possono aiutare le informazioni che derivano dagli studi dell’ Unione Europea ha misurato nel 2010 e nel 2013 il livello di competitività delle Regioni europee.
La competitività di un territorio può essere definita come la capacità di una località o di una regione di generare redditi elevati e crescenti e di migliorare condizioni di vita delle persone che vi abitano. Per calcolarla sono stati presi in considerazione undici i pilastri a loro volta raggruppati in tre gruppi.
Il gruppo di base include i pilastri Istituzioni, Stabilità macroeconomica, Infrastrutture, Salute, Istruzione primaria e secondaria.
Il gruppo efficienza include i pilastri Istruzione superiore/Formazione e Apprendimento lungo tutto l’arco della vita, Efficienza del mercato del lavoro, Ampiezza del mercato.
Il gruppo Innovazione include i pilastri Capacità tecnologica, Qualità e complessità negli affari, Innovazione.
Questi i dati del 2013.
La Toscana in una graduatoria che comprende 262 Regioni si trova al 180° posto nel gruppo di base, al 155° nel gruppo efficienza e al 156° nel gruppo innovazione. Nella graduatoria che li comprende tutti è al 160° posto.
Queste le posizioni nei singoli pilastri:
Istituzioni, 224°
Infrastrutture, 121°
Salute, 28°
Istruzione superiore/Formazione e Apprendimento lungo tutto l’arco della vita, 190°
Efficienza del mercato del lavoro, 161°
Ampiezza del mercato, 96°
Capacità tecnologica, 218°
Qualità e complessità negli affari, 59°
Innovazione 145.
Per rendere significativa la comparazione tra i risultati dell’analisi del 2010 con quella del 2013 sono stati usati solo i dati omologhi dato che alcuni sono parzialmente cambiati. Il risultato, dal quale si evince i passi indietro compiuti dalla Toscana in termini di competitività complessiva sono i seguenti: