L’audizione di Nardi chiara ma non tranquillizzante
PIOMBINO 31 maggio 2017 — A parte la ricostruzione della vicenda che ha portato a vendere la Lucchini a Cevital/Aferpi, sulla quale già il commissario straordinario ma meglio chiamarlo da ora in poi, come lui ha precisato dopo averlo scritto più volte, commissario liquidatore (la differenza non è da poco perché significa che le sue funzioni sono ormai di chi deve chiudere un fallimento), l’audizione di Piero Nardi da parte della commissione attività produttive della Camera dei deputati è servita almeno a chiarire un po’ di più lo stato della situazione attuale.
Anche se la situazione rimane più che precaria.
Sembra di capire che il Ministero dello sviluppo economico non vuole andare ad un contenzioso con monsieur Rebrab, forse anche in ragione di quelle che Piero Nardi ha individuato esplicitamente come inadempienze delle istituzioni nazionali e locali citando il prolungamento della s.s. 398, la realizzazione delle banchine portuali e il costo dell’energia. Rendendosi però conto della scarsa credibilità dell’interlocutore Aferpi e pensando ai posti di lavoro in bilico ed all’impossibilità di proseguire ope legis il mantenimento della produzione e dell’occupazione, così come stabilito (appunto ope legis) per i primi due anni e dunque fino al 30 giugno 2017, chiede ad Aferpi “il prolungamento pattizio – almeno biennale – di tutti gli obblighi (continuità aziendale, occupazionali e ambientali)” assunti nei confronti della Procedura (leggasi commissario straordinario, ndr) e delle pubbliche amministrazioni firmatarie dell’accordo di programma del 30 giugno 2015. Operazione difficile che, tra l’altro, non comporta l’automatico prolungamento dei contratti di solidarietà tant’è che Piero Nardi nel parlare degli ammortizzatori sociali cita i contratti di solidarietà “se ce la faremo” fino al giugno 2019 ed in caso contrario di cassa integrazione fino a dicembre 2017.
D’altra parte questo impegno affidato nelle mani dell’imprenditore che nei due anni passati non solo non ha mantenuto le clausole scritte e sottoscritte nel contratto di acquisto dello stabilimento e nell’accordo di programma ma ha dirittura portato all’attuale paralisi completa della produzione sarebbe ben rischioso. Ecco dunque la necessità di trovare in partner industriale siderurgico che, secondo Piero Nardi, dovrebbe avere addirittura la maggioranza delle azioni. Operazione molto difficile dopo che Aferpi ha perso completamente il mercato per i suoi prodotti ed addirittura i fornitori di quelli da lavorare.
Ma difficile anche per il mantenimento dell’occupazione e del tipo di ammortizzatori sociali da utilizzare. Ricordiamo ancora quel “se ce la faremo” a proposito dei contratti di solidarietà che già abbiamo citato.
Invece di un nuovo piano industriale il commissario liquidatore, insieme al Ministro, preferisce una tempistica di controllo della azioni portate avanti dal 30 giugno in poi, ma nel documento scritto consegnato alla commissione non può fare a meno di concludere citando proprio “la revisione del Piano” e affermando che “si prevede un rinvio (comunque entro metà giugno, ndr) per consentire la scelta di un partner industriale che potrà validare il piano industriale nei tempi indicati nei relativi punti di controllo”.
Aggiungiamo noi che non può non essere comunque rivisto, qualunque ipotesi si realizzi, anche gli accordi di programma, non solo quello del 2015 ma anche quello del 2014, data la loro estesa inattuazione. Cosa peraltro prevedibile. Sembra che l’abbiano capito anche le istituzioni pubbliche che si ritroveranno il 12 giugno presso il Ministero dello sviluppo economico per la riunione del comitato esecutivo dell’accordo di programma sottoscritto nel 2014 per verificare tutti gli impegni presi per l’area piombinese e per discutere dei tempi legati alla siderurgia.
È prioritario dare un po’ di tranquillitá ai lavoratori e alle loro famiglie, pertanto, nell’immediato, governo e sindacati devono attivarsi per mettere in sicurezza i lavoratori mediante la stipula di un accordo con Aferpi per la proroga dei benefici della legge Marzano per un ulteriore biennio (luglio 2017 — giugno 2019) e la conseguente sorveglianza da parte del governo, così da garantire la continuità produttiva e il mantenimento dell’occupazione con l’utilizzo dei contratti di solidarietà.
Prioritario dare tranquillità ai lavoratori??? Oh sì per i dipendenti Aferpi e tutti gli altri? Ah già loro sono figli di nessuno! Povera Piombino, cosa rimane della tua quasi secolare storia sindacale e politica? Cosa rimane della solidarietà che prima eri in grado di esprimere con forza e compattezza? Rimane il niente, il vuoto assoluto. È vero, siamo al si salvi chi può, ma per chi lavorava nell’indotto non è in grado nemmeno di pensare così perchè ha già perso tutto.