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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 12 giug­no 2014 — Per i par­ti­ti gli elet­tori non con­tano nul­la. Dopo la per­for­mance del­la lista civi­ca di cen­tro destra che diven­ta Forza Italia all’insediamento del Con­siglio (in bar­ba alla volon­tà degli elet­tori), anche il PD com­pie il suo gesto di arro­gan­za polit­i­ca.
Due diri­gen­ti del PD locale ( Alber­ta Tic­ciati, seg­re­taria del cir­co­lo di Ven­tu­ri­na, e Vio­la Fer­roni, seg­re­taria del cir­co­lo di Campiglia) si sono dimesse nel­la pri­ma sedu­ta per­ché han­no assun­to l’incarico di asses­sore. L’incompatibilità tra le cariche di con­sigliere e asses­sore è chiara­mente sanci­ta dal brut­to Statu­to che la mag­gio­ran­za ha approva­to nelle prece­den­ti leg­is­la­ture. Dunque sape­vano benis­si­mo che, in caso di nom­i­na ad asses­sore, si sareb­bero dovute dimet­tere. Nat­u­ral­mente diran­no che quan­do han­no com­pi­la­to la lista non era sta­to anco­ra deciso nul­la e che solo dopo il voto il sin­da­co ha deciso d’impegnarle nel­la giun­ta.
I cit­ta­di­ni ci devono solo credere. Noi non ci cre­di­amo.
Se il giudizio del Sin­da­co sulle com­pe­ten­ze delle due gio­vani diri­gen­ti di par­ti­to è quel­lo che ha espres­so sul­la stam­pa, è lecito ritenere che non se lo è for­ma­to tra il 25 mag­gio e il 10 giug­no. Avrebbe dovu­to chieder­gli di asten­er­si dall’entrare in lista per pot­er poi assumere incar­ichi di Giun­ta.
Ma non fun­zio­nano così le logiche del PD. Si met­tono in lista nomi per pren­dere le pref­eren­ze dei cit­ta­di­ni e poi si fan­no dimet­tere. E’ così che al pos­to di Fer­roni e Tic­ciati (rispet­ti­va­mente 201 e 157 pref­eren­ze, la pri­ma e la terza) suben­tra­no in Con­siglio Lel­li e Bim­bi (rispet­ti­va­mente 85 e 83 preferenze).”Passata la fes­ta gab­ba­to lo san­to”, tan­to per capire se gli elet­tori han­no con­di­vi­so dovran­no pas­sare altri 5 anni.
Dal 2004 al 2014 la mag­gio­ran­za a gui­da PD è pas­sa­ta da 5.798 voti (72,3%) a 3.544 (50,6%), per­den­do in 10 anni qual­cosa come 2204 voti, pari al 38% dei pro­pri elet­tori. Oggi il PD, da solo,nonostante l’effetto Ren­zi, non ha più la mag­gio­ran­za asso­lu­ta. L’intera coalazione com­pos­ta da PD, PSI, Italia dei Val­ori e Comu­nisti Ital­iani rag­giunge il 50,6% dei voti vali­di e si sal­va ormai per una man­ci­a­ta di voti.
Tut­to questo dovrebbe far riflet­tere e invece la coal­izione a gui­da PD persegue impert­er­ri­ta nel gestire le isti­tuzioni come se fos­sero una suc­cur­sale di par­ti­to. Forse è per questo che tan­ti cit­ta­di­ni ci han­no chiesto di esser­ci anco­ra per i prossi­mi cinque anni.

Comune dei Cit­ta­di­ni

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