L’Asa chiede agli utenti di pagare lavori del 2008
PIOMBINO 9 settembre 2014 – Si può chiedere ai cittadini di pagare lavori di interesse generale effettuati da un ente della pubblica amministrazione quattro-cinque addirittura sei anni fa? Evidentemente, in questo Paese, si può. La dimostrazione ce la offre l’Asa che sta inviando nelle case degli utenti una insolita bolletta. In essa non sono contabilizzati solo i consumi dell’acqua, della gestione delle fognature e dei depuratori ma anche un “addebito diverso” legato al passato addirittura remoto. Di cosa si tratti lo chiarisce l’azienda già nella prima pagina di un testo che accompagna la bolletta. “Vogliamo informarla – viene scritto rivolgendosi agli utenti – che in ottemperanza con la normativa vigente e su specifica richiesta dell’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (AEEGSI) nella presente bolletta e per le 8 successive, ovvero fino al 31/12/2016, troverà un importo descritto nella tabella che segue, finalizzato al recupero di alcune risorse economiche, anticipate da Asa negli anni 2008, 2009, 2010 e utilizzate per la realizzazione di opere sulla rete idrica per un valore pari a 18,8 milioni di euro che per ragioni regolamentari non sono mai state contabilizzate nelle precedenti tariffe (Decreto dell’Autorità idrica toscana n. 40 del 30/7/2014)”.
Ciò che sia in realtà accaduto è cosa che non viene chiarita mentre dovrebbe esserlo. Sono infatti molti gli interrogativi più che legittimi, che si pongono tutti coloro che devono pagare l’ennesimo balzello. Sfuggono i motivi regolamentari per cui 18,8 milioni non siano stati fino ad oggi contabilizzati. Non si comprende fino in fondo perché proprio oggi, dopo tanta attesa, si ricorrerà alle tariffe per recuperare un importo antico. Non è chiaro se vi siano stati impegni di enti (per esempio la Regione o i Comuni) che per quei lavori avevano promesso interventi finanziari. Un vecchio accordo di programma, firmato a Firenze nel 2010 per opere successive a quelle per cui si chiede il rimborso, contempla puntuali finanziamenti indicandoli in modo specifico e addirittura giungendo a precisare che, in caso di inadempienza, l’Ato sarebbe venuto in soccorso garantendo comunque le risorse necessarie al compimento dei lavori. Ovviamente nell’unico modo possibile, cioè mettendo mano alle bollette.
Sarebbe grave se l’azione dell’Asa fosse oggi determinata da qualche ente che fosse venuto meno alle proprie promesse ovviamente ben conoscendo le conseguenze del proprio disimpegno. Se è successo sarebbe opportuno che l’opinione pubblica ne venga informata.
Quel che oggi l’utenza del servizio idrico è chiamata a corrispondere in più nelle bollette, viene determinato da Asa secondo un importo a metro cubo definito per ciascun utente attivo nel 2012. Un importo che viene applicato all’erogazione dell’acqua potabile, alle fognature e alla depurazione.
Per una famiglia media gli importi oscillano tra i 25–30 ed i 35–40 euro complessivi e da dividersi in 9 rate di uguale importo fino a dicembre 2016.
Per le categorie meno abbienti Asa ha previsto un fondo di 600mila euro (ampliabile fino a 800mila) da assegnare ai distretti sociali per il pagamento delle bollette.
Meravigliarsi non serve più, siamo dei conigli alla deriva, succubi di questo sistema che ci siamo creati ad arte, scappiamo finché siamo in tempo e lo dico a chi può ancora fare questo salto importante. Tornare in Italia solamente per le ferie come fanno i tedeschi, olandesi ecc.ecc. Lo so che è un pensiero che non tutti condividono ma quando la situazione ti sfugge di mano come questa dell’acqua è dura digerirla. Vi ringrazio e chiedo scusa per il mio sfogo.
L’ importo, almeno nel mio caso e non abitiamo in un castello insieme a mia moglie…, è molto più alto (119 euro). Francamente trovo esagerato ed incredibile questo risarcimento tanto retroattivo (6 anni !) in un momento così difficile per le famiglie. Non metto in dubbio la liceità dell’intervento ASA ma non per questo posso esimermi dall’affermare che c’è qualcosa di sbagliato in questa manovra.
