Le cave ci sono state, ci sono e ce le terremo
PIOMBINO 3 settembre 2013 — La risposta di Benedettini a Maida Landi, consigliere provinciale del PdL, esprime benissimo la posizione del nostro Comune sulle cave: ci sono, ci sono sempre state e ce le terremo. Per sostenerlo scomoda anche gli etruschi, omettendo di dire però che le loro erano miniere e non cave.
Poco importa se, come ricorda lo stesso Benedettini, il piano urbanistico che lui stesso dovrebbe attuare ha previsto la chiusura della cava di Monte Calvi al 2018 e quella di Monte Valerio (SALES) al 2020. Poco importa se nelle nostre colline è stato realizzato un parco minerario d’interesse europeo (solo in parte valorizzato) che attrae migliaia di visitatori. Poco importa se i ripristini ambientali non sono avvenuti contestualmente alle escavazioni, come disposto dai piani di coltivazioni originariamente approvati dal Comune, lasciando per decenni giganteschi fronti di cava visibili da decine di chilometri. Poco importa se, per favorire il massimo sfruttamento della cava di Monte Calvi, sono state approvate varianti che hanno raddoppiato le escavazioni e accentuato le pendenze dei gradoni rendendo più difficile l’attecchimento della vegetazione. Poco importa se, anche per queste negligenze, oggi abbiamo gravi impatti ambientali che non favoriscono lo sviluppo del turismo e aumentano i rischi idrogeologici, in collina e in pianura.
Per rendere ancora più chiaro il proprio pensiero aggiunge che lui sta “dalla parte di chi intende salvaguardare il posto di lavoro finché non si trovano soluzioni alternative”. Peccato che Benedettini e la Giunta di cui fa parte non abbiano fino ad oggi fatto nulla di nulla per favorire le soluzioni alternative di cui parla, quelle necessarie a creare nuove attività e nuovi posti di lavoro. A pochi anni dalla scadenza delle concessioni non esiste nessuna ipotesi di riconversione delle cave e nessun progetto per il patrimonio culturale ancora da valorizzare. Non esiste neppure una seria valutazione del rapporto tra cave e fabbisogni effettivi del territorio (che probabilmente andranno garantiti nel tempo) a partire da quelli del calcare destinato all’industria siderurgica di Piombino. Oggi si scava per il mercato, senza vincoli di destinazione. Per Benedettini tutte le occasioni sono buone, compreso l’annunciato ampliamento del porto di Piombino. Poco importa se per contenere le escavazioni dalle colline e favorire il recupero dei rifiuti industriali è stato costruito con soldi pubblici l’impianto TAP che, a detta della società ASIU, è oggi in condizione di fornire i materiali necessari per le opere portuali.
La Giunta attende la scadenza delle concessioni per constatare che, non essendo stato fatto nulla, altro non resta che rinnovarle per molti anni ancora.
Anche noi vogliamo la difesa dei posti di lavoro, degli occupati nelle cave come di coloro che operano in altri settori della nostra economia, turismo compreso. La differenza sostanziale è che noi vorremmo un maggiore impegno dell’amministrazione per orientare il futuro coniugando lavoro, ambiente e interessi generali. Per Benedettini e la maggioranza a decidere il “destino” delle nostre colline saranno invece solo le imprese estrattive.
Comune dei Cittadini