Le azioni di RIMateria contese tra Navarra e Jindal
PIOMBINO 15 novembre 2018 — “Inoltre, pare che emerga un possibile interessamento da parte di Jindal di entrare nell’ assetto societario di RIMateria. Un’ ipotesi che ricollocherebbe questa società nel solco di uno schema societario con una presenza diretta del soggetto produttore dei rifiuti siderurgici. Noi crediamo che tutto ciò meriti un serio approfondimento, anche rispetto al procedimento, che è in corso, di cessione delle quote. I risvolti giuridici e finanziari vanno affrontati con grande attenzione e prudenza, tuttavia riteniamo che sia una questione di interesse generale misurarsi apertamente e concretamente con un potenziale interesse su RIMateria da parte di Jindal”. Queste le parole conclusive di un recente documento della Federazione Val di Cornia Elba del Partito Democratico che scaturiva, evidentemente, dalla recente intervista di Fausto Azzi, amministratore delegato di Aferpi, pubblicata sul Tirreno, nella quale questi aveva manifestato “la possibilità di partecipazione in RIMateria, ma a tempo debito”.
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole?
La domanda è diventata ancor più attuale dopo che la commissione tecnica del Comune di Piombino ha espresso un parere negativo sulla possibilità di sottoporre a referendum proprio la vendita delle azioni di RIMateria da parte di Asiu.
Sì perché, se interpretiamo bene, quelle parole del PD sono un palese invito ai Comuni della Val di Cornia, proprietari di Asiu, a fermare il processo di vendita del secondo 30% delle azioni, dopo che il primo 30% è già stato venduto a Unirecuperi.
Delle due l’una.
O si vende quel secondo 30% ed allora sarà ben difficile mettere altre azioni possedute dai Comuni (40%) a disposizione di un altro privato, si chiami Aferpi o JSW, dato che in questo caso la famosa governance pubblica, in realtà già solo teorica e molto propagandistica, andrà a farsi benedire.
O si ferma la vendita del secondo 30% e si capisce bene se e come può entrare Aferpi o JSW.
Siccome pare di capire che al PD piaccia molto la presenza del produttore di acciaio e di rifiuti collegati (“ricollocherebbe questa società nel solco di uno schema societario con una presenza diretta del soggetto produttore dei rifiuti siderurgici” si riferisce alla società TAP da cui proviene RIMateria nella quale c’era Lucchini per una quota del 25%) emerge un problema: vanno avanti i Comuni nella vendita del secondo 30% o si fermano?
Seguono l’indicazione della Federazione Val di Cornia Elba del Partito Democratico o non la seguono?
Ed in particolare quali sono le intenzioni del Comune di Piombino che si appresta a portare in consiglio comunale (pare il 29 novembre) la decisione definitiva di rigetto del referendum? Ascolterà l’invito del PD o procederà nella vendita subito dopo la decisione formale del consiglio comunale o magari anche prima?
Sarebbe bene che i cittadini fossero informati e speriamo che quel qualcosa di nuovo non si riveli, come spesso è accaduto nel passato, qualcosa di antico.
Cioè una pura perdita di tempo o, peggio ancora, uno sfacciato ma non inconsueto gioco delle parti.
(Foto di Pino Bertelli)