Lavori socialmente utili per chi è in difficoltà

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CAMPIGLIA 13 dicem­bre 2015 — Sono pas­sati ormai sette anni dall’inizio del­la crisi eco­nom­i­ca più dev­as­tante che il nos­tro Paese abbia dovu­to subire dal dopoguer­ra. Sette anni in cui il PIL è crol­la­to di oltre il 30%, decine e decine, se non centi­na­ia di aziende vere, e non “fat­turifi­ci”, han­no chiu­so, una dopo l’altra, sca­te­nan­do un fenom­e­no ter­ri­bile. Il M5S Campiglia Marit­ti­ma è desideroso di pen­sare diver­sa­mente da quel­lo che è sta­to “l’im­print­ing” medio degli ulti­mi anni e di trovare un modo per con­tribuire alla col­let­tiv­ità e vista la situ­azione dram­mat­i­ca, la nos­tra pro­pos­ta è nec­es­sari­a­mente così dirompente in quan­to vogliamo ottenere un risul­ta­to imme­di­a­to. Trovare il modo di aiutare famiglie che non sono sem­plice­mente in dif­fi­coltà eco­nom­i­ca ma si vedono com­ple­ta­mente sole e abban­do­nate per­ché non più capaci di pagare le numerose tasse che ormai giun­gono ai nos­tri ind­i­rizzi: questo è il com­pi­to di ogni ammin­is­trazione comu­nale e di cer­to la nos­tra non deve far eccezione. Il fine è quel­lo di far sì che “nes­suno si sen­ta esclu­so”. Non solo per un equo sen­so di rec­i­proc­ità, per il quale chi riceve dovrebbe essere chiam­a­to a resti­tuire, ma soprat­tut­to per val­oriz­zare com­pe­ten­ze, energie e saperi di cui non pos­si­amo fare a meno. “Nes­suno si sen­ta esclu­so” non è solo uno slo­gan che si rifà alla sfera dei dirit­ti, ma anche dei doveri. Nes­suno si può sen­tire in dirit­to di asten­er­si dal dare il pro­prio con­trib­u­to. Chi vive la dif­fi­cile situ­azione di aver per­so il lavoro o di non rius­cire a provvedere alle esi­gen­ze fon­da­men­tali per sé e la pro­pria famiglia è gius­to che abbia un sosteg­no fat­ti­vo, ma altret­tan­to impor­tante è che questo qual­cuno sap­pia com­pren­dere che la comu­nità non intende fare a meno di lui. La pro­pos­ta che porter­e­mo in dis­cus­sione nel­la prossi­ma sedu­ta del con­siglio comu­nale rap­p­re­sen­ta una pic­co­la via di usci­ta tem­po­ranea, un pic­co­lo pol­mone per tentare di far intravedere una luce in fon­do al tun­nel tramite l’impiego di forze coop­er­an­ti: da un lato la Munic­i­pal­ità, quin­di il Comune, dall’altro il cittadino.Si trat­ta sostanzial­mente di imp­ie­gare il cit­tadi­no inquadra­to in speci­fiche con­dizioni (un uni­co com­pon­este a famiglia, dis­oc­cu­pa­to da almeno un anno, res­i­dente nel Comune da almeno 5 anni, in un’età com­pre­sa tra i 18 e 65 anni, con un ISEE infe­ri­ore ai 6500 euro) per un peri­o­do tem­po­ra­neo di 6 mesi in lavori di pub­bli­ca util­ità. Le prestazioni di pub­bli­ca util­ità con­sistono sostanzial­mente nel­la cus­to­dia di aree ver­di, gia­r­di­ni pub­bli­ci, impianti sportivi, cus­to­dia e pulizia di bag­ni mobili, pic­co­la manuten­zione di strut­ture pub­bliche, di aree ver­di e di edi­fi­ci pub­bli­ci (scuole, edilizia res­i­den­ziale pub­bli­ca comu­nale etc.). Invece di pagare una dit­ta, un’azienda o terzi per svol­gere un’attività (già pre­vista in bilan­cio, quin­di con cop­er­ture finanziarie già reperite) si imp­ie­ga un com­po­nente di un nucleo famil­iare che ver­sa in sta­to di effet­ti­va dif­fi­coltà eco­nom­i­ca, ten­tan­do quin­di di rag­gi­rare non solo il mero prob­le­ma finanziario, ma anche di rein­serir­lo nell’ambiente lavo­ra­ti­vo, ovvian­do anche a prob­le­mi di salute men­tale come sta­ti depres­sivi legati al sen­so di inutil­ità. L’Amministrazione Comu­nale, al fine di sostenere, con inter­ven­ti di inte­grazione al red­di­to, dis­oc­cu­pati che ver­sano in par­ti­co­lari con­dizioni di dis­a­gio eco­nom­i­co, purchè idonei allo svol­gi­men­to di un’attività lavo­ra­ti­va, deve atti­vare un prog­et­to final­iz­za­to alla pro­mozione e val­oriz­zazione del­la dig­nità del­la per­sona in dif­fi­coltà, favoren­done la sua inte­grazione sociale medi­ante un impeg­no a favore del­la col­let­tiv­ità. Da ques­ta nos­tra con­vinzione nasce l’idea per l’attivazione di pro­ces­si di cit­tad­i­nan­za atti­va e che il man­ten­er­si attivi e sper­i­men­ta­r­si in ambiti anche diver­si dal pro­prio ambito pro­fes­sion­ale por­ti con sé la scop­er­ta di capac­ità e com­pe­ten­ze nuove, miglio­ran­do il tenore di vita di tutte quelle famiglie che han­no serie dif­fi­coltà a sbar­care il lunario. Rite­ni­amo altresì che una giun­ta comu­nale vera­mente ricetti­va nei con­fron­ti delle tante famiglie in dif­fi­coltà, deb­ba dare dei seg­nali con­creti ver­so la risoluzione del prob­le­ma e non solo con belle parole.….

I con­siglieri por­tav­oce M5S Campiglia Marit­ti­ma
Daniele Fioret­ti
Chesi Cristi­na 

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