La Val di Cornia e il suo futuro che è di tutti

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pervenuta in redazione

SUVERETO 16 feb­braio 2017 — Ogni giorno tro­vi­amo qual­cosa di inter­es­sante che la stam­pa locale ci por­ta a conoscen­za, cer­can­do di svol­gere al meglio il pro­prio lavoro. Non vi è dub­bio che la situ­azione del­lo sta­bil­i­men­to Afer­pi e i suoi molto neb­u­losi svilup­pi sono al cen­tro del dibat­ti­to e purtrop­po anche di scon­tri o scam­bi di accuse che non por­tano a niente, men­tre questo ter­ri­to­rio langue e Piom­bi­no molto di più di tut­ti gli altri cen­tri del­la Val di Cor­nia. Il com­mer­cio chiede mag­giore atten­zione e (final­mente) soll­e­va dub­bi sul paven­ta­to out­let da real­iz­zare a Tor del sale al pos­to del­la dismes­sa cen­trale Enel. Oppure qualche altro che ritiene pateti­ci i rifer­i­men­ti alla neces­sità di atten­zione all’agricoltura, sen­za ren­der­si con­to che l’agricoltura esiste e che con­tiene capac­ità di svilup­po impor­tan­ti per dare un notev­ole con­trib­u­to allo svilup­po di un’economia sosteni­bile. È quin­di evi­dente che non bas­ta abitare in un ter­ri­to­rio o anche aver fat­to l’amministratore pro-tem­pore locale per riconoscere reali poten­zial­ità e neces­sità asso­lu­ta di una diver­si­fi­cazione per un futuro che non potrà cer­ta­mente essere rap­p­re­sen­ta­to dal­la siderur­gia.
È pur vero che tut­ti vor­rem­mo comunque che Afer­pi rispet­tasse gli impeg­ni assun­ti per bloc­care questo tremen­do degra­do dell’economia locale e dare fia­to ad un futuro che deve nec­es­sari­a­mente pen­sare anche ad altro, qual­cuno lo chia­ma scioc­ca­mente piano B  per­ché non dovrebbe essere un piano alter­na­ti­vo ma dovrebbe dimostrare una capac­ità di let­tura delle risorse di un ter­ri­to­rio per inserir­le in una strate­gia del­la sosteni­bil­ità di uno svilup­po che mette in moto tut­to e allen­ta il peso notev­ole dell’economia che dipende dal­la siderur­gia. Per far questo le nos­tre comu­nità, ovvi­a­mente con gli ammin­is­tra­tori in tes­ta, dovreb­bero unire gli sforzi e tornare a vedere la Val di Cor­nia come un unicum che può vin­cere se rimane uni­to e soprat­tut­to se non cede alle sirene dei can­tori del domani, ma risponde a stu­di e conoscen­ze che le spet­ta met­tere in cam­po e con­frontare con tut­ta la forza del­la democrazia. Ed è ovvio che la polit­i­ca, tut­ta la polit­i­ca quel­la di mag­gio­ran­za e quel­la di oppo­sizione, dovrebbe sen­tir­si respon­s­abile per dare un con­trib­u­to reale e smet­ter­la di gettare sen­ten­ze che ser­vono solo a dividere con­tro gli inter­es­si reali del ter­ri­to­rio.
Solo con una stra­da come ques­ta pos­si­amo dimostrare che nel ter­ri­to­rio esiste una forza vera che può rea­gire, bas­ta dar­le evi­den­za e saper costru­ire pro­gram­mi che val­oriz­zano e dan­no sostan­za, sen­za lavo­rare giorno per giorno e un set­tore alla vol­ta, ma tenen­do fer­ma la bar­ra del­la pro­gram­mazione a lun­go ter­mine. Così potremo vedere quel che c’è, sen­za apparire pateti­ci ma nem­meno tenere lo sguar­do fis­so all’indietro.

Wal­ter Gasperi­ni

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