L’archeologia industriale è un segno di civiltà
PIOMBINO 30 dicembre 2014 — Cara Martina…la tua bella lettera mi ha raggiunto a Ragusa… dove sto lavorando per una mostra fotografica — Donne di Ragusa — insieme a un gruppo di poeti di strada siciliani. ..
è una lettera intelligente e coraggiosa al contempo. ..
esprime amore, vicinanza e conoscenza della città fabbrica che è stata e che non è più. .. ma che potrà rinascere su prospettive economiche, politiche e sociali diverse dalle scelte, non sempre felici, che sono state fatte dal governo del paese e anche della città in tempi passati e recenti. Tuttavia la gente di Piombino ha sempre mostrato attenzione ai mutamenti economici, politici e di costume e si è sovente stretta in fraternità per superare le crisi storiche, cicliche, delle fabbriche della città… come è stato nell’ ’11, nel ’53 e anche in questo inizio di secolo…
Il popolo piombinese ha esportato ovunque le sue competenze e ovunque ha espresso la forza caratteriale, anche libertaria, di questa splendida terra…
Al di là di alcune differenze… nemmeno poi troppo distanti…i nostri percorsi culturali, proprio perché non afflitti da cristologie ideologiche… possono avviarsi insieme verso una città del futuro che — senza dimenticare la dignità, il talento, il coraggio della sua straordinaria memoria storica — ritrova momenti di solidarietà accoglienza, condivisione, rispetto delle differenze, difesa dell’ambiente, attenzione alle problematiche giovanili…
L’amore per la propria città non può prescindere dal viatico di una decrescita serena, lo sviluppo e la difesa delle attività produttive della nostra zona…
La città del ferro dovrebbe saper recuperare luoghi di grande bellezza architetturale come il mercato coperto, tutelato dalle belle arti per la struttura in ghisa, o le mura leonardesche, il castello…da rendere fruibili a un turismo etico… per le spiagge, coste, piazze della città vecchia…
proporre la ricchezza di un turismo archeologico… un uso piu attuale della coltivazione della terra nel nostro territorio. ..
l’archeologia industriale è un segno di civiltà, immagine di una storia del lavoro carica di fatica, di difficoltà, di speranze combattute dai lavoratori da trasmettere alle nuove generazioni…
allargare la conoscenza dei nostri parchi… la bioarchitettura… sostenere creatività autentiche e non conventicole di piccoli artisti del riciclo, della copia e delle convenienze…
ricercare e far rivivere la tradizione artigiana della città. .. rendere i cittadini partecipi alle scelte produttive, sociali, politiche della comunità significa aprirsi a una società più giusta e più umana…
lavorare al potenziamento dell’area portuale e delle vie di comunicazione con la città. .. vuol dire iniziare a pensare ad un altro futuro per i piombinesi. ..
vedere nella diversificazione produttiva un percorso qualitativo da intraprendere nel rispetto, s’intende, della bonifica ambientale, della creazione di posti di lavoro e della difesa dei diritti. ..
Il lavoro è un diritto di tutti e non va medicato ma aiutato a crescere con l’evoluzione della civiltà…
La terra piombinese quindi può essere culla di molte cose, “dimmi chi escludi e ti dirò chi sei”, diceva il mio amico caro e maestro di vita, don Andrea Gallo,
e quindi Martina… l’invito al viaggio autentico verso una comunità in amore può benissimo partire da Cevital ma deve contemplare anche la valorizzazione culturale della sua identità legata alla tradizione del ferro, dai forni etruschi di Baratti agli impianti moderni, un museo ideale della nostra sapienza del lavoro e dei diritti . Piombino città mediterranea si deve avvalere di un modo diverso di fare politica e amministrare l’ orgogliosa storia del suo passato.
Ci tengo a ricordare a tutti noi che — quand’anche conoscessi tutte le strategie della politica, possedessi tutti i tesori della terra e parlassi le lingue degli angeli, se non ho amore e rispetto per tutti gli uomini, non sono niente .
(Foto di Pino Bertelli)