PORTI TURISTICI, CENTRI COMMERCIALI, FORNI ELETTRICI E QUANT'ALTRO

L’ammucchiata delle previsioni urbanistiche

· Inserito in Sotto la lente
Luigi Faggiani

PIOMBINO 1 mar­zo 2016 — Si dice che pren­dere le deci­sioni oppor­tune è fon­da­men­tale per imboc­care una gius­ta direzione del pro­prio cam­mi­no e quin­di del­la pro­pria vita. Ora sap­pi­amo bene che la scelta alcune volte può essere per noi tal­mente dif­fi­cile da sus­citare non solo numerosi dub­bi ma di una natu­ra tale da rap­p­re­sentare pesan­ti osta­coli al proces­so di deci­sione.
Vedere con chiarez­za la stra­da da intrapren­dere molto spes­so ci è imped­i­to a causa di con­flit­ti nati all’interno del nos­tro pen­siero, altre volte lo scoglio è rap­p­re­sen­ta­to da giudizi che proven­gono dall’esterno di noi.
Tut­ti con­ven­gono che la nos­tra vita, fin dal­la ten­era età, si con­no­ta per la pos­si­bil­ità di scegliere. Cre­do che su questo non ci siano dub­bi, bas­ta pen­sare un atti­mo a quan­do ci alzi­amo e scegliamo di fare o non fare colazione, come vestir­ci per uscire e così via per un’infinità di volte e di cose.
Si potrebbe affer­mare che ognuno di noi è il risul­ta­to delle deci­sioni prese in prece­den­za nel cor­so del tem­po.
Siamo art­efi­ci del nos­tro futuro e siamo deter­mi­nati dalle scelte che fac­ciamo via via che trascorre la nos­tra vita.
È ovvio, indipen­den­te­mente dall’ambito, che pren­dere una deci­sione impli­ca un’assunzione di respon­s­abil­ità cir­ca le con­seguen­ze che potreb­bero sca­turire da una scelta inadegua­ta.
Bisognerebbe impara­re a scegliere per­ché è vera­mente dif­fi­cile pren­dere deci­sioni di fronte a situ­azioni com­p­lesse.
È mia con­vinzione però che, sebbene posti davan­ti a vari piani attua­tivi o prog­et­ti sui quali delib­er­are per il nos­tro futuro, un filo rosso ci deve fare da gui­da. Questo ele­men­to con­dut­tore non può che non essere la coeren­za tra loro dei nos­tri pen­sieri, dei nos­tri ragion­a­men­ti, dei nos­tri pro­gram­mi.
Se questo impeg­no vale per i sem­pli­ci cit­ta­di­ni nel­la loro quo­tid­i­ana e pri­va­ta attiv­ità, immag­ini­amo­ci quan­to si deb­ba accrescere in col­oro che sono chia­mati a svol­gere fun­zioni pub­bliche.
Tutte le loro scelte, tut­ti i loro provved­i­men­ti dovreb­bero seguire coer­ente­mente il prin­ci­pio di non con­trad­dizione. Non dovreb­bero essere asso­lu­ta­mente inc­on­cil­i­a­bili gli uni con gli altri.
Purtrop­po qui da noi il gra­no del­la coeren­za non sem­bra sia sta­to anco­ra sem­i­na­to per­ché il mis­cuglio pro­gram­mati­co in atto las­cia sbalordi­ti tut­ti col­oro che han­no un po’ di tem­po da dedi­care alla fac­cen­da.
Vedi­amo in breve di cosa si trat­ta.

Massimo Giuliani, sindaco di Piombino

Mas­si­mo Giu­liani, sin­da­co di Piom­bi­no

Atte­so che il cuore del­la cit­tà è e sarà in futuro sem­pre di più il suo por­to com­mer­ciale, come è sta­to pos­si­bile accostare due gran­di e sfar­zosi por­ti tur­is­ti­ci con in mez­zo una darse­na per demolire navi mil­i­tari colme d’amianto. Queste opere con­fi­nan­ti nel­lo schema por­to pog­gio bat­te­ria-darse­na demolizioni-accos­to crociere- por­to la chiusa di ponte­doro , come si dice in ger­go, fan­no a caz­zot­ti fra loro. Chi può immag­inare  un ram­pol­lo degli Agnel­li o chic­ches­sia che piaz­za il suo pan­fi­lo accan­to ad una nave mil­itare in demolizione?
Per non par­lare poi del grande cen­tro educa­ti­vo e com­mer­ciale local­iz­za­to a Tor del sale. Louis Vuit­ton che vende le sue borse da 3.000 euro l’una sot­to una fores­ta di scheletri di tral­ic­ci dell’alta ten­sione ?
E tut­to questo con­for­t­a­to dai rumori dei due forni elet­tri­ci lon­tani non più di un chilometro e da una costru­en­da dis­car­i­ca per amianto e rifiu­ti peri­colosi.
È del tut­to evi­dente, ictu oculi, che in tut­to questo non c’è logic­ità e tan­tomeno coeren­za.
In queste con­dizioni si pre­tenderebbe a Piom­bi­no di diver­si­fi­care lo svilup­po eco­nom­i­co incen­ti­van­do il set­tore tur­is­ti­co. Si pre­tenderebbe di val­oriz­zare l’ambiente e l’offerta per i tur­isti nel­lo stes­so momen­to e in con­ti­nu­ità geografi­ca con quan­to di più sgrade­v­ole ci pos­sa essere per gli occhi di gente che cer­ca la bellez­za al fine di trascor­rere qualche giorno in pace con i sen­si.
Tran­si­tan­do dal­la stra­da del­la base geo­det­i­ca si potrà ammi­rare una col­li­na di rifiu­ti che cresce, con sul­lo sfon­do sagome di navi in demolizione e gigan­tesche tor­ri eoliche che aiuter­an­no ad accrescere con il pro­prio armon­i­co rumore il suono degli assor­dan­ti colpi delle acciaierie elet­triche.
C’è da chieder­si se tut­to questo pas­sa attra­ver­so una piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale da redi­gere o già in vig­ore, oppure se è il frut­to estem­po­ra­neo di sogget­ti privi di un lin­guag­gio comune.
Una specie di torre di Babele.
Chi potrà avere l’abilità di rior­dinare una tale con­fu­sione o sopratut­to di fare scelte coer­en­ti?

(Foto di Pino Bertel­li)

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