Largo Fulvio Sbarretti: errori da correggere

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CAMPIGLIA 31 luglio 2018 — Largo Ful­vio Sbar­ret­ti fa parte del­la nuo­va zona pedonale di Ven­tu­ri­na Terme e come tale è sta­to riprog­et­ta­to sceglien­do di farne uno spazio con­trad­dis­tin­to da una fontana a tre boc­che e da grad­i­nate des­ti­nate, sem­bra, ad accogliere spet­ta­tori di man­i­fes­tazioni e incon­tri di vario genere.
Purtrop­po chi ha real­iz­za­to l’opera non si è accor­to di cadere in errori che fan­no un poco sor­rid­ere e un poco pian­gere.
Il nome del Largo è dovu­to al ricor­do di Ful­vio Sbar­ret­ti, Cara­biniere M.O.V.M. alla “memo­ria”, nato a Nocera Umbra (PG) il 22 set­tem­bre 1922- dece­du­to il 12 agos­to 1944 a Fiesole.

Ful­vio Sbar­ret­ti

Fu insigni­to del­la Medaglia d’Oro al Val­or Mil­itare con la seguente motivazione:“Durante la dom­i­nazione naz­i­fascista, tene­va sal­da la tradizione di fedeltà alla Patria, prodi­gan­dosi nel servizio ad esclu­si­vo van­tag­gio del­la popo­lazione e parte­ci­pan­do con grave ris­chio per­son­ale, all’at­tiv­ità del fronte clan­des­ti­no. Pochi giorni pri­ma del­la lib­er­azione, men­tre già al sicuro dalle ricerche dei tedeschi, si accinge­va ad attra­ver­sare la lin­ea di com­bat­ti­men­to per unir­si ai patri­oti, veni­va infor­ma­to che il coman­do ger­man­i­co ave­va deciso di fucilare dieci ostag­gi, nel caso egli non si fos­se pre­sen­ta­to al coman­do stes­so entro poche ore. Pien­amente con­sapev­ole del­la sorte che lo atten­de­va, ser­e­na­mente e sen­za titubanze la subi­va per­ché dieci inno­cen­ti avessero sal­va la vita. Poco dopo affronta­va con sto­icis­mo il plo­tone d’ese­cuzione tedesco e, al gri­do di “Viva l’I­talia”, paga­va con la sua vita il sub­lime atto d’al­tru­is­mo. Nobile esem­pio d’in­su­per­abili virtù mil­i­tari e civili. (Fiesole (FI), 12 agos­to 1944)”.
A Ful­vio Sbar­ret­ti il Comune di Campiglia, prob­a­bil­mente su sug­ger­i­men­to dell’Arma dei Cara­binieri che han­no avan­za­to la richi­es­ta accol­ta con grande fer­vore dal vicesin­da­co Elis­a­bet­ta Lazzeri Duè, dedicò un mon­u­men­to cos­ti­tu­ito da una strut­tura in acciaio che sostiene il bus­to del cara­biniere con una tar­ga ded­i­ca­to­ria”, come si può leg­gere nel­la memo­ria di Gian­fran­co Benedet­ti­ni.
Nel­la nuo­va sis­temazione del­lo spazio il mon­u­men­to è sta­to sposta­to e risis­tem­ato in una maniera a dir poco patet­i­ca: infat­ti la parete in mar­mo verde del­la nuo­va fontana copre alla vista di chi arri­va dal cor­so il mon­u­men­to facen­done spuntare solo la tes­ta con un effet­to abbas­tan­za stra­no.
Un dis­in­ter­esse ver­so impor­tan­ti mem­o­rie del pas­sato come ha mes­so in luce Sal­va­tore Set­tis a propos­i­to di due scul­ture a San Vin­cen­zo e San Car­lo (Il Tir­reno del 25 luglio. Vedi anche la stes­sa tes­ta­ta del 26 e 27 luglio con la pre­cisazione del sin­da­co di San Vin­cen­zo).
Con grande risalto “il pre­sente” è rap­p­re­sen­ta­to davan­ti ai gradoni, sul­la parete cieca di un mag­a­zz­inet­to di pro­pri­età pri­va­ta dove è sta­ta real­iz­za­ta una grande pit­tura su pan­nel­li che sim­bo­leg­gia il teatro auli­co e colto (rap­p­re­sen­ta­to dagli dei del­l’Olimpo) e il teatro popo­lare (rap­p­re­sen­ta­to dalle maschere del­la Com­me­dia del­l’Arte). Dato che l’u­ni­ca illu­mi­nazione del­lo Slargo è del tipo dif­fu­so da alti lam­pi­oni, con l’u­ni­ca eccezione di una luce pun­ta­ta sul­la pit­tura, sem­bra che le grad­i­nate, siano state fat­te solo per ammi­rare il dip­in­to quale novel­la “Gio­con­da”.
Sarebbe bene che l’am­min­is­trazione comu­nale provvedesse a cor­reg­gere velo­ce­mente questi effet­ti asso­lu­ta­mente impro­pri per evitare il per­manere di una situ­azione ridi­co­la.

Alber­to Pri­mi, Comi­ta­to per Campiglia

 

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