La sanità nella Val di Cornia tra tagli e rischi
PIOMBINO 18 settembre 2015 — L’equità deve risultare elemento chiave quando si forniscono le cure sanitarie, a maggior ragione in momenti di crisi. Occorre quindi garantire equo accesso alle prestazioni sanitarie e questo si traduce con il dire che l’utilizzo dei servizi e le cure devono avvenire in modo omogeneo a parità di bisogni e a prescindere da caratteristiche individuali o dal reddito o dalla residenza geografica o istruzione e così via.
E’ noto che la crisi economica che ha colpito Piombino negli ultimi dieci anni ha provocato nelle famiglie stagnazione o declino dei livelli di reddito e di ricchezza .
Se poi aggiungiamo, come è doveroso, il fatto che la popolazione dei Comuni della Val di Cornia è più anziana della popolazione dell’ intera provincia di Livorno, della Toscana e dell’ Italia possiamo capire come la situazione sociale di Piombino e del suo comprensorio sia del tutto particolare perché unica geograficamente, socialmente ed anche economicamente.
Siamo infatti lontani ottanta chilometri dal primo ospedale provinciale, stiamo invecchiando più che altrove e, secondo studi recenti, Piombino, fra le città di oltre trentamila abitanti, è la più povera della Toscana.
Non è quindi difficile comprendere per noi della Val di Cornia la gravità di una diminuzione della quantità e della qualità dei servizi sanitari.
E questo accadrà davvero dal momento che ci saranno tagli da parte del Governo al finanziamento della sanità e che la Toscana ha varato una legge sanitaria che punisce fortemente le strutture della dimensione pari a quella di Piombino.
Occorre invece modificare, qui in Toscana, il modo di funzionare degli ospedali, degli ambulatori, dell’assistenza domiciliare, il ruolo dei medici di medicina generale. Se questo non sarà fatto quanto prima presto inizieremo a contare i danni. Il potere dei direttori generali è stato straordinario e fuori luogo. Essi, come abbiamo ben visto qui da noi, hanno agito senza vincoli di confronto con i territori e le forze sociali. La Regione ha affidato alla loro spada il compito di tagliare e loro hanno tagliato in periferia senza riorganizzare e ciò ha portato un risultato sicuro: i bisogni di salute hanno avuto meno risposte, coloro che hanno più bisogno avranno di meno, chi non ha voce o strumenti ( euro ) per farsi valere rimarrà solo con il suo male. Ora tale compito, per completare l’ opera, è stato affidato ai super commissari delle nuove macroaree che con la nuova riforma si sono sviluppate al posto delle singole Asl.
Io penso esattamente il contrario di quanto è stato deciso dalla Regione toscana.
Per me non si renderà la sanità più efficiente e più efficace concentrando nelle strutture ospedaliere complesse la gran parte dei servizi, ma l’esatto contrario. È necessario spostare una parte consistente degli interventi meno complicati dai grandi ospedali a strutture più leggere e meno costose e contemporaneamente eliminare le attuali duplicazioni tra le specialità di altissimo livello (ad esempio le cardiochirurgie).
Così facendo si potrà reggere alla carenza di finanziamenti mentre al contrario si annunciano tagli solo nei servizi ospedalieri periferici. Piombino ne è un esempio clamoroso.
Accennavo all’età media della popolazione della Val di Cornia che quasi incredibilmente è fra le più alte in Italia. Circa il 60% degli uomini oltre i 60 anni di età soffre di disturbi della minzione che possono essere secondari all’ipertrofia prostatica o ad altre componenti dovute a un’alterata funzione vescicale. Si stima poi che circa il 30% degli uomini sopra i 65 anni, soffra di sintomi urinari severi legati all’ipertrofia prostatica. Inoltre la neoplasia prostatica è attualmente la neoplasia solida maligna più frequente nell’uomo: costituisce circa il 15% di tutte le neoplasie maschili ed è la seconda causa di morte per tumore nell’uomo, dopo la neoplasia polmonare. La fascia di età più colpita sono gli uomini al di sopra dei 65 anni, con un picco di incidenza tra i 72 ed i 74 anni.
Fino a dieci anni fa l’ospedale di Piombino poteva contare sull’attività di una struttura complessa di urologia, con a capo un primario che s’interessava anche di Cecina e Portoferraio. Venivano eseguiti interventi chirurgici molto difficili che implicavano oltrechè la bravura dell’equipe chirurgica anche un’alta professionalità della struttura di supporto.
Tutto questo non c’è più, anzi oggi non esiste una forma di organizzazione che possa rifarsi all’urologia. Molto più semplicemente operano in regime ambulatoriale due professionisti che non possono far altro che visite ambulatoriali. Non vanno in sala operatoria e non fanno reperibilità notturne e festive.
Se di notte hai disturbi non sopportabili di natura urologica preparati ad essere trasferito a Livorno. La cosa non è proprio piacevole, i molti che hanno già vissuto questa situazione possono fare da testimoni.
È accaduto così che nel giro di pochi anni un’attività tanto necessaria quanto utile sia scomparsa di fatto dall’ospedale di Piombino. L’impressione è che se non si interverrà subito questo servizio sarà soppresso. Voci in merito corrono insistentemente nei corridoi di Villamarina.
La cosa si ripete in tutta evidenza con il laboratorio analisi divenuto di fatto una sezione delle poste italiane dato che la maggior parte dell’orario di lavoro viene utilizzato dagli operatori sanitari nel compito di impacchettare e inviare a Livorno i vari materiali biologici (sangue, urine, feci, espettoratie così via).
