La storia senza fine della nuova discarica
PIOMBINO 19 ottobre 2015 - In quell’impeto comunicativo, che ormai ha sostituito la politica, la sottosegretaria Silvia Velo ha narrato (le narrazioni hanno ormai sostituito i ragionamenti) ciò che è stato deciso nella seduta della conferenza istruttoria al Ministero dell’ ambiente il 13 ottobre 2015. La Velo ha informato che le caratterizzazioni dei sedimenti effettuate e analizzate dall’Arpat, cioè l’agenzia della Regione per la protezione ambientale, e dall’Ispra, cioè l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale del ministero dell’ambiente, dovrebbero portare in tempi brevi a una riduzione del perimetro del Sin di Piombino, cioè della zona di interesse nazionale individuata localmente ai fini della bonifica ambientale. Staremo a vedere.
La sottosegretaria si è dimenticata però di parlare di un altro oggetto della discussione che ha chiamato in causa l’Asiu. Presenti l’assessore comunale Marco Chiarei, con tecnici dello stesso Comune di Piombino e dell’ Asiu, l’argomento all’ordine del giorno era apparentemente anodino : « Collaudo dei piazzali in Pavital».
Sembrerebbe un argomento di ordinaria amministrazione ed invece, leggendo il verbale, proprio non lo è. Si tratta infatti della messa in sicurezza dell’area cosiddetta area “LI053a”, una zona in concessione demaniale alla Lucchini ed interna allo stabilimento siderurgico su cui — si dice da tempo — è previsto l’ampliamento dell’attuale discarica Asiu.
Proprio perché terreni in concessione demaniale ad altri, l’Asiu non aveva su quell’area nessuna titolarità né, conseguentemente, alcun obbligo di effettuare bonifiche. E dunque non si capisce come potesse presentare — in effetti così è stato — un progetto di bonifica probabilmente non poco costoso con la sola giustificazione che la zona era da sempre considerata strategica per la soluzione del problema della costruzione della nuova discarica necessaria per non mandare in emergenza l’intero ciclo dei rifiuti solidi urbani della Val di Cornia nel momento in cui la vecchia era ormai all’esaurimento.
La storia dell’iter per realizzare un nuovo sito di stoccaggio dei rifiuti abbraccia alcuni anni ed è caratterizzata da passaggi che meritano di essere riassunti.
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L’Asiu ha presentato, a luglio 2013, al Ministero dell’ ambiente proprio il « progetto di bonifica e messa in sicurezza permanente della porzione di area Lucchini su cui sorgerà l’ampliamento della discarica Asiu »;
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La conferenza dei servizi in sede istruttoria ha esaminato, a novembre 2013, il progetto ed ha prescritto all’Asiu una serie di modifiche ed integrazioni;
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L’Asiu ha presentato, a dicembre 2014, il progetto modificato;
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Si è arrivati a maggio 2014 quando il Ministero dell’ambiente con un decreto d’urgenza ha autorizzato, ovviamente all’ Asiu, l’avvio dei lavori di bonifica e messa in sicurezza;
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Passa appena un mese e l’Asiu comincia a far presenti alcuni problemi. Mentre il 29 gennaio 2014 l’Asiu aveva sollecitato il Ministero dell’ambiente scrivendo che l’autorizzazione aveva lo scopo di “…dare più rapido avvio alla fase preparatoria della esecuzione dei lavori…”, alla fine di giugno scriveva che “ad oggi Asiu non ha ancora la titolarità delle aree oggetto dell’intervento e la Lucchini si trova sottoposta ad una misura di amministrazione straordinaria per cui non risulta possibile prevedere l’avvio dei lavori nei tempi indicati nel decreto d’urgenza…”.
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Addirittura a novembre scriveva di ritenere superato il progetto, confermava il proprio inresse a realizzare nell’area la nuova discarica comprensoriale, esprimeva la propria formale disponibilità ed impegno a partecipare per le quote di propria competenza agli oneri di messa in sicurezza della falda che verrà determinato e realizzato a livello comprensoriale;
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Al Ministero si devono essere molto inquietati perchè il presidente della Conferenza dei servizi ha chiesto esplicitamente in sede di riunione un aggiornamento sullo stato di attuazione delle opere e sulla prospettiva di utilizzo dell’area. Il rappresentante dell’Asiu ha risposto molto chiaramente che l’Asiu non è il soggetto responsabile e non è il titolare dell’area oggetto del decreto e che, come più volte evidenziato, ci sono delle difficoltà tecniche per la realizzazione dell’intervento, confermando inoltre che sull’area verrà realizzata una discarica.