Prima di pagare bisognerebbe conoscere la natura esatta degli interventi e se questi rientrano nella manutenzione ordinaria o straordinaria. Occorrerebbe anche conoscere il contratto che lega ASA al nosto Comune per sapere quanti e quali di questi interventi devono essere risarciti dai contribuenti.
Bolletta arrivata; credo che nel costo ci sia anche quella famosa somma che non so quantificare perchè la bolletta è condominiale. Io speriamo che me la cavi; il detto è cambiato dato che prima si tirava a campare ora non più.
All’ Autorità per il controllo idrico
Oggetto: Illegittimità Decreto dell’Autorità Idrica Toscana n. 40 del 30 del 30.06.2014 e sue applicazioni.
Nel chiedere un intervento urgentissimo dell’Autorità Nazionale si espone quanto segue:
Allegata alla Fattura n. 2014/0484345 del 17/09/2014 relativa ai consumi idrici della mia utenza, Borselli Roberto via della Magnolia n 11/A 52027 San Vincenzo Provincia di Livorno, ricevevo una lettera di spiegazioni, che allego in copia, dalla quale si evince che l’ASA s.p.a. Azienda consortile dei servizi idrici dei comuni della provincia di Livorno , comunica a tutti gli utenti che, visto il decreto sopra menzionato in oggetto, sono dovute somme supplementari. Per coprire presunte spese di investimento fatte dall’Azienda. Come si può benissimo notare l’unica ragione per cui l’utente deve pagare è il decreto dell’Autorità Idrica Toscana che di fatto copre: ”le ragioni regolamentari che hanno permesso che per ben sei anni l’ASA s.p.a., nei suoi bilanci si è scordata o non ha tenuto conto di circa 18,8 milioni di euro e così in completa disattenzione delle regole legali di bilancio una S.P.A. disattende volutamente alla trasparenza redazionale di bilancio e per ben sei anni non inscrive le spese di investimento. L’affermazione che per ragioni regolamentari non ci siano da nessuna parte questi costi di investimento lascia esterrefatti. Come può un’azienda delle dimensioni dell’A.S.A. spendere denaro e non riportare da quali voci è derivato e in quali voci è stato speso. Parliamo di 18,8 milioni di euro. Questo è strabiliante, ma ancor di più è il decreto dell’Autorità Idrica Toscana che avalla la richiesta a posteriori di fatturazioni di cui non c’è nessun presupposto giuridico e meno che mai legale. L’ASA s.p.a. è un’azienda e come tale ha obbligo di redigere un bilancio annuale dove qualsiasi movimento deve avere i presupposti nelle finalità legali dell’azienda. Le chiedo come mai l’ASA ha potuto non tenere conto di iscrivere nel bilancio spese così ingenti ed importanti e come mai solo dopo sei anni si accorge di aver speso. Ancora come mai l’Autorità Idrica Toscana non si è accorta che l’ASA spendeva senza copertura, ne possiamo accomunare la stessa leggerezza agli organi di controllo. Questo certamente è, in maniera non da esperto, quello che Le espongo ma vorrei anche capire se Il Consiglio di amministrazione dell’ASA e di conseguenza tutti i Soci, quindi parliamo di Enti pubblici, che concorrono all’esistenza di tale azienda, possono agire al di fuori del dettame costituzionale, là dove l’art. 23 della Costituzione Italiana recita: ”Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge”. Come anche per analogia giuridica l’art. 25: ”Nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto compiuto”. Oltretutto il rapporto tra l’utenza e l’azienda è, penso, regolato da un contratto. Un contratto le cui variazioni devono essere obbligatoriamente comunicate all’utenza nel momento in cui vengono in essere. Quindi si concretizzano con revisioni di costi relativi ai beni e servizi trasferiti. Non posso pensare che il Consiglio di amministrazione, dirigenti e sotto dirigenti abbiano per lunghi sei anni, per anni di bilancio redatto, lavorato all’insaputa dei massicci investimenti che l’azienda effettuava. Questo precedente si può ripetere e quindi qualsiasi azienda, dopo anni, fuori dal bilancio redatto, approvato, revisionato e archiviato anno dopo anno, può chiedere soldi, in virtù di REGOLAMENTO che prevede la non inscrizione delle spese e chiedere “altri cento milioni o più”? E se qualsiasi Azienda si accorge, alla stessa maniera, di aver speso, senza copertura, dopo anni, chiede rimborsi “dovuti” fuori dal contratto che all’epoca andava bene. L’utente ha ottemperato ad ogni obbligo di contratto , per cui questo è liberatorio in tutti i sensi nei riguardi dall’Azienda erogatrice del bene e del servizio. Le chiedo se tutto questo è legittimo, è legale o no, se possono essere ravvisati comportamenti di non correttezza ed infine se l’azienda, dati i presupposti possa chiedere soldi all’utenza, con una semplice dichiarazione di non iscrizione di 18,8 di euro nel bilancio. Le chiedo anche di comunicarmi “le ragioni regolamentari” per cui l’ASA può agire in materia di redazione di bilancio non tenendo conto delle spese di investimento.
