La vendita a Navarra può essere ancora fermata
PIOMBINO 18 gennaio 2019 — Nel corso della seduta consiliare dell’11 gennaio, giunti alla discussione dell’ordine del giorno teso a sospendere la procedura di vendita del 30% delle azioni di RIMateria alla società Navarra, è straordinariamente sbucato fuori dai banchi della giunta un parere di uno studio legale di Pisa. In esso si afferma che non procedere immediatamente alla cessione delle azioni a Navarra comporterebbe il concreto pericolo di “gravi responsabilità”. Da qui la giustificazione del rigetto della richiesta proveniente dalle opposizioni e, ancor più rilevante, la fine delle speranze di un referendum, nonostante tra pochi giorni il Tribunale Civile di Livorno sia chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato il 29 dicembre dal Comitato Salute Pubblica.
A lasciare increduli è la data del parere legale: il 17 dicembre. Un tempismo tutt’altro che perfetto quello con cui il parere salta fuori: le opposizioni, infatti, vengono a conoscenza di tale parere solo l’11 gennaio, qualche minuto prima che il consiglio comunale discuta proprio l’ulteriore sospensione della vendita a Navarra. In altre parole, qualcuno, tra il presidente di RIMateria, il liquidatore di Asiu ed il sindaco di Piombino, ha tenuto colpevolmente in un cassetto un parere ricevuto quasi un mese prima.
Stante anche il tema trattato, la circostanza comporta una gravissima responsabilità politica da parte di almeno uno dei tre soggetti. Il responsabile di tale ritardo dovrà risponderne con ciò che in una società civile non ci sarebbe neppure necessità di chiedere: le dimissioni.
Nel merito della questione, poi, quel parere non può certo essere considerato oro colato; i pareri esistono perché il diritto è suscettibile di interpretazioni. Ed a proposito di interpretazioni, lascia assai perplessi la conclusione a cui giunge il professionista incaricato da RIMateria.
Tralasciando il fatto che non ci risulta che il presidente del seggio di gara potesse aggiudicare provvisoriamente le quote a Navarra Spa, ad oggi la procedura non si è ancora conclusa e, contrariamente a quanto sostenuto nel suddetto parere, siamo convinti che l’aggiudicazione possa essere motivatamente sospesa o addirittura annullata dall’assemblea di Asiu (i Comuni), senza il rischio di penali sostanziose, come invece strumentalmente prospettato. Ecco che se solo ci fosse la volontà, la vendita potrebbe essere sospesa sino a quando il Tribunale di Livorno non si pronuncerà sull’ammissibilità del referendum e, in caso affermativo, sino a quando non si conoscerà la volontà espressa dalla città intera su di un tema fondamentale per il nostro futuro.
Gli ultimi quindici anni di gestione della discarica di Ischia di Crociano sono stati disastrosi; sarebbe d’ora in avanti indispensabile che l’amministrazione comunale prendesse in esame l’idea di utilizzare tutti gli strumenti a sua disposizione, compresi quelli urbanistici, per impedire il raddoppio dei volumi di discarica e riconsiderare l’intera questione RIMateria.
(Foto di Pino Bertelli)