La storia dei cumuli stoccati in modo incontrollato
PIOMBINO 1 novembre 2018 — Dire oggi a Piombino LI53 e far scattare la visione della nuova discarica per 2.500.000 metri cubi di rifiuti speciali attualmente sottoposta a procedura regionale di Valutazione di Impatto Ambientale è tutt’uno. Persino inutile ripetere fatti ed eventi succedutisi recentemente, comprese due manifestazioni popolari molto partecipate, interessante invece, solo a fini conoscitivi, offrire qualche elemento di conoscenza su presente e passato.
Intanto vale la pena di collocare la zona in quello che può essere chiamato il progetto RIMateria cioè nel territorio gestito da RIMateria. Si tratta del sito LI053aR definito, nella cartina sotto, Area oggetto di nuova discarica:
L’area di cui parliamo, cioè la LI053aR (da ora in poi la definiremo più semplicemente LI53, ndr), estesa per circa 15 ettari, è coperta da cumuli stoccati in modo incontrollato, derivanti dalle pregresse attività produttive, costituiti da due categorie di materiale: da una parte, le scorie di acciaieria, dall’altra il polverino d’altoforno (cosiddetto “PAF”) per circa 182.000 metri cubi. Il polverino è presente in un unico cumulo di volume pari a circa 68.500 metri cubi, mentre i restanti cumuli sono costituiti da scorie di acciaieria per un volume residuo di circa 113.500 metri cubi.
I suoli sono contaminati e così pure le acque di falda, tant’è che il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il 14 maggio 2014 evidenziava principalmente una contaminazione diffusa nei suoli dovuta a idrocarburi, idrocarburi policiclici aromatici, zinco, piombo mentre nelle acque di falda composti organo-clorurati, solventi aromatici ed idrocarburi. Per questo motivo autorizzava l’avvio dei lavori previsti da Asiu nel progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente dell’area su cui sarebbe dovuto sorgere l’ampliamento della discarica di Asiu stessa, lavori da iniziare entro quattro mesi. La storia della presentazione del progetto da parte di Asiu ancorché non avesse in concessione l’area e dei lavori non realizzati da Asiu, l’ingresso di RIMateria, la modifica progettuale approvata alla stessa RIMateria dal Ministero dell’ ambiente nell’ ottobre 2017 Stile libero Idee dalla Val di Cornia l’ha già raccontata diffusamente e non è il caso di ripeterla.
L’aspetto che ancora rimane meno chiaro riguarda come e quando questi cumuli si sono lì prodotti. Ci aiutano le ortofoto, cioè le foto aeree opportunamente trattate, dell’area, rilasciate dalla Carta tecnica comunale del Sistema Informativo territoriale del Comune di Piombino relative agli anni 2000, 2007 e 2013:
Chiara la progressione dei “cumuli stoccati in modo incontrollato” derivanti dalle pregresse attività produttive e stoccati in via “provvisoria” sull’area, allora in concessione alla Lucchini stessa, fino al 2013. Stando alle dichiarazioni di Lucchini in Amministrazione Straordinaria negli anni dal 2013 al 2015 sono stati smaltiti e non sono andati a finire nella LI53 i rifiuti industriali prodotti.
La definizione di “cumuli stoccati in modo incontrollato” è nell’atto di concessione dell’ Agenzia del Demanio dell’ 1 dicembre 2016 a favore di RIMateria e la stessa concessione è vincolata alla loro rimozione.
Dunque i cumuli dovranno essere rimossi da parte di RIMateria che ha compreso quest’operazione nel progetto della nuova discarica per rifiuti speciali LI53. Ma non si creda che questa sia stata una novità perché in realtà già nel “Progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente della porzione di area Lucchini su cui sorgerà l’ampliamento della discarica ASIU” presentato da ASIU nel 2013 (quello per cui il Ministero il 14 maggio 2014 aveva stabilito dovessero iniziare i lavori entro quattro mesi) la rimozione dei cumuli era stata indicata come condizione preliminare e necessaria alla realizzazione degli interventi di messa in sicurezza dell’area.
Andando a ritroso era lo stesso ampliamento della discarica ASIU sulla LI53 per cui la Giunta comunale di Piombino aveva iniziato il procedimento amministrativo il 13 febbraio 2008 con una deliberazione che approvava la “Proposta Progettuale per ampliamento della discarica di Ischia di Crociano nel Comune di Piombino”. La proposta individuava la nuova area da destinare all’ampliamento del sito di smaltimento, sia per ASIU che per Lucchini, nell’area Li53 e prevedeva il termine di tutti i procedimenti autorizzativi di competenza del Ministero dell’ ambiente, della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, del Comune di Piombino, dell’ Agenzia del demanio e della stessa Lucchini, compresa la progettazione definitiva, nel 31 dicembre 2008. Previsione a dir poco ottimistica.
Nonostante tutti questi precedenti, quando il 30 giugno 2015 fu firmato l’accordo di programma “Progetto di messa in sicurezza, riconversione e riqualificazione industriale dell’area di crisi industriale complessa di Piombino”, parallelo all’acquisizione da parte di Cevital dello stabilimento Lucchini, tutto, comprese le aree in proprietà e quelle in concessione demaniale, passò agli algerini ma non le aree in concessione relative alle discariche Lucchini. Nemmeno la LI53, che così rimase fuori anche dagli interventi finanziabili con i 50 milioni di euro per le bonifiche a disposizione della Regione Toscana e conseguentemente di Invitalia.
E così si torna alla nuova discarica per 2.500.000 metri cubi di rifiuti speciali da cui siamo partiti.