L’Asl afferma che tutto questo è fatto per migliorare la qualità del prodotto e per risparmiare economicamente, cosa che non corrisponde alla realtà.
Prima di ogni altra cosa sia chiaro che noi della Val di Cornia vorremmo essere trattati per quanto attiene i fattori di rischio biologico così come si procede per gli abitanti di Livorno e per tutta la Toscana. Cosa voglio dire è molto semplice e per questo farò un esempio . Mentre il paziente con una glicemia molto alta a Livorno potrà essere rintracciato nella mattinata perchè il test è stato eseguito nel giro di una o due ore dal prelievo, quello della Val di Cornia potrà essere avvertito dei pericoli che corre, per sé e per gli altri, con quell’alto tasso glicemico nel sangue solo verso le 17 del pomeriggio. Infatti avviene nel pomeriggio l’esecuzione degli esami inviati a Livorno e non certo, come ora, la mattina.
Qualcuno può sostenere che sia la stessa cosa? Credo di no.
Naturalmente questo non vale solo per la glicemia perchè indagini, ad esempio, come l’emocromo o i tempi di coagulazione del sangue è risaputo che prima si fanno meglio è perchè ne va sia dell’esattezza del risultato sia della la possibilità di informare il paziente sulla pericolosità di un’ eventuale forte anemia o di un sanguinamento interno molto pericoloso.
Del risparmio non è necessario argomentare: è sufficiente sapere che gli strumenti e i reattivi di Piombino sono identici a queli di Livorno e che il personale sanitario è giovane per essere pensionato e nel contempo non può essere spostato per legge.
E allora perchè questa organizzazione? Come diceva un politico tutto meno che scemo “ a pensare male si fa peccato ma spesso ci s’indovina “, così ora c’è il forte sospetto che dietro queste operazioni un po’ folli ci siano volontà mosse dal desiderio di intascare compensi promessi a suo tempo per il raggiungimento di progetti obiettivi. Non importa se e quanto sbagliati. Vale anche in sanità il detto “più si guadagna meglio è“.
Un’altra decisione molto discutibile, anzi sbagliata, è la soppressione sei giorni su sette della reperibilità otorinolaringoiatra. Cosa accadrà in caso di tracheotomia urgente quando in ospedale non è presente l’otorino? E questa assenza si verifica il pomeriggio e la notte di sei giorni ogni settimana?
Allora cosa fare? Dobbiamo accettare queste decisioni senza dire nulla, senza la minima opposizione, senza protestare? In realtà la politica se vuole può fare molto. I nostri rappresentanti, a partire dal Sindaco con l’aiuto del consigliere regionale, dei deputati nostrani e dei sindacati, devono intervenire e devono farlo con decisione, senza esitare in discorsi adatti solo a perdere tempo.
La città di Piombino e la Val di Cornia meritano, anzi hanno diritto, allo stesso trattamento di città come Pontedera, Viareggio, Camaiore, Fucecchio, Montevarchi e così via.
Sostenere che l’attività di urologia è più giusto che sia collocata a Piombino che a Livorno non deve essere considerato una bestemmia. Basta vedere, nel merito, le possibilità che hanno i cittadini livornesi di accedere a un tale servizio e confrontarle con quelle che hanno i cittadini di tutto il comprensorio della Val di Cornia e dell’Elba.
Il governatore Rossi non può dichiararsi amico e sostenitore di Piombino e contemporaneamente spogliarci di tutti i servizi sanitari. Di un’amicizia così si può fare benissimo a meno.
Bravo Luigi Faggiani,
hai pienamente ragione.
I problemi di oggi vengono da lontano, dal1980 o almeno da quando fu fatta la scelta di ampliare Villamarina anziché fare una nuova struttura in zona più raggiungibile da parte di tutta la Val di Cornia, per esempio nella zona di Fiorentina in prossimità della stazione ferroviaria o a Montegemoli.
Con quello che costò l’ampliamento penso che si sarebbe potuto fare anche una nuova struttura.
Altra scelta di quei tempi che ha penalizzato Piombino fu quella di fare un nuovo ospedale come quello di Cecina che si trova a una sola mezz’ora da quelli di Livorno o Pisa e quindi non era così indispensabile.
L’ospedale a Fiorentina avrebbe avuto anche il servizio della stazione ferroviaria che sarebbe servita come metropolitana di collegamento sia con il porto per l’Elba, sia con Piombino.
I tempi di percorrenza da San Vincenzo, Campiglia, Riotorto ecc. sarebbero stati dimezzati e la migliore viabilità avrebbe permesso di servire anche zone fuori del nostro comprensorio.
I piombinesi non sarebbero stati penalizzati perché il tempo che occorre dal centro di Piombino per raggiungere Villamarina non è inferiore a quello che sarebbe stato necessario per raggiungere Fiorentina.
La scelta di ampliare Villamarina doveva essere evitata perché la viabilità per raggiungere l’ospedale lo penalizza, cosa che non sarebbe stato per la zona di Fiorentina tant’è che chi abita a Campiglia o San Vincenzo, con la superstrada, forse fa prima a raggiungere l’ospedale di Cecina che quello di Piombino e poi non parliamo del parcheggio, c’è da fare molti scalini che potevano essere di un numero molto inferiore.
Il progetto originario prevedeva i parcheggi anche nella parte più bassa, ma fu cominciato a fare quelli in alto e quelli più agevoli e più vicini non furono realizzati.