La sanità morta o moribonda sotto un mare di carte
PIOMBINO 20 gennaio 2020 — L’ultimo prodotto è il “PIANO PER IL POTENZIAMENTO E LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI OSPEDALI DI CECINA E PIOMBINO, IN INTEGRAZIONE CON LA SANITÀ TERRITORIALE, Rev. 6, Pisa 23 ottobre 2019” approvato dalla Assemblea dei Soci della Società della Salute Valli Etrusche il 24 ottobre 2019 (per la verità esiste anche il “PIANO PER IL POTENZIAMENTO E LA RIQUALIFICAZIONE DEGLI OSPEDALI DI CECINA E PIOMBINO, IN INTEGRAZIONE CON LA SANITÀ TERRITORIALE, Rev. 7, Pisa 23 ottobre 2019” ma non risulta essere mai stato pubblicato all’Albo pretorio della SdS).
È forte il dubbio che l’una e l’altra versione, più che programmi realistici, attuabili e verificabili, possano essere quei piani che la stessa Regione Toscana afferma tendere “a sovrastimare l’ammontare degli investimenti di cui si prevede la realizzazione nel periodo oggetto di pianificazione, basandosi, evidentemente, più sulla misura dei fabbisogni emergenti che sulla effettiva “capacità produttiva” dei Dipartimenti Tecnici delle aziende sanitarie (i cui organici non possono essere dimensionati alle necessità teoriche, per comprensibili esigenze di compatibilità con l’equilibrio economico), e sottostimando i tempi di aggiudicazione delle gare per l’assegnazione delle forniture e/o dei lavori”.
Insomma piani che o non si attuano o non si attuano negli anni stabiliti.
In riferimento a quello di cui parliamo né nella deliberazione della Società della Salute né nel Piano stesso vi è alcun riferimento alla durata temporale cioè ai tempi entro cui andrà in attuazione. E se prendiamo la tempistica individuata dalla deliberazione n. 846 dell’ 1 luglio 2019 della Giunta Regionale Toscana “Piano di azione per lo sviluppo dell’offerta di servizi ospedalieri e territoriali integrati per la Val di Cornia e possibile ridefinizione del suo bacino territoriale “naturale”: costituzione della Commissione tecnica”, che afferma che “nel corso del biennio 2019–2020 verranno definiti nel dettaglio, con specifici provvedimenti, gli interventi da attuare in modo da assicurare la piena operatività del piano di azione”, si capisce bene come il piano della Società della Salute sia del tutto inattuabile in quei tempi. Cosa che, del resto, è ben presente alla stessa SdS dato che nella deliberazione scrive: “di dare atto che, successivamente, nell’eventualità che se ne rilevi la necessità, anche in considerazione della rilevanza economica dei progetti inseriti nel Piano di Potenziamento stesso, di precedere in seno all’Assemblea dei Soci della SdS eventuali aggiustamenti di quanto previsto, nell’ottica di una maggiore ottimizzazione delle risorse”.
Per capire di cosa si parla basta considerare il fatto che in relazione alla parte investimenti
- il piano della SdS prevede investimenti per 7.287.620 euro,
- per tutta la Regione la Giunta Regionale prevede ogni anno 50 milioni di euro,
- nel 2019, anno in cui per il piano non è stato stanziato nemmeno un euro, all’ intera Azienda USL Toscana Nord Ovest sono stati assegnati 16 milioni di euro,
- viene più volte ufficialmente esplicitato che viene data dalla Regione Toscana la precedenza ai progetti definitivi che saranno completati prima degli altri ed ai lavori che per primi saranno cantierabili,
- per i progetti inseriti nel piano della SdS viene per lo più affermato che si tratta di idee o al massimo studi di fattibilità.
In altre parole il dubbio che emerge è che il piano della SdS somigli a tanti altri piani che in questi ultimi quindici anni sono stati scritti e non realizzati, cosa che peraltro era già evidente anche ad una semplice lettura.
