La spianificazione territoriale della Val di Cornia

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Massimo Zucconi

Si può anco­ra par­lare di piani­fi­cazione urban­is­ti­ca coor­di­na­ta in Val di Cor­nia? Vedi­amo i fat­ti. Nel 2002 tut­ti i Comu­ni del­la Val di Cor­nia trasferirono al Cir­con­dario le fun­zioni in mate­ria urban­is­ti­ca per l’elaborazione, in for­ma coor­di­na­ta, dei Piani Strut­turali. Per la ges­tione del­la fun­zione asso­ci­a­ta venne cos­ti­tu­ito un “uffi­cio urban­is­ti­ca com­pren­so­ri­ale”.
Nel 2003 la Giun­ta del Cir­con­dario decise però di dare avvio alla redazione di un piano strut­turale d’area solo per Piom­bi­no, Campiglia e Suvere­to, ma non per San Vin­cen­zo e Sas­set­ta. Per quei piani, alla cui elab­o­razione evi­den­te­mente non dove­va provvedere il Cir­con­dario, si prevede­vano forme di coor­di­na­men­to e ver­i­fi­ca.
Tra il mar­zo e il giug­no del 2007 i Comu­ni di Piom­bi­no, Campiglia e Suvere­to approvarono il piano strut­turale d’area, dimen­sion­a­to per uno sce­nario tem­po­rale di 15 anni (2005–2020). Alla sua attuazione avreb­bero dovu­to provvedere i Comu­ni con tre rego­la­men­ti urban­is­ti­ci quin­quen­nali, aus­pi­ca­bil­mente coor­di­nati nei con­tenu­ti e nei tem­pi.
Le cose non sono andate come sta­bil­i­to. Campiglia e Suvere­to han­no approva­to i rego­la­men­ti urban­is­ti­ci nel giug­no del 2011, quat­tro anni dopo l’approvazione del piano strut­turale.
Piom­bi­no ha invece ritenu­to di ritar­dare ulte­ri­or­mente per effet­tuare diverse vari­anti al prece­dente piano rego­la­tore, alcune delle quali di grande ril­e­van­za urban­is­ti­ca. Tra queste, nel 2009, la vari­ante rel­a­ti­va al por­to, alla nau­ti­ca, alle aree indus­tri­ali e alle infra­strut­ture che ha com­por­ta­to sostanziali mod­i­fiche al piano strut­turale d’area approva­to nel 2007.
Nes­suna dis­cus­sione è mai sta­ta svol­ta nei Con­sigli Comu­nali di Campiglia e Suvere­to, nonos­tante le norme avessero sta­bil­i­to che mod­i­fiche del piano strut­turale (ovunque si deter­mi­nassero) dove­vano essere approvate con­tes­tual­mente dai tre Comu­ni.
VAL DI CORNIAA giug­no del 2012 il Comune di Piom­bi­no ha adot­ta­to il pro­prio rego­la­men­to urban­is­ti­co sul­la base del piano strut­turale mod­i­fi­ca­to autono­ma­mente nel 2009. Il rego­la­men­to di Piom­bi­no non è sta­to anco­ra approva­to, ma è cer­to che non sarà più coor­di­na­to con quel­li di Campiglia e Suvere­to, nonos­tante ven­ga defini­to impro­pri­a­mente rego­la­men­to urban­is­ti­co d’area.
Intan­to San Vin­cen­zo, dal 2009, pro­cede per con­to pro­prio all’elaborazione del suo piano strut­turale. Nel 2010 è sta­to sci­olto il Cir­con­dario e non si capisce chi oggi deb­ba occu­par­si del­la ver­i­fi­ca di coeren­za con gli altri piani. Di Sas­set­ta non si han­no notizie, sal­vo con­statare la cres­cente atten­zione, con San Vin­cen­zo, ver­so i Comu­ni di Castag­ne­to Car­duc­ci e Bib­bona.
Dunque in 11 anni, più di due leg­is­la­ture, i cinque Comu­ni del­la Val di Cor­nia non sono rius­ci­ti ad elab­o­rare una piani­fi­cazione urban­is­ti­ca né uni­ca, né coor­di­na­ta, né ver­i­fi­ca­ta. I tre Comu­ni che han­no approva­to un piano strut­turale d’area lo han­no poi mod­i­fi­ca­to sep­a­rata­mente e non han­no anco­ra con­clu­so l’iter per l’approvazione dei pri­mi rego­la­men­ti urban­is­ti­ci che devono attuar­lo. In ogni caso saran­no sen­si­bil­mente diver­si per tem­pi e con­tenu­ti ed arriver­an­no ad essere oper­a­tivi con grande ritar­do rispet­to agli sce­nari pro­gram­mati­ci pre­visti.
In questi 11 anni sono cam­biati rad­i­cal­mente l’economia e i fab­bisog­ni per le abitazioni, i servizi e le attiv­ità pro­dut­tive; un tem­po stori­co tumul­tu­oso che ren­derebbe nec­es­sario ripen­sare anche quel poco che è sta­to con­clu­so. Cosa assai improb­a­bile, vis­to che ormai non esiste più nep­pure la sede isti­tuzionale per far­lo: dopo il Cir­con­dario in Val di Cor­nia non c’è più nul­la.

Una risposta a “La spianificazione territoriale della Val di Cornia”

  1. Gianfranco Benedettini says:

    Bel riepi­l­o­go. Per la sto­ria. Cose scon­tate, a volte note, a volte igno­rate, a volte impor­tan­ti, a volte insignif­i­can­ti, a volte…Il Cir­con­dario non c’è più. I cit­ta­di­ni non se ne sono nep­pure accor­ti. Era un ente di sec­on­do gra­do con del­e­ga e per grazia con­ces­sa dal­la Provin­cia per tac­itare la voglia di autono­mia che sta­va avan­zan­do.
    Sec­on­do la polit­i­ca, ora emer­gente e movi­men­tista con le stelle, clas­si­fi­ca­ta come nuo­va, il Cir­con­dario sarebbe spaz­zatu­ra. Il nos­tro vi si avvic­i­na­va parec­chio. In Fran­cia direb­bero: mor­to il re, viva il re!
    Da noi rimane la Val di Cor­nia con i suoi prob­le­mi e la sua crisi che non si risolvono al suo liv­el­lo come, in genere, è sem­pre avvenu­to. Abbi­amo sem­pre det­to che il PRG (oggi Piano strut­turale) non risolve i prob­le­mi eco­nomi­ci, tan­tomeno quel­li politi­ci.
    Oggi, invece, si guar­da agli stru­men­ti urban­is­ti­ci. Forse per con­ve­nien­za. Par­o­dian­do una attricetta: oh, come sono cadu­ta in bas­so! L’u­ni­ca cosa gan­za del pez­zo è il tito­lo: La s‑pianificazione…Bello, non ci avrei mai pen­sato!

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