Le bambine non vanno a scuola
SAN VINCENZO 26 gennaio 2015 — Si svolgerà giovedì 29 gennaio alle ore 21 al Teatro Verdi l’incontro, curato dalla giornalista Maria Antonietta Schiavina, con la giornalista e inviata Esteri di RaiNews 24 Lucia Goracci che presenterà al pubblico il documentario, da lei realizzato, dal titolo “Le bambine non vanno a scuola”.
Lucia Goracci nel corso degli anni ha viaggiato, come inviata, in Africa, Europa, Siria, Iraq, Afghanistan, Israele e territori palestinesi, America Latina, e nel resto del Medio Oriente, raccontandone i fatti salienti come il terremoto ad Haiti nel 2010 o le rivolte anti Gheddafi in Libia nel 2011. Ha ricevuto, inoltre, tra gli altri, i premi giornalistici Antonio Russo nel 2008, Ilaria Alpi nel 2011, Luigi Barzini nel 2012 e Maria Grazia Cutuli nel 2013.
L’incontro al Teatro Verdi si inserisce nelle iniziative che l’amministrazione comunale ha organizzato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne oltre all’approvazione in Consiglio Comunale, nel mese di novembre, di un ordine del giorno su questo tema.
Venerdì 30 gennaio alle ore 9.00 alla proiezione del documentario parteciperanno i ragazzi delle scuole.
Il documentario racconta la battaglia delle bambine e delle adolescenti pakistane che nelle aree tribali del paese vanno a scuola rischiando la vita, perché i talebani non ritengono l’istruzione un diritto delle donne e colpiscono le scuole femminili, chi ci va e chi ci insegna, con attentati.
“Il viaggio di cui racconto nel documentario, dice la Goracci, comincia nella Valle dello Swat, dove il 9 ottobre 2012 è stata resa in fin di vita Malala Yousafzai, Nobel per la Pace. Ma a Mingora vivono due ragazzine meno conosciute di lei, che vengono chiamate “le Malala dimenticate”.
Sono Kainat Riaz e Shazia Ramzan che erano sedute accanto a Malala e hanno riportato ferite nell’attentato. Vivono chiuse in casa, protette solo da un poliziotto di guardia. Vanno a scuola tutte le mattine su un rickshaw scortato da un poliziotto in motocicletta. Dopo aver atteso a lungo l’autorizzazione dell’esercito, che considera lo Swat zona di guerra, ad aprile sono andata a Mingora. Ho passato giorni con loro, con le loro famiglie. Sono straordinarie. Dopo lo Swat, dove ho visitato anche un centro di recupero per i bambini-soldato dei talebani, lo studio è, anche per loro, modalità di rinascita, sono andata a Peshawar, a raccontare la storia di Shahnaz Nazli, l’ultima maestra in ordine di tempo uccisa, in Pakistan, perché nelle aree tribali insegnava alla bambine; infine a Karachi, dove a fine marzo i talebani hanno fatto irruzione in una scuola per bambine con armi e granate, uccidendo il preside e una delle studentesse e ferendone altre. Il 9 aprile scorso le bambine e il nuovo preside, figlio di quello ucciso, hanno riaperto coraggiosamente la scuola, che ho visitato”.
UFFICIO STAMPA COMUNE DI SAN VINCENZO