La Val di Cornia non è la Valle del Tennessee
PIOMBINO 15 aprile 2015 — Nessuno si è mai immaginato che nella riconversione e riqualificazione della Val di Cornia potesse essere replicata l’esperienza rooseveltiana della Tennessee Valley Authority ma che il “Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale” (PRRI) dell’area di crisi industriale complessa di Piombino si riducesse solo agli interventi di rafforzamernto produttivo dell’area e al loro coordinamento con il potenziamento produttivo delle attività industriali portuali volte allo smantellamento, alle manutenzioni e refitting navale e con le politiche attive del lavoro e misure per il reimpiego anche in progetti di riconversione, oltretutto senza specifiche risorse finanziarie, anche questo nessuno se lo sarebbe immaginato.
I PRRI dovrebbero promuovere, anche mediante cofinanziamento regionale e con l’utilizzo di tutti i regimi d’aiuto disponibili per cui ricorrano i presupposti, gli investimenti produttivi anche a carattere innovativo, la riqualificazione delle aree interessate, la formazione del capitale umano, la riconversione di aree industriali dismesse, il recupero ambientale e l’efficientamento energetico dei siti e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi. Così almeno stabilisce la stessa legge nazionale che lo prevede.
Quello elaborato da Invitalia (per leggere clicca qui) non abbraccia tutte le tematiche previste ma cerca di rispondere soltanto agli indirizzi strategici del gruppo di coordinamento e controllo, costituito dagli enti pubblici locali, regionali e nazionali, così elencati:
●Rafforzamento del tessuto produttivo esistente e sua diversificazione in settori alternativi a quello dell’indotto siderurgico;
●Potenziamento della logistica connessa alle attività portuali, anche riconducibili all’ambito dello smantellamento, manutenzione e refitting navale;
●Ricollocamento lavorativo del personale appartenente ad un specifico bacino di riferimento.
La motivazione di questa limitazione è data dallo stesso PRRI che afferma essere già stati individuati dall’ Accordo di Programma del 24 aprile 2014 (per leggere clicca qui):
●i fabbisogni connessi alla reindustrializzazione del polo siderurgico ed al miglioramento ambientale del S.I.N. (Asse I);
●i fabbisogni infrastrutturali dell’area di crisi (Asse II Azione 1 e 4) stabilendo, ove possibile, i contenuti, le risorse finanziarie, le modalità procedurali.
In realtà lo stato di attuazione delle misure destinate a dare risposte a quei fabbisogni è problematico dato che:
- il Progetto di riconversione, efficientamento energetico e miglioramento ambientale, anche con riduzione complessiva dei gas climalteranti, del ciclo produttivo dello stabilimento Lucchini di Piombino per il quale la Regione prevedeva 30 milioni di euro è stato superato dalle intenzioni di Cevital che non pensa per niente all’impianto corex al quale pensava la Regione,
- il Progetto integrato di messa in sicurezza e di reindustrializzazione delle aree situate nel Comune di Piombino, di proprietà e in attuale concessione demaniale alla Lucchini SpA ha a che fare con i 50 milioni stanziati dal Ministero dell’ambiente e passati alla Regione Toscana ma ancora in attesa della firma dell’atto di vendita della Lucchini e di altri adempimenti (https://www.stileliberonews.org/aspetta-e-spera-che-la-bonifica-si-avvicina/),
- il Potenziamento della infrastruttura viaria dell’area portuale di Piombino Completamento della bretella di collegamento dell’autostrada A12 Tirrenica al Porto di Piombino — lotto Gagno – Montegemoli sembra definitivamente tramontato in quanto legato ad un progetto di autostrada che non si farà,
- per la Razionalizzazione delle infrastrutture energetiche del polo industriale di Piombino siamo alla costituzione di un apposito gruppo di lavoro con lo scopo di vagliare i possibili interventi finalizzati alla riduzioni dei costi energetici nell’area.
Ma torniamo alla proposta di PRRI.
Qual’è l’area geografica nella quale si applica il PRRI?
Si tratta dei Comuni di Campiglia, Piombino, San Vincenzo, Suvereto:
Per quali attività è possibile riconoscere una premialità, non una esclusività?
