L’accreditamento regionale per il canile “fatiscente”
PIOMBINO 16 febbraio 2015 — Si chiamano animali domestici perché amano dividere con gli essere umani i piaceri di una convivenza in comunità. Nel nostro comprensorio gli amici a quattro zampe sono perfino costretti ad andare oltre: a noi, uomini e donne, sono assimilati anche dal disvalore dell’incertezza. Anche per loro la colpa è genericamente pubblica e l’esempio, nella fattispecie, si chiama canile e gattile municipale. Ovvero una storia fatta di presunte marce e di reali contromarce che si trascinano dagli anni novanta. Era infatti il 13 settembre 1995 quando l’architetto Gabriele Priami firmò, su incarico del Comune di Piombino, una relazione tecnica per un nuovo canile in località Asca. La struttura prevedeva dieci box, un rifugio, un’infermeria, una cucina, la stanza per il custode e una serie di altri locali compatibili con le esigenze degli animali e con le scorse norme allora in vigore.
Ovviamente non c’è stato per anni un cane (è il caso di dirlo) che ha potuto vedere un solo mattone all’Asca. Lo studio di fattibilità di Priami è rimasto lettera morta e di fatto è stato dimenticato fino all’8 settembre 2006 quanto la giunta Anselmi celebrò il “ritorno di tutti a casa” con una nuova delibera con la quale dette mandato ad un proprio dirigente di affidare l’incarico di realizzare un nuovo studio di fattibilità prevedendo un costo di progettazione di 20mila euro. La principale finalità, ben descritta nell’atto, era quella di liberare l’area dei Macelli dalla struttura presente definita già allora “fatiscente”. Incredibilmente nella narrativa della delibera si indica come “necessario abbreviare il più possibile i tempi di realizzazione”.
Un impegno da marinai tanto che si dovette attendere il 12 febbraio 2007 perché, con una determina dirigenziale, venisse affidato l’incarico di nuovo all’architetto Priami il quale ridusse le proprie competenze a 6.378,64 euro. Il 20 giugno 2007 lo studio di fattibilità venne terminato e la giunta lo approvò prevedendo un costo di 2 milioni e 450mila euro per una struttura che avrebbe dovuto ospitare 200 cani. Dove realizzare il nuovo albergo per Fido e compagni? Per avere una risposta si dovette ancora attendere. Il 28 novembre 2007 finalmente la stessa giunta decise che cani ed anche gatti, nel frattempo uniti alla combriccola, sarebbero stati ospitati a Montecaselli nella nuova struttura progettata da Priami. Nell’occasione i costi vennero arrotondati a 2 milioni e 600mila euro. Che, comunque, non sono mai stati spesi perché dal 2007 ai giorni nostri un nuovo canile-gattile non ha mai visto la luce e gli animali sono rimasti per anni nella struttura dei Macelli sulla quale nelle pagine di cronaca del Tirreno il nuovo assessore ai lavori pubblici Claudio Capuano così si è espresso all’inizio del 2015: “Il canile nel luogo dove si trova adesso non ha molto senso e costa parecchio per cui pensiamo nel corso di quest’anno di fare la progettazione di quello nuovo nella zona di Fiorentina”.
Innegabilmente un vuoto di memoria da parte dell’amministratore dal momento che fin dal 1995 esiste lo studio di fattibilità di Priami per un canile all’Asca a due passi da Fiorentina. Caso mai quindi un progetto da rivedere e aggiornare.
Ma c’è di più. Mentre Capuano puntava il dito sul vecchio canile, in Regione veniva esaminata una delibera della giunta di Piombino del 17 dicembre 2014 con la quale si chiedeva l’accreditamento del canile municipale in forza della legge toscana n. 59/2009. Un riconoscimento per ottenere il quale erano stati contemporaneamente decisi lavori di manutenzione per 118 mila euro la metà dei quali finanziati grazie alla vendita dell’appartamento donato in punto di morte al Comune dalla signora Manuela Gabellieri.
Quando si dice che la pubblicità è l’anima del negozio…
L’analisi di cui sopra è esatta, ma incompleta. Nel 2012 proponemmo a nome de La Casa di Margot di realizzarlo noi, a nostre spese, un canile in loc. Asca, su un terreno pubblico completamente inutilizzato. Avevamo dei finanziatori. Dopo contatti informali ci fu chiesto di presentare un preliminare di progetto e consegnarlo al Dirigente Lavori pubblici. Lo facemmo, tramite una serie di elaborati per noi realizzati dall’arch. Stefano Ciacci. Inspiegabilmente (si fa per dire) per due volte l’assessore Chiarei ci rispose negativamente non entrando neanche nel merito degli elaborati. La cifra stimata dal Comune per la realizzazione del canile inoltre secondo i nostri conteggi è enormemente sovradimensionata. Vorrei aggiungere che l’attuale canile potrà anche essere accreditato, ma è altresì crollato. Basta guardare le transenne che lo delimitano o i tetti degli edifici.