La sanità “irrobustita” continua a perdere pezzi

· Inserito in Spazio aperto

PIOMBINO 6 novem­bre 2017 — La san­ità ter­ri­to­ri­ale sem­bra essere in via di dis­mis­sione: le notizie che appre­di­amo dal­la stam­pa sono vera­mente pre­oc­cu­pan­ti. I pazi­en­ti onco­logi­ci devono pagare per sot­to­por­si alla radioter­apia, gli infar­ti non pos­sono accedere alla rivas­co­lar­iz­zazione coro­nar­i­ca nei tem­pi pre­visti dai pro­to­col­li sci­en­tifi­ci, i trasfer­i­men­ti pos­sono somigliare a vere odis­see quan­do man­ca il per­son­ale addet­to, i pic­coli inter­ven­ti chirur­gi­ci, quel­li per i quali non è richi­es­ta alcu­na com­p­lessità, ver­ra­no dirot­tati tut­ti a Volter­ra che dovrebbe diventare il polo di rifer­i­men­to di tut­ta l’Area Vas­ta Nord Ovest per gli inter­ven­ti sem­pli­ci che richiedono solo un giono di degen­za (Day Surgery).
All’or­mai acquisi­to pel­le­gri­nag­gio san­i­tario cui i cit­ta­di­ni del­la Val di Cor­nia devono sot­to­por­si per avere prestazioni san­i­tarie adeguate, con costi e sac­ri­fi­ci spes­so insosteni­bili, si van­no ora ad aggiun­gere anche i viag­gi per i trat­ta­men­ti sem­pli­ci, quel­li per i quali non è richi­es­ta alcu­na stru­men­tazione ad alto con­tenu­to tec­no­logi­co e che han­no un carat­tere poco più che ambu­la­to­ri­ale: gli uni­ci residui che era­no sta­ti promes­si alle per­iferie. Dopo l’ac­cor­pa­men­to delle All volu­to dal­la rifor­ma san­i­taria toscana, che ha spoglia­to gli ospedali minori e con­cen­tra­to le risorse nei gran­di cen­tri, ora si costringono i cit­ta­di­ni a spostar­si anche per le prestazioni più sem­pli­ci, ques­ta vol­ta ver­so un noso­comio dis­tante qua­si 100 chilometri e con una stra­da non cer­to di facile per­cor­ren­za. Oltre tut­to le preno­tazioni dovran­no pas­sare attravero i repar­ti, con ovvie lunghe liste di atte­sa. È facile prevedere che i cit­ta­di­ni si riv­ol­ger­an­no alle strut­ture pri­vate, con­siderati anche i tick­ets (che in Toscana sono tra i più alti) da pagare, le liste e i dis­a­gi degli sposta­men­ti. Siamo di fronte ad un sis­tema san­i­tario reso sem­pre più inac­ces­si­bile e che incre­men­ta in misura cres­cente il ricor­so al pri­va­to. Per chi può per­me­t­terse­lo.
Le politiche del gov­er­no cen­trale (a gui­da PD) e regionale (a gui­da PD) stan­no poten­zian­do la san­ità pri­va­ta e trasfor­man­do il dirit­to alla salute in un priv­i­le­gio per pochi.
I prin­cipi di equi­tà e di uni­ver­sal­ità , che carat­ter­iz­za­vano il nos­tro servizio san­i­tario sono un ricor­do lon­tano: se abiti in Val di Cor­nia devi affrontare dis­a­gi, spese e umil­i­azioni che i cit­ta­di­ni dei gran­di cen­tri non han­no. Cit­ta­di­ni di serie A e di serie B. Noi dob­bi­amo pagare per accedere alle radioter­apie, e in caso di IMA non abbi­amo le stesse garanzie degli altri, o di notte dob­bi­amo essere trasfer­i­ti a Livorno per urgen­ze che potreb­bero avere una rispos­ta in loco.
Han­no reso i nos­tri servizi sem­pre meno acces­si­bili, ad ogni liv­el­lo: liste di atte­sa sur­re­ali, rap­por­to più bas­so tra oper­a­tori e popo­lazione e per­centuale più bas­sa di posti let­to di tut­ta l’Asl, dif­fi­coltà di acces­so ai ricov­eri, dimis­sioni veloci che scar­i­cano sulle famiglie il peso del­l’as­sis­ten­za ai malati, prestazioni ambu­la­to­ri­ali min­ime lim­i­tate solo alla mat­ti­na dei giorni feri­ali, sposta­men­ti not­turni su ambu­lanze ver­so l’ospedale di Livorno, man­can­za di posti let­to per le cure inter­me­die, un pron­to soc­cor­so inadegua­to sul quale si river­sano tutte le crit­ic­ità di un sis­tema di pro­tezione insuf­fi­ciente, due postazioni di ambu­lan­za med­ical­iz­za­ta, per un baci­no di uten­za di oltre 50mila per­sone, che si riducono a una sola in caso di parten­za per la rete IMA o Stroke o per altre gravi emer­gen­ze.
Gli ammin­is­tra­tori locali con­tin­u­ano a par­lare di val­oriz­zazione dei servizi locali, ma la nos­tra san­ità con­tin­ua a perdere pezzi. La tan­to decla­ma­ta “rete tra Val di Cor­nia e Val di Ceci­na” pre­vista per aggi­rare il decre­to Bal­duzzi, non esiste: abbi­amo due debolezze, Ceci­na e Piom­bi­no, che gal­leg­giano in una sor­ta di lim­bo dal futuro incer­to. Ceci­na e Piom­bi­no si stan­no “con­tenden­do” i pri­mariati e i servizi, com­p­rese l’urolo­gia e la sala di emod­i­nam­i­ca, in una lot­ta per aggiu­di­car­si le brici­ole delle risorse dirot­tate su altre zone dis­tret­to, evi­den­te­mente più for­ti politi­ca­mente, come ad esem­pio Pra­to e Mas­sa.
Gli ammin­is­tra­tori locali, invece di con­tin­uare a par­lare a vuo­to di “irro­bus­ti­men­to” del­la strut­tura e di “poten­zi­a­men­to dei servizi”, devono risposte ai cit­ta­di­ni.

Un’Al­tra Piom­bi­no
Assem­blea San­vin­cen­z­i­na
Assem­blea popo­lare di Suvere­to
Comune dei Cit­ta­di­ni

 

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