DOPO L'ATTENTO AL GIORNALE SATIRICO DI PARIGI

La risposta: ancor più democrazia ma non ingenuità

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Redazione

PIOMBINO 8 gen­naio 2015 — Non si può non essere d’accordo con il capo dell’Ansa toscana Ste­fano Fab­bri che ha scrit­to: “Siamo di fronte all’undici set­tem­bre dell’informazione”. I gior­nal­isti di Char­lie Heb­do,  stor­i­ca riv­ista parig­i­na di sati­ra, era­no ad un tavo­lo per una delle tante riu­nioni di redazione nelle quali si decide il numero del prossi­mo gior­nale; un colpo alla por­ta e una infini­ta serie di raf­fiche. In un sec­on­do dod­i­ci di loro sono pas­sati dal più bel lavoro del mon­do al buio del­la morte. Non ci sono parole per com­mentare l’episodio, un attac­co totale, igno­bile, insen­sato ad uno dei fon­da­men­ti del­la nos­tra democrazia, a quel­la lib­ertà che con­sente di par­lare, di esprimer­si di pro­nun­cia­re forte e chiaro, quan­do è il caso, il pro­prio no.
matita spezzataIl ter­ror­is­mo ha col­pi­to il cuore di ciò che anni di sto­ria, di lotte, di pas­sione e di pro­gres­so ci han­no regala­to.
Chi vive nei gior­nali, anche nel più minus­co­lo organo di infor­mazione, si sente aggred­i­to, offe­so nel­la pro­prio dig­nità e nel pro­prio spir­i­to di servizio. Nes­sun cro­nista, a nes­sun liv­el­lo, può allon­tanare dal­la pro­pria mente il pen­siero assil­lante alle tante riu­nioni di redazione a cui ha parte­ci­pa­to e che sono state sim­ili all’ul­ti­ma dei gior­nal­isti di Char­lie Heb­do.
Stile Libero, che è una minus­co­la cres­ta d’onda dell’oceano dell’informazione, avverte questi sen­ti­men­ti, è vici­no ai famil­iari dei mor­ti e, nel con­dannare l’attentato nel­la for­ma più totale, vuole ricor­dare quel­lo che dopo la strage di decine di gio­vani a Oslo nel 1991 ebbe a dire il pri­mo min­istro laburista norveg­ese Jens Stoltenberg “Noi non abban­do­niamo i nos­tri val­ori. La nos­tra rispos­ta è più democrazia, più trasparen­za e più uman­ità. Ma non inge­nu­ità”.

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