Alcuni esempi lo dimostrano:
- è prevista la ristrutturazione complessiva del Pronto Soccorso di Piombino, il costo è pari a 5.734.000 euro e siamo al progetto di fattibilità,
- è prevista la ristrutturazione per l’adeguamento dei requisiti autorizzativi/accreditamento del Punto nascita di Piombino, il costo è pari a 200.000 euro ma non esiste progettazione,
- è prevista l’istituzione del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura a Piombino, il costo della ristrutturazione locali è pari a 484.000 euro ma esiste solo una relazione del gruppo di lavoro per la progettazione della struttura.
E poco importa che per le spese di gestione si prevedono 2.711.600 euro da finanziare con il Fondo Sanitario Regionale Indistinto alle Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale perché l’assegnazione iniziale per il 2020 all’ Azienda USL Toscana Nord-Ovest è stata di 2.096.912.851,39 euro, per il 2019 2.040.250.256,15 euro, per il 2018 2.040.250.256,15 e per il 2017 1.979.032.496,04 euro e dunque sarà ben difficile reperire anche una sola parte delle risorse necessarie per aumentare lo stanziamento per la SdS Valli Etrusche.
Del resto la stessa deliberazione regionale 846 del dell’1 luglio 2019 “Piano di azione per lo sviluppo dell’offerta di servizi ospedalieri e territoriali integrati per la Val di Cornia e possibile ridefinizione del suo bacino territoriale “naturale”: costituzione della Commissione tecnica”, da cui il piano della SdS discende, aveva le stesse caratteristiche, già evidenziate da Stile libero Idee dalla Val di Cornia nell’articolo Piano sanitario come le buche, come gli ascensori.
Le caratteristiche, cioè di un elenco sterminato di obiettivi per la sola Val di Cornia, ma con “l’attivazione di risposte specifiche, anche integrate con aree territoriali limitrofe di diversa Area Vasta (Alta Maremma), nell’ambito di percorsi specialistici e di reti cliniche regionali”, che facilmente non potevano non apparire fuori misura dato che la stessa deliberazione assumeva l’impegno che “nel corso del biennio 2019–2020 verranno definiti nel dettaglio, con specifici provvedimenti, gli interventi da attuare in modo da assicurare la piena operatività del piano di azione”.
Un po’ di informazioni
Società della Salute (SdS) secondo la Regione Toscana
Sono soggetti pubblici senza scopo di lucro, costituiti per adesione volontaria dei Comuni di una stessa zona-distretto e dell’Azienda USL territorialmente competente, per l’esercizio associato delle attività sanitarie territoriali, socio-sanitarie e sociali integrate.
Sul territorio della Toscana, ci sono attualmente 15 Società della Salute e 11 zone distretto senza SdS.
Le Società della salute, integrando i servizi e le attività di Comuni e Aziende sanitarie, lavorano per offrire alle persone risposte unitarie ai bisogni sociosanitari e sociali e diventano l’unico interlocutore e porta di accesso ai servizi territoriali.
Sulla base di dati sullo stato di salute della popolazione locale, le SdS descrivono gli obiettivi e programmano gli interventi sociosanitari territoriali per raggiungerli. La conoscenza delle caratteristiche epidemiologiche di un territorio e la partecipazione sono essi stessi fattori importanti per la salute del singolo e della comunità.
Si occupano di stili di vita e di promozione della salute e sulla base di dati sullo stato di salute della popolazione locale, descrivono gli obiettivi e programmano gli interventi sociosanitari territoriali, nonché di quelle del sistema integrato di interventi e servizi sociali di competenza degli enti locali, per raggiungerli.
Organizzano e gestiscono le attività sociosanitarie della non autosufficienza e disabilità e le attività di assistenza sociale individuate dal piano sanitario e sociale integrato regionale.
Ciascuna SdS è dotata di 5 organi:
l’Assemblea dei soci, composta dal direttore generale dell’azienda Usl e dal sindaco o da un componente della giunta di ciascun Comune aderente,
il Presidente, che ha la rappresentanza generale,
la Giunta esecutiva formata di norma da tre componenti,
il Collegio sindacale,
il Direttore, che svolge anche il ruolo di responsabile di zona-distretto.
