Il referendum sulla sanità non s’ha da fare
SUVERETO 30 gennaio 2016 — Mentre i medici dell’ospedale di Villamarina stanno per indire uno sciopero per la situazione lavorativa insostenibile causata dai tagli, è bene ricordare che il 21 gennaio è entrato in vigore il cosiddetto “decreto Lorenzin” sull’appropriatezza delle prescrizioni. Passato sostanzialmente sotto silenzio, si tratta di un cambiamento radicale nel rapporto fra pazienti e medici, soprattutto quelli di famiglia.
I curanti d’ora in poi potranno “segnare” determinate prestazioni a carico della Servizio sanitario nazionale, fra cui esami radiologici o analisi di laboratorio, soltanto se saranno soddisfatte determinate condizioni, cioè se il malato corrisponde ai criteri per cui la prestazione in questione può essere garantita gratuitamente (salvo il ticket) dallo Stato.
Fra questi esami ce ne sono alcuni molto comuni che finora si era abituati a chiedere o a sentirsi proporre comunemente dal dottore, come per esempio il “colesterolo”, nelle sue varie declinazioni; ora invece ci si potrebbe sentir dire dal medico che non può prescrivercelo se non abbiamo una certa età o se non è passato un certo tempo dall’ultima volta che lo abbiamo eseguito. Lo stesso potrebbe accadere per una Tac della colonna vertebrale o per altri esami del sangue, come alcuni che riguardano la funzionalità epatica e così via (in tutto sono più di 200 le prestazioni elencate nel decreto). Il medico dovrà riportare il numero-nota nella prescrizione insieme alle lettere che indicano le condizioni di erogabilità e le indicazioni di appropriatezza.
In questo scenario drammatico per la sanità la Regione Toscana, per bocca del Collegio di garanzia (sostituito da Enrico Rossi pochi mesi prima della sua naturale scadenza per costruirlo a sua immagine e somiglianza) ha sentenziato la mancanza di democrazia del governo Pd.
Brevemente la storia.
La LRT 28/2014 varata prima della scadenza del mandato, figlia dei tagli lineari alla sanita’ imposti dallo Stato, aveva un effetto devastante sui servizi sanitari della nostra regione. I cittadini organizzati raccolgono in 2 mesi oltre 56mila firme per chiedere il referendum abrogativo di tale legge. Il governo Rossi e il Pd temendo una Caporetto cambiano le carte in tavolo per aggirare la possibilità di svolgere il referendum e varano in fretta la LRT 84/2015 che in un articolo abroga la LRT 28/2014, ma nel suo impianto assorbe tutti i principi fondanti e le importanti modifiche introdotte. La fretta di approvare la 84/2015 porta il Pd a decimarla di molti articoli, rigettando tutti gli emendamenti messi in campo dalle minoranze, risultato: viene varata una norma zoppa e piena di errori, taluni strutturali, che di fatto ad oggi ne impediscono la piena attuazione.
Nel frattempo il Collegio di garanzia valida le firme, che superano abbondantemente quelle necessarie per legge e quindi il referendum si può fare modificando il quesito, visto che l’abrogazione della LRT 28 e’ stata sorpassata dalla LRT 84. Il Collegio di garanzia sentenzia pochi giorni fa che non ci sono i termini per modificare il quesito, sancendo la fine della possibilita’ di fare il referendum.
“Rigettare e negare la possibilità di esprimersi attraverso un referendum ai cittadini è un grave atto che non può passare inosservato a tutti i cittadini, anche a coloro che hanno votato e sostenuto la candidatura di Rossi. Questa arroganza è insopportabile, ma non ci arrendiamo, dobbiamo pretendere che la voce dei cittadini sia ascoltata. Ci sarà un ricorso al Tar contro questa decisione e partiremo con la raccolta firme per un nuovo quesito referendario. La Regione Toscana ha fatto un clamoroso autogol con questa mossa perché raccoglieremo oltre 100mila firme e stavolta il referendum si dovrà fare e se il Pd ne uscirà sconfitto Enrico Rossi e l’assessore Saccardi dovranno dare le dimissioni.