La sanità pubblica tra liste di attesa e servizi tagliati
PIOMBINO 10 ottobre 2018 — Parliamo tanto della sanità piombinese.
Sono i fatti che spiegano meglio di ogni altra cosa come stanno le cose qui da noi. E i fatti possono essere descritti anche da pochi ma significativi esempi.
Un paziente che ha bisogno di una risonanza alla colonna, tratto lombo sacrale, senza mezzo di contrasto, dovrà aspettare fino a giugno 2019 per vedere esaudita la sua richiesta a Piombino. Ma le attese e le destinazioni non finiscono qui:
- per un ecoaddome completo appuntamento a ottobre 2019 a Cecina,
- per un doppler tronco sovraortico a novembre 2019 a Piombino,
- per una visita pneumologica con spirometria al 15 marzo 2019 a Piombino,
- per un ecocardiogramma al 2 marzo a Cecina,
- per una risonanza encefalo con mezzo di contrasto a luglio 2019 a Piombino,
- per una risonanza spalla a marzo 2019 a Livorno.
Come si vede bene si va non solo alle calende greche ma anche a 50–80 chilometri di distanza.
Non parliamo poi dei ticket perché possono arrivare anche a 48 euro per un singolo esame o seduta terapeutica. Molte famiglie sono gravate per centinaia di euro mensili.
Naturalmente di questa situazione approfitta la sanità privata, mentre sempre di più aumenta il numero di persone che rinunciano a curarsi perché non hanno soldi per andare dal privato.
Ma perché succede tutto questo che è sintomo di iniquità sociale e inefficienza strutturale?
La riforma della sanità toscana voluta dal presidente Enrico Rossi con legge regionale 28/2015 sta mostrando non solo tutti i suoi limiti ma sta peggiorando quei problemi che i toscani hanno vissuto con le riforme dei primi anni 90. Ciò non fosse bastato le ASL sono state ridotte a tre dalle dodici che erano.
E pensare che in molti nel passato hanno creduto che la Toscana fosse un baluardo della sanità pubblica, al contrario di una Lombardia dominata dalla sanità privata.
Ora è palese a tutti che le cose non stanno più così.
La politica degli ultimi tempi ha comportato la riduzione senza mezze misure del numero delle ASL e di conseguenza un accentramento dei servizi. I tagli delle strutture uniti al taglio di posti-letto e al corrispondente taglio del personale. hanno impedito come conseguenza la vicinanza del servizio ai cittadini costringendoli ad una migrazione sanitaria costosa e problematica soprattutto per i più fragili.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Come abbiamo visto sopra un controllo per una pregressa grave patologia può in molti casi trovare risposta a decine di chilometri dalla propria casa e le liste di attesa per visite ambulatoriali sono diventate così lunghe da determinare la grande fuga dal pubblico verso i privati al grido “ si salvi chi può “.
Chi possiede un portafoglio pieno si può curare nei tempi e nei modi dovuti, gli altri, dal borsellino con solo poche monetine, che si arrangino pure.
Eppure il problema delle liste di attesa si può risolvere. Ad esempio premiando con incentivi le aziende virtuose e usando la strategia del bastone minacciando di licenziamento i dirigenti incapaci di risolvere l’emergenza entro 24 mesi. Si potrebbe arrivare anche alla sospensione della libera professione fino a che non si riducono le liste di attesa.
È bene ricordare che molti medici, circa la metà di quelli in servizio, hanno l’ usanza di tenere il piede in due scarpe: metà giornata lavorano nel pubblico l’altra metà nel privato. Niente di illegale, per carità, solo che facendo così si determina una situazione per la quale i facoltosi possono fruire di diagnosi e terapie ben prima di coloro che agiati non sono.
Questo è un male, un male serio.
Piombino potrebbe, volendo, così come era uso fare nel passato, dire la propria a livello regionale, portando idee nuove, proponendo soluzioni e rivendicando ciò che fosse ritenuto necessario per il bene della comunità.
A tal proposito un altro esempio.
Un capitolo fondamentale, più volte dibattuto su questa rivista, è la realizzazione di una sala di emodinamica per rispondere finalmente ad una patologia importante come l’infarto acuto al miocardio in un’area che va da Cecina a Follonica, con tutte le colline alle spalle.
La Regione Toscana sta elaborando, da due anni ormai, uno studio per decidere il punto più adatto tra Piombino e Cecina ad accogliere questa struttura salvavita.
Ancora non se ne sa nulla e non si sa nemmeno quando questo studio sarà pronto. La storia della tela di Penelope sembra ripetersi. Eppure non ci vogliono dei premi Nobel per capire che il sito più adatto è Piombino. Ed invece.
È il caso di dire “basta con le promesse” ed è altrettanto necessario che questi signori si decidano e diano inizio fin da subito alla sua realizzazione.
Molto ci sarebbe ancora da dire e molto ancora sarà detto in merito alla sanità locale. I temi non mancano e certo Stile Libero Idee dalla Val di Cornia non li dimenticherà: ospedale, società della salute, residenze sanitarie, politiche per gli anziani e per la disabilità, accesso alle strutture, tutela della privacy e diritto di accesso agli atti.
È il caso di dire: chi più ne ha più ne metta.