La SdS Valli Etrusche è composta dai Comuni di Bibbona, Casale Marittimo, Castagneto Carducci, Castellina Marittima, Cecina, Guardistallo, Montescudaio, Riparbella, Rosignano Marittimo, Santa Luce, Campiglia Marittima, Monteverdi Marittimo, Piombino, San Vincenzo, Sassetta, Suvereto, Azienda USL Toscana Nord Ovest.
L’Azienda USL Toscana nord ovest ha inglobato le ex ASL di Massa Carrara, Lucca, Pisa, Livorno e Viareggio.
Estratto della deliberazione della Giunta Regionale n. 846 dell’ 1 luglio 2019 “Piano di azione per lo sviluppo dell’offerta di servizi ospedalieri e territoriali integrati per la Val di Cornia e possibile ridefinizione del suo bacino territoriale “naturale”: costituzione della Commissione tecnica”
“…DELIBERA
di procedere alla definizione, entro 60 giorni dall’approvazione del presente atto, di un piano di azione per lo sviluppo dell’offerta di servizi ospedalieri e territoriali integrati per la Val di Cornia i cui punti cardine sui quali concentrare le azioni sono rappresentati da:
1. valorizzazione e rilancio delle attività presenti nel Presidio ospedaliero di Piombino, con particolare riferimento a:
• Rete dell’emergenza-urgenza e reti tempo-dipendenti promuovendone l’integrazione nella rete ospedaliera regionale per le patologie tempo dipendenti
• Rete materno infantile promuovendone la piena integrazione nella rete materno infantile aziendale e regionale e alla rete pediatrica anche per la gestione del bambino in condizioni critiche
• sviluppo di tutte le possibili azioni per il mantenimento futuro del Punto nascita dell’ospedale a seguito di deroga da parte del Ministero della Salute e con l’obiettivo tendenziale dell’ottenimento della stessa, inclusi gli investimenti professionali e strutturali necessari
• consolidamento in sicurezza, anche strutturale, delle attività di Ortopedia, Chirurgia generale, Medicina, Servizio trasfusionale, Urologia, Radiologia, Senologia, Oculistica, Salute mentale anche con l’istituzione del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura
• inserimento nel Piano degli Investimenti in via di approvazione, unitamente agli interventi strutturali necessari per il materno-infantile, dell’intervento, già stimato, relativo alla ristrutturazione del Pronto Soccorso
2. riqualificazione delle attività consultoriali in rete nel territorio della zona/distretto Valli etrusche, anche sviluppando risposte nell’ambito della Rete regionale per la Prevenzione e cura dell’infertilità maschile e femminile e attività informative rivolte ai giovani in materia di malattie sessualmente trasmissibili. Per quanto riguarda in particolare i percorsi per l’assistenza alla madre e al neonato potranno anche essere sviluppati specifici temi progettuali inerenti alle situazioni di fragilità in area materno infantile da declinare con particolare attenzione agli aspetti della intercettazione precoce, alla presa in carico e alla continuità assistenziale
3. potenziamento attività distrettuali per la gestione delle patologie croniche degenerative con proiezione delle attività specialistiche nei Centri Socio Sanitari e Casa della Salute
4. potenziamento dell’Oncologia (CORD) e dei percorsi di prossimità per migliorare la qualità della vita delle persone affette da tumore in particolare sottoposte a terapia chemioterapica e in follow up; ulteriore sviluppo delle risposte per il fine vita
5. introduzione di misure innovative per la presa in carico efficace del paziente in relazione alle caratteristiche orografiche e infrastrutturali del territorio, mediante il potenziamento della telecomunicazione
6. definizione delle risposte sanitarie alle risultanze del Profilo di Salute del territorio e delle indagini epidemiologiche recenti come lo Studio Sentieri – V° Rapporto 2006–2013 (sanità di iniziativa per la prevenzione cardio-vascolare, sorveglianza sanitaria ex esposti amianto, liste di attesa diagnostica e visite specialistiche per prevenzione, diagnosi e cura tumore tiroide e tumori/malattie apparato digerente, diagnosi prenatale e presa in carico malformazioni congenite, interventi di prevenzione primaria a tutela della salute riproduttiva).”.