La solita inqualificabile speculazione edilizia

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SAN VINCENZO 3 set­tem­bre 2016 — Una vari­ante inco­er­ente, di grande impat­to che scon­fes­sa tutte le belle parole spese dai nos­tri ammin­is­tra­tori all’ap­provazione del Piano Strut­turale. Men­tre il Piano Rego­la­tore è rimas­to a metà per­cor­so si fan­no scap­pare i buoi dal­la stal­la col soli­to, vec­chio, inqual­i­fi­ca­bile gio­chet­to delle vari­anti antic­i­pa­to­rie che demolis­cono il con­cet­to stes­so di piani­fi­cazione del ter­ri­to­rio e dimostra­no l’anal­fa­betismo politi­co del­la mag­gio­ran­za. Com­pi­to del­la polit­i­ca è dare ind­i­rizzi strate­gi­ci chiari e dura­turi nel­la piani­fi­cazione del ter­ri­to­rio e far­lo sem­pre man­te­nen­do la pre­m­i­nen­za del­l’in­ter­esse pub­bli­co nelle scelte urban­is­tiche. In questo caso nep­pure si può par­lare di urban­is­ti­ca ma del­l’en­nes­i­mo pas­troc­chio che mette insieme tut­to e il con­trario di tut­to espo­nen­do ogni attiv­ità a rischi di incom­pat­i­bil­ità rec­i­p­ro­ca e molti­pli­ca la capac­ità edi­fi­ca­to­ria del Piano Strut­turale. Una dis­cote­ca appic­ci­ca­ta ad una strut­tura ricetti­va appic­ci­ca­ta a sec­onde case appic­ci­cate ad una dis­car­i­ca appic­ci­ca­ta ad un’area indus­tri­ale appic­ci­ca­ta alla vari­ante aure­lia anco­ra pri­va di opere di insonoriz­zazione. Un coac­er­vo che colpisce il ter­ri­to­rio agri­co­lo con­suman­done qua­si un ettaro e mez­zo e inter­clu­den­done altro anco­ra e che aggiunge ad un’area urban­is­ti­ca­mente caot­i­ca altre con­trad­dizioni ed ele­men­ti di crit­ic­ità. Lo si fa trasfor­man­do i metri quadri di attiv­ità pro­dut­ti­va in metri quadri di res­i­den­za e servizi e spo­stan­doli nei campi a sud del­l’in­cro­cio per Campiglia. Intan­to l’area “lib­er­a­ta” dalle pre­vi­sioni edi­fi­ca­to­rie, rimane nel perimetro del Piano Strut­turale in cui è ammes­sa la nuo­va edi­fi­cazione e quin­di potrà ospitare altro cemen­to. Il soli­to, vec­chio, inqual­i­fi­ca­bile gio­chet­to del­la dupli­cazione del metro quadro. A com­pletare il quadro la scarsa pos­si­bil­ità che inter­ven­ti di quel­la natu­ra in quel­l’area pos­sano avere un sig­ni­fica­ti­vo val­ore aggiun­to. La soli­ta, vec­chia, inqual­i­fi­ca­bile spec­u­lazione edilizia che piove in un ter­ri­to­rio sat­uro in cui l’in­ven­du­to rap­p­re­sen­ta già oggi un’enor­mità scon­fi­na­ta. Una polit­i­ca inet­ta, cieca e insen­si­bile all’in­ter­esse pub­bli­co. Eppure pare­va che l’in­gres­so sud del nos­tro paese fos­se già abbas­tan­za prob­lem­ati­co sia per la via­bil­ità sia per l’or­ri­bile susseguir­si di lot­tiz­zazioni di terz’or­dine fino all’im­pat­to vio­len­to dei famosi palaz­zoni tra via Bis­er­no e la vec­chia Aure­lia. Nat­u­ral­mente per­ché una sim­i­le oscen­ità pos­sa con­cretiz­zarsi sen­za prob­le­mi bisogna por­tar­la alla chetichel­la in tut­ta fret­ta in un Con­siglio comu­nale di fine estate sen­za che nul­la sia dis­cus­so pub­bli­ca­mente con la cit­tad­i­nan­za e pre­sen­tan­do la doc­u­men­tazione ai con­siglieri appe­na il giorno pri­ma del­la Com­mis­sione. Una prat­i­ca con­sol­i­da­ta che ha trasfig­u­ra­to ed imbrut­ti­to il ter­ri­to­rio ed ha abbru­ti­to la con­cezione di democrazia nel nos­tro paese.

Grup­po Con­sil­iare Assem­blea San­vin­cen­z­i­na

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