Certezze smentite da risposte inesistenti
PIOMBINO 20 agosto 2015 — L’impressione, ma è quasi una certezza, è che la portata della crisi di questo territorio non sia ancora percepita. Incolpevoli responsabili sono le pensioni, e una ricchezza accumulata nel tempo che consente di armonizzare il morso della crisi. Un vantaggio apparente è il fatto che ancora una volta si è affacciato un investitore, Cevital, che sostanzialmente ha preso tutto in carico: rilancio della siderurgia, bonifiche, agroalimentare, logistica portuale. La politica, fatto il primo passaggio con la stesura di più accordi di programma, l’insediamento di un tavolo interministeriale e l’avvio del piano di riconversione. Successivamente a questa fase sembra che tutto rallenti, stiamo iniziando a scontrarci con burocrazia, le tempistiche appaiono piuttosto lunghe e speriamo in bene. Che cosa manca allora? Un piano B, o meglio un percorso parallelo di sviluppo e di diversificazione economica che possa viaggiare su tempistiche e progettualità più snelle. La risposta che doveva darci il nuovo regolamento urbanistico non è arrivata, perché già vecchio nella sua recentissima approvazione. Ora servono le varianti, un rapido percorso di rivisitazione delle potenzialità turistiche ricettive, nautiche ed imprenditoriali di questo territorio, terreni inesplorati proprio a causa delle certezze Cevital. Abbiamo carenza di territorio dove possa svilupparsi la piccola e media impresa, abbiamo un piano per la nautica totalmente inefficace, abbiamo un turismo concentrato solo nelle aree limitrofe al territorio urbano, quindi molto blando e non riscontrabile nel tessuto economico commerciale della cinta urbana. Se si aggiunge una percezione distorta della realtà dove il popolo si concentra prevalentemente sul come ci si diverte a Piombino e per questo valuta l’operato di un’amministrazione, diventa difficile assumere piglio decisivo per risolvere non solo i problemi, ma per superare questa sudditanza da consenso di una società ormai troppo abituata all’attesa di un curatore che tutto risolve, una città aprioristicamente ostile al cambiamento, che invece potrebbe rivelarsi anche piacevole.
Una analisi ed una esposizione parziale della crisi che coinvolge Piombino, perciò non corrispondente. Cevital ancora non è una certezza, un esempio è il forno elettrico. Se il governo nazionale non dà risposte sul costo energetico, nero su bianco e non a parole, difficilmente lo vedremo realizzato. Le tempistiche per lo sviluppo della media e piccola impresa sono le stesse, autorizzazioni, certificazioni, urbanizzazioni, conformità, finanziamenti, non perchè piccolo è più veloce. Concordo solo su due cose: parallelamente alla grande industria puntare anche su questa economia che sicuramente non potrà dare lavoro ai circa 4.000 disoccupati, questo è un discorso più che vecchio ma sempre attuale. L’altra è sul piombinese abituato da sempre che qualcuno gli tolga le castagne dal fuoco e la grande industria, come si chiami non ha importanza, sia la mammella da cui attingere alimento. Le PPSS sono morte da un pezzo, ma per alcuni sono sempre lì, al di là di quella recinzione.