Si tratta delle seguenti attività:
●Raccolta e trattamento delle acque di scarico e dei rifiuti
●Industria alimentare
●Logistica
●Costruzione di imbarcazioni da diporto e sportive
●Fabbricazione di prodotti in metallo
●Turismo, llimitatamente ad iniziative imprenditoriali finalizzate al potenziamento ed al miglioramento della qualità dell’offerta ricettiva nel rispetto delle direttive regionali.
Quale coordinamento con il potenziamento produttivo delle attività industriali portuali volte allo smantellamento, alle manutenzioni e refitting navale?
Le risorse assegnate (20 milioni) sono destinate al potenziamento strutturale dell’area portuale, propedeutico all’avvio della attività di smantellamento, manutenzione e refitting navale da parte di un soggetto gestore da individuare tramite procedura ad evidenza pubblica.
L’intervento statale della legge 181/89 non può contribuire all’attuazione per:
●vincoli legislativi nazionali e comunitari
●incompatibilità dei tempi di attuazione del progetto di potenziamento dell’attività portuale con quelli previsti dagli Interventi di rafforzamento produttivo dell’area di crisi industriale di Piombino.
Del resto anche l’impegno del Governo a rendere disponibili navi da smantellare del Ministero della Difesa ai siti navali ubicati presso il Porto di Piombino che presenteranno i requisiti professionali, ambientali e sanitari, richiesti per lo svolgimento di tale attività è del tutto aleatorio. L’impegno del Ministero della Difesa che avrebbe dovuto procedere alla definizione di un programma di dismissione delle navi, anche in termini di numerosità e tonnellagio, nell’ambito di uno specifico cronoprogramma determinato entro tre mesi dall’accordo di programma sembra del tutto inattuato.
Quali incentivi per le imprese nelle misure previste dalla regolamentazione sugli aiuti di stato?
Lo Stato interviene con 20 milioni utilizzando la legge 181 del 1989.
Per quel che riguarda la Regione Toscana le agevolazioni (24,2 milioni da impegnare entro il 31 dicembre 2015 salvo proroga concessa dal Cipe su istanza della Regione) sono previste da varie disposizioni regionali già esistenti e funzionanti da tempo.
Si tratta sempre di premialità e priorità per le iniziative localizzate nell’area di crisi.
L’intensità di aiuto sull’investimento produttivo è la seguente:
►Piccola Impresa 35%
►Piccola Impresa in cooperazione con altre imprese 45%
►Media Impresa 30%
L’intensità di aiuto sull’investimento in ricerca e sviluppo è la seguente:
►Media Impresa in cooperazione con altre imprese 40%
►Grande Impresa in cooperazione con PMI 25%
►Organismo di ricerca in Cooperazione con imprese 45%.
Quali opportunità per il reimpiego dei lavoratori?
Si tratta di
1.obbligo, nei confronti delle imprese beneficiarie delle agevolazioni agli investimenti, a selezionare prioritariamente il personale del bacino di riferimento
2.meccanismi di premialità riconosciuti ai beneficiari delle agevolazioni agli investimenti che occupano lavoratori del bacino di riferimento
3.incentivi per l’assunzione di specifiche categorie di lavoratori previsti dalla normativa nazionale e regionale
4.inserimento di ”clausole sociali” nei bandi di assegnazione delle opere pubbliche di bonifica del S.I.N.
Le “clausole sociali“ possono promuovere l’assunzione delle categorie svantaggiate indicate dalla norme comunitarie che, solo parzialmente, sono rappresentative del bacino di riferimento. La ricollocazione dei lavoratori del bacino di riferimento nell’ambito della attività di bonifica sarà pertanto promossa tramite una idonea comunicazione, rivolta alle imprese aggiudicatarie dei lavori, sulle opportunità offerte dagli incentivi e dal progetto di riqualificazione attivato dalla Lucchini in amministrazione straordibnaria.
Quali le aree per insediamenti produttivi sono disponibili?
