L’anno si chiude male
PIOMBINO 27 dicembre 2012 — L’anno si chiude male. Pesa la difficilissima situazione economica nazionale e in Val di Cornia ci sono preoccupazioni in più. Il livello di reddito è al di sotto della media regionale e provinciale, le povertà aumentano, la popolazione invecchia e i giovani fuggono più che altrove.
Il polo siderurgico vive il momento più difficile della sua storia. Dal suo destino dipende ancora la tenuta sociale di Piombino e della Val di Cornia. Ci uniamo alla famiglie che vivono con trepidazione le sorti della Lucchini e con loro le imprese e i lavoratori dell’indotto. Auspichiamo che i governi locali non attendano solo che il governo nazionale individui concrete strategie di rilancio, ma creino le condizioni per uscire dalla monocultura siderurgica.
L’edilizia è al palo. Dopo aver incentivato il fenomeno speculativo, ora che nessuno compra più case e capannoni, rimane solo il cemento inutilmente versato e l’occupazione in questo settore crolla. Sarebbe stato necessario riconvertire l’edilizia verso il recupero e il riuso, preservare paesaggio e identità storica, migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Nulla è stato fatto.
Anche il turismo soffre. La tassa di soggiorno ha aggravato i problemi senza offrire nessun servizio. Le confuse promesse di marketing territoriale sono svanite mentre le amministrazioni demoliscono l’esperienza della Parchi Val di Cornia che avrebbe dovuto destagionalizzare il nostro turismo. Intanto si autorizzano altre seconde case nella Tenuta di Rimigliano e attività estrattive nelle aree naturali protette.
L’agricoltura è stata abbandonata nella miope indifferenza della politica. Anzi, è stata incentivata la sostituzione di campagne fertili con distese di pannelli solari. Se comitati e Regione non avessero fermato questi progetti, nei nostri Comuni sarebbero stati distrutte altre centinaia di ettari di terreni agricoli.
Servivano coesione tra i Comuni e programmi per valorizzare l’insieme delle nostre risorse. Invece s’è perso ogni residuo coordinamento e, venendo meno ai programmi elettorali, non hanno neppure sostituito il Circondario con l’Unione dei Comuni. Oggi la Val di Cornia non esiste più come entità istituzionale.
Sul piano politico non c’è spazio per il dialogo perché nelle maggioranze prevale la chiusura e la prepotenza dei numeri. I Consigli Comunali sono sempre più chiamati a ratificare decisioni maturate non si sa più neppure dove.
Le nostre liste si sono sforzate di essere una voce critica, ma in questo scenario è difficile modificare condotte politiche che, senza idee, attendono un futuro che è ormai il passato.
Uniti per Suvereto, Forum San Vincenzo, Comune dei Cittadini Campiglia