La conferenza dei servizi, fermi restando gli obbighi giuridici di cui al decreto d’urgenza, ha chesto all’ Asiu di presentare entro 30 giorni un elaborato tecnico nel quale devono essere dettagliate tecnicamente le motivazioni per cui non sono ancora iniziati i lavori previsti, nonché le eventuali proposte di variante al progetto approvato.
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Soldi spesi e tempo sprecato, insomma, ma la cosa ancora più curiosa è che all’assemblea dell’ Asiu convocata, a luglio, per l’approvazione del bilancio 2014 (chiuso con un deficit di 847.196 euro), l’amministratore unico aveva categoricamente affermato : ” … Nei giorni immediatamente precedenti l’approvazione del presente bilancio si sono concluse le trattative con l’Amministrazione straordinaria Lucchini Spa per l’acquisizione della loro discarica di servizio che dovrebbe portare nelle disponibilità di Asiu nuovi spazi di discarica da destinare allo smaltimento di rifiuti speciali per circa 100 mila metri cubi. Tale accordo aprirà inoltre la strada ad un ampliamento della discarica Asiu attualmente in uso utilizzando gli spazi tra le due discariche creando ulteriori volumetrie aggiuntive. Se la nostra zona deve gestire lo smantellamento di navi, ma anche di porzioni importanti del vecchio stabilimento, bonificando, ne consegue che abbiamo bisogno di discariche, unitamente ad impianti ad hoc per intervenire, che siano in grado di fare proposte economiche concorrenziali, dotandosi di impianti di dimensioni adeguate. Questo aspetto trova la sua logica risposta con la risoluzione della partita identificata nell’area LI53, sicuramente adeguata per capienza. Questa risposta mostra i propri limiti generati dai tempi richiesti nonchè dai costi realizzativi. La soluzione è comunque strategica sia per le dimensioni, sia per il valore generato dagli spazi di conferimento…”.
Come è chiaro tutto il tempo impiegato, tutte le persone utilizzate, tutti soldi spesi ad oggi si sono dimostrati completamente inutili ed il problema dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani in Val di Cornia è tutto da risolvere. Non c’è dubbio che l’ Asiu ha mille responsabilità ma questo non deve oscurare le altrettanto gravi responsabilità dei Comuni proprietari che ovviamente non potevano non sapere. Non sembra nemmeno che l’assessore Chiarei, presente alla conferenza governativa dei servizi in rappresentanza del Comune di Piombino, abbia avuto la cortesia di esprimere il pare del Comune che, come spesso ricorda, è l’azionista di maggioranza di Asiu.
Ma del resto non solo il Comune sapeva ma seguiva, forse ispirava, certo accettava l’enfasi che su questo argomente l’Asiu poneva in una maniera che dimostra se non altro le conseguenze nelle quali si incorre quando si scambia l’amministrazione con la propaganda.
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La dimostrazione, al riguardo esiste. L’Asiu, a giugno 2013, invia al Comune una documentazione in attuazione del regolamento sulle partecipate. Un documento per il Consiglio comunale. Si può leggere a proposito della realizzazione della nuova discarica: «…Si prevede entro il mese di settembre 2012 di poter disporre del decreto di procedibilità in ordine all’intervento di messa in sicurezza permanente dell’area in questione. Successivamente Asiu avrà un legittimo titolo di possesso per chiedere alla Agenzia del demanio, previa acquisizione della rinuncia di Lucchini, la concessione delle aree in questione. La competenza ad autorizzare il progetto esecutivo dell’intervento passerà quindi alla Provincia di Livorno…». Riguardo alle date il testo originale è quello che noi riportiamo per cui ci corre l’obbligo di segnalare un evidente errore dei funzionari Asiu nella segnalazione dei termini della realizzazione della nuova discarica. Promettere a giugno 2013 di poter disporre di un decreto a settembre 2012 è un po’ troppo anche per il migliore degli amministratori.
E qui mettiamo il punto: chiarissimi i toni, i contenuti, i propositi e i comportamenti. Tutti. “Adelante, presto, con juicio” - avrebbe detto Alessandro Manzoni.
Tutto questo per poter avere la possibilità di una discarica per rifiuti speciali ma il nuovo presidente vuole fare una discarica di rifiuti pericolosi per cui i tempi si allungheranno con l’aggiunta, a mio avviso, di un possibile aumento dell’inquinamento. Speriamo in bene ma le cose che dovranno venire non ci fanno fare sonni tranquilli.