In realtà è questa una delle parti più deboli del PRRI perchè è chiaro che le aree immediatamente disponibili sono ben poche:
nel Comune di Piombino sono immediatamente disponibili
lotti edificabili (area di Montegemoli) per mq. 53.543, di cui mq 26.890 inseriti in procedura fallimentare;
immobile (ex ONE COMM): lotto di complessivi mq. 8.548, superfice coperta (su due piani) di mq. 3.020;
lotto in zona IR di mq 5.000 destinata alla costruzione di un impianto di distribuzione carburante;
nel Comune Comune di Campiglia sono immediatamente disponibili
lotti edificabili (area Campo alla Croce) per mq. 99.571, di cui mq 13.704 interessati da pericolosità idraulica (LR 21/12) ma utilizzabili come piazzali di servizio delle attività;
nel Comune di San Vincenzo sono sono immediatamente disponibili presso la Zona artigianale del Comune due lotti entrambi di mq 4..469 (per complessivi mq 8.938).
Tutte le altre aree previste dagli strumenti urbanistici sono da bonificare e/o da urbanizzare. Tra queste, citiamo il caso perchè già oggetto di attenzione (https://www.stileliberonews.org/le-incognite-della-zona-industriale-di-colmata/) l’ Ambito di Colmata che il PRRI così descrive:
«L’ambito di Colmata (ex proprietà Cimimontubi) è l’unica area, tra quelle non immediatamente disponibili, destinata ad ospitare una APEA (Area Produttiva Ecologicamente Attrezzata). L’area è stata considerata come restituibile agli usi legittimi dalla Conferenza dei Servizi del S.I.N. di Piombino dell’ 8/11/2010.
L’ambito di Colmata risulta ancora non urbanizzato. Con D.G.C. n. 56/2014 il Comune di Piombino ha affidato a la Contadina Toscana, Società cooperativa sociale ONLUS, le attività inerenti l’APEA, pur rimanendo l’Amministrazione Comunale il soggetto realizzatore delle opere di urbanizzazione.
In attuazione di quanto previsto dall’art. 16 dell’AdP del 24 aprile 2014 per la “Riqualificazione e riconversione del Polo industriale di Piombino“, è stata approvata, nel mese di dicembre 2014, la riprogrammazione delle risorse PAR FAS 2007–2013 per complessivi 32,2 Mln€ .
Nell’ambito di questa riprogrammazione, potrà essere verificata la finanziabilità del progetto esecutivo di infrastrutturazione proposto dal Comune di Piombino il quale prevede un fabbisogno di circa 7/8 mln€. La finanziabilità del progetto rimane in ogni caso condizionata alla concessione da parte del CIPE della proroga del termine per l’assunzione di impegni di spesa giuridicamente vincolanti, attualmente fissata dalle norme attuative PAR/FAS al 31.12.2015».
Quali i passi ulteriori?
Prima dei bandi e la presentazione di progetti da parte delle imprese occorre passare dalla stipula di un accordo di programma tra tutti gli enti interessati. Il 7 aprile la Giunta regionale ha approvato l’accordo di programma per l’attuazione del PRRI (per leggere clicca qui). Successivamente alla firma da parte di tutti i soggetti pubblici interessati Invitalia pubblicherà una precall per consentire alle aziende che vogliono insediarsi di presentare domanda. Dalla lettura della deliberazione si capisce che le risorse messe a disposizione dalla Regione Toscana nel biennio 2015/2016 ammontano a
24.200.000 finalizzati a incentivi alle imprese (da impegnare entro il 31 dicembre 2015 salvo proroga concessa dal Cipe su istanza della Regione),
8.000.000 finalizzati a interventi infrastrutturali (da impegnare entro il 31 dicembre 2015 salvo proroga concessa dal Cipe su istanza della Regione),
1.000.000 per incentivi alle assunzioni,
200.000 per attività di formazione rivolto ad imprese colpite dagli effetti della crisi economica.
Soltanto per le ultime due finalizzazioni è prevista una riserva per l’area di crisi di Piombino.
Un’ ultima considerazione
Un’ultima considerazione riguarda il nesso con gli investimenti in corso nel porto e le prospettive della ex area siderurgica per le quali deve essere ancora definito il piano industriale e le connesse prospettive occupazionali. È un problema che, non affrontato prima, dovrà pur diventare oggetto di lavoro pena lo scollamento e addirittura la contraddizione tra le diverse iniziative. Emerge insomma la necessità di una visione integrata del territorio dalla quale le istituzioni pubbliche non possono sfuggire.