IL MESE È PASSATO. DALLA SAT NESSUN PROGETTO PER LA TIRRENICA

L’autostrada non si fa e la 398 è nel dimenticatoio

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PIOMBINO 18 novem­bre 2014 – Sui gior­nali a carat­teri cubitali per mesi e mesi per finire poi sot­to le cenere silen­ziosa di un fal­li­men­to. Sì per­ché l’au­tostra­da Tir­reni­ca, per chi l’ha volu­ta con deter­mi­nazione ed insis­ten­za oggi rap­p­re­sen­ta indub­bi­a­mente un flop. A metà otto­bre in una riu­nione romana, i cui esi­ti sono rimasti pres­soché sconosciu­ti per più di una set­ti­mana, la Sat fece sapere che non esiste­vano più le con­dizioni per insis­tere almeno nel trat­to tra Ceci­na e Gros­se­to sud. Al mas­si­mo si pote­va pen­sare a qual­cosa da Gros­se­to all’allacciamento con l’autostrada a Civ­i­tavec­chia. L’impegno fu di ripar­larmene dopo un mese durante il quale sarebbe sta­to mes­so a pun­to un prog­et­to in sos­ti­tuzione di quel­lo mai decol­la­to del­la Tir­reni­ca.
Anzi, apri­amo una par­ente­si per pun­tu­al­iz­zare, un prog­et­to con­cretiz­za­to solo in quei 3–4 chilometri a Rosig­nano per i quali si con­tin­ua a pagare il più assur­do dei pedag­gi.
Il mese entro cui l’opinione pub­bli­ca e anche le isti­tuzioni atten­da­vano chiari­men­ti è trascor­so sen­za che nul­la – che almeno si conosca per notizia sui media – sia sta­to prodot­to
Niente di niente se non una indi­ret­ta con­fer­ma: la Tir­reni­ca per come si è con­cepi­ta fino­ra non sarà di cer­to real­iz­za­ta. Super­a­ta dai tem­pi anche la sto­ria dei 270 mil­ioni che la Sat ha chiesto al gov­er­no all’inizio dell’anno come con­dizione per real­iz­zare le opere. E non solo per l’evidente diniego del­l’esec­u­ti­vo Ren­zi, sor­do di fronte alla sol­lecitazioni del­la Sat, ma anche per le con­dizioni ogget­tive che han­no trasfor­ma­to un busi­ness già poco busi­ness in un ris­chio ecces­si­vo. Potrebbe essere, per esem­pio, ques­ta la let­tura cir­ca il ridi­men­sion­a­men­to delle quote azionar­ie in Sat con la Soci­età autostrade che ha ridot­to i pro­pri impeg­ni, con il grup­po Cal­t­a­girone pron­to a mol­lare, con altri che nic­chi­ano e sono in ben altre fac­cende affac­cen­dati. Si aggiungano una dimin­uzione dei flus­si di traf­fi­co sull’attuale Vari­ante (qual­cuno li indi­ca nel 40 per cen­to), la dif­fi­coltà ad appli­care un pedag­gio su una nuo­va autostra­da pri­va di com­pla­nari per il traf­fi­co locale e anche l’evidente ostil­ità (coin­volge anche larghe fasce del par­ti­to di mag­gio­ran­za gov­er­na­ti­va e locale) che ha prodot­to di recente una man­i­fes­tazione di protes­ta a Capal­bio, orga­niz­za­ta dalle asso­ci­azioni ambi­en­tal­iste e dal­la rete dei Comi­tati da sem­pre con­trari alla Tir­reni­ca.
In una situ­azione del genere la doman­da scon­ta­ta riguar­da il futuro di una infra­strut­tura sul­la quale, negli anni, è cresci­u­ta una mon­tagna di inutili parole e di doc­u­men­ti inuti­liz­za­ti e dis­at­te­si.
Nel trat­to tra Rosig­nano e Gros­se­to sud, fat­ta eccezione per la nec­es­saria e aus­pi­ca­bil­mente rap­i­da abo­lizione del pedag­gio di 60 cen­tes­i­mi, poco o nul­la cam­bia. Anzi, alcu­ni sosten­gono che il dis­im­peg­no resti­tu­isce gius­tizia man­te­nen­do gra­tui­ta una stra­da asso­lu­ta­mente in gra­do di sop­portare gli attuali volu­mi di traf­fi­co in gran parte carat­ter­iz­za­to dai movi­men­ti quo­tid­i­ani dei pen­dolari che, sen­za com­pla­nari, dif­fi­cil­mente avreb­bero potu­to sop­portare il peso del pedag­gio di un’autostrada.
Caso mai ci sarà di risis­temare le car­reg­giate che, di fronte alla pre­vi­sione del­la trasfor­mazione, sono state pres­soché abban­do­nate ed oggi si trovano in uno sta­to di pes­si­ma manuten­zione.
Il prob­le­ma vero riguar­da il trat­to a sud di Gros­se­to fino a con­fi­ni con il Lazio. Un pro­nun­ci­a­men­to di Sat è indis­pens­abile non fos­se altro per­ché qual­si­asi soluzione sia indi­ca­ta sarà sem­pre meglio del silen­zio e del nul­la.
Gli ambi­en­tali han­no rib­a­di­to a Capal­bio la loro idea cir­ca la mes­sa in sicurez­za dell’Aurelia di fat­to cre­an­do una situ­azione sen­za soluzione di con­ti­nu­ità da Rosig­nano fino all’inizio laziale dell’A12, sec­on­do il prog­et­to Anas degli anni Duemi­la. Qual­cuno con­tin­ua a pen­sare all’autostrada con una soluzione a scac­chi, ovvero il pedag­gi­no da Rosig­nano a Ceci­na, la Vari­ante gra­tui­ta fino a Gros­se­to sud e di nuo­vo l’autostrada a paga­men­to fino a Civ­i­tavec­chia.
Per la Val di Cor­nia il vero prob­le­ma riguar­da la 398, ovvero la bretel­la tra la Vari­ante Aure­lia ed il por­to di Piom­bi­no.
Un paio di anni fa, con la deter­mi­nante azione del Comune di Piom­bi­no, questo col­lega­men­to venne lega­to all’autostrada nel­la con­vinzione che sarebbe sta­ta più facile e sol­lecita una real­iz­zazione.
Oggi non è pens­abile che la Sat, men­tre abban­dona il prog­et­to dell’autostrada nel trat­to livor­nese, voglia anco­ra impeg­nar­si nel­la costruzione del­la 398. Gli accor­di di pro­gram­ma del 2013 e 2014 in questo sen­so restano solo a dimostrare come la bretel­la sia indis­pens­abile per lo svilup­po del por­to ma appaiono poco utili per com­pletare l’infrastruttura.
Va da sé quin­di che esiste l’assoluta neces­sità di sgan­cia­re la stra­da dal­la Tir­reni­ca e di com­in­cia­re a cer­care stru­men­ti e nuovi modi per com­pletare la 398 da Mon­tege­moli fino alle ban­chine del­lo sca­lo marit­ti­mo. Un impeg­no asso­lu­to ed impel­lente per il quale però si notano poco entu­si­as­mo e meno volon­tà di agire.

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