La tassa dei pidocchi
CAMPIGLIA 16 novembre 2015 — C’è una tassa occulta che si aggira quasi indisturbata per le contrade dei Comuni della Valdicornia, ed è l’esercito di pidocchi che vive, prospera e prolifica nelle capigliature di un gran numero di bimbi che frequentano gli asili e le scuole elementari.
Essendo la circostanza ormai di pubblico dominio, e non essendosi osservati finora interventi da parte delle autorità sanitarie, verrebbe da concludere che il problema, da questo punto di vista, non è rilevante. Probabilmente è così, tuttavia esso si porta dietro un paio di conseguenze non di poco conto, che sono di carattere economico per le famiglie coinvolte.
Accade che viene fatta raccomandazione ai genitori dei bimbi i quali riscontrassero la presenza sulle teste dei loro figli in età scolare degli sgraditi parassiti, di attuare per essi la normale profilassi e, soprattutto, di tenere a casa la figliolanza fino alla risoluzione del problema. Si dà il caso, però, che questa raccomandazione è molto spesso disattesa, e non per scarso senso civico dei cittadini, bensì perché i genitori hanno i loro impegni lavorativi, e dunque si trovano impossibilitati, se non a costi insopportabili per le stringate finanze familiari, a rinunciarvi. Inoltre, la profilassi ha un notevole costo, che mal viene digerito dagli interessati, ritenendo essi il problema dei pidocchi qualcosa di inevitabile e, comprensibilmente, pensando essi che i loro figli non sono stati certo i primi a diffonderli e che dunque i costi e i disagi per rimettere le cose a posto toccano innanzitutto agli altri.
Il risultato di questo insieme di circostanze è, ovviamente, che i pidocchi si moltiplicano in velocità impressionante colonizzando un numero sempre maggiore di capigliature degli scolari.
Qui entra in gioco la politica, nelle persone dei sindaci, i quali potrebbero mostrare interesse per i problemi della cittadinanza e, per l’autorità che loro compete, considerare “contingibile e urgente”, così come recita la legge, un’azione loro diretta per debellare una volta per tutte i pidocchi, per esempio disponendo che vengano fatti controlli sistematici, accurati e continui nelle scuole, che l’esecuzione della profilassi preventiva e repressiva vengano verificate dagli addetti ai controlli e, magari, se riuscissero a trovare qualche euro nelle pieghe dei bilanci, che per il costo della stessa se ne faccia carico le casse comunali. In questo modo probabilmente il problema si risolverebbe in pochi giorni, i genitori verrebbero tolti dagli imbarazzi e i Sindaci stessi si farebbero apprezzare per il loro spiccato attaccamento al benessere delle comunità che governano.
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