CHIEDO : che all’utenza vengano chiarite le ragioni per cui l’ASA ha agito senza comunicare e rendere manifesta la sua azione di investimenti nel mentre spendeva soldi che a futura memoria sarebbero stati chiesti, ma in virtù di un Decreto posteriore di copertura, del 30.06.2014!!!,
CHIEDO: che vengano sottoposti a controllo dalle autorità competenti tutti i bilanci dell’ASA s.p.a. del periodo 2008/2013 e soprattutto in virtù di quali leggi dello Stato vengano richiesti rimborsi a posteriori. E parimenti se questa richiesta di ulteriori costi aggiuntivi, entrando nel merito della gestione aziendale, non sia una maniera per arginare una gestione incontrollata ed incontrollabile della stessa azienda.
Per quanto sopra esposto comunico all’Azienda A.S.A s.p.a. che il sottoscritto effettuerà il pagamento della fattura relativa al periodo 01/07/2014 al 30/09/2014, scorporando le voci che si riferiscono al periodi non in corso.
Certo di un Suo intervento urgente Le porgo distinti saluti.
In fede.
San Vincenzo, 10.10.2014
PS. La presente verrà inviata all’Autorità Giudiziaria , all’Autorità Nazionale, al Difensore Civico Regionale, alle Associazioni dei Consumatori affinché siano tutelati in tutte le sedi preposte i diritti legali .
Asa eroga il servizio sulla base di tariffe che sono fissate (con un sistema di calcolo stabilito per legge che è fondato sui costi) dall’autorità d’ambito composta dai comuni proprietari delle acque e partendo dai consumi previsti e previdibili. E’ talmente evidente che possono determinarsi scarti tra le previsioni di consumo, il consuntivo ed eventuali investimenti per i quali necessita conguaglio, che fin dalla legge Galli furono previste possibilità di recupero a posteriori da parte delle aziende, ma sempre in base alla decisione dell’autorità d’ambito. La stessa cosa avviene con la revisione periodica delle tariffe (che puo’ avvenire per varie ragioni ma sempre sotto il controllo di un’autority come quella per il gas e l’energia) per l’erogazione di servizi pubblici in altri settori. Dopo il recente referendum, per il sistema idrico integrato è stato modificato anche il sistema di calcolo e, successivamente, l’autorità d’ambito (quella della Regione Toscana si chiama AIT) ha disposto per Asa il recupero di cui si parla nell’articolo, con le forme e le modaltà stabilite dalla nuova normativa. Si può discutere di molte cose riguardo ad Asa: della congruità e della quantità d’informazioni che fornisce agli utenti, della collaborazione coi comuni e con le associazioni dei consumatori e, naturalmente, della qualità del servizio erogato, ma che vi sia alcunchè di illecito in quanto ha fatto e sta facendo col recupero delle somme di cui sopra è un’assoluta scempiaggine.
Sapevo di tutte le angherie che l’Asa sta facendo, ma non credevo che succedesse proprio a me!
Proprio in questi giorni mi son visto recapitare una bolletta dell’acqua con 1.725,48 euro da pagare
e tra le tante cavolate che c’è scritto c’è anche: RECUPERO ACQUEDOTTO ANNI 2008 2009 — 2010. Ho provato inutilmente a chiamare il Servizio clienti e reclami.
Di conseguenza non so proprio cosa fare!