Ma le cave ormai sono il passato

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PIOMBINO 17 feb­braio 2018 — Le recen­ti scelte delle ammin­is­trazioni comu­nali di Suvere­to, Campiglia e San Vin­cen­zo, che han­no det­to no all’inserimento di nuove cave nel piano regionale e all’ampliamento di quelle esisten­ti, pos­sono davvero aprire uno sce­nario nuo­vo nel­la polit­i­ca di tutela del’ambiente e del pae­sag­gio; come han­no effi­cace­mente sot­to­lin­eato il sin­da­co di Suvere­to ed una nota del Comi­ta­to per Campiglia, i tem­pi sono maturi per avviare con­crete politiche di con­ser­vazione pae­sag­gis­ti­ca e di recu­pero ambi­en­tale, che escano dall’ambiguità di posizioni che, per comod­ità o cin­is­mo elet­torale, han­no fan­no inten­dere che è pos­si­bile la coesisten­za di attiv­ità che sono invece in palese con­trasto. Nei decen­ni pas­sati, quan­do le sen­si­bil­ità ambi­en­tali non si era­no anco­ra svilup­pate e c’era la neces­sità di un svilup­po ad ogni cos­to, è sta­ta imposta­ta local­mente una econo­mia che ha las­ci­a­to, e con­tin­ua a las­cia­re , un’impronta sul sis­tema pae­sag­gis­ti­co ed ambi­en­tale. Tut­ti a parole sono per la dife­sa dell’ambiente, ma ser­vono i fat­ti. E le recen­ti delibere dei Comu­ni sono un fat­to che può rap­p­re­sentare una svol­ta. Il tur­is­mo, il sis­tema dei parchi (tra questi ricor­diamo i parchi di San Sil­ve­stro e di Mon­tioni, vici­ni ai siti indi­vid­uati), l’agricoltura di qual­ità, l’innovazione nei pro­ces­si e nei prodot­ti non pos­sono essere coer­en­ti con le attiv­ità estrat­tive che alter­a­no una risor­sa fon­da­men­tale come il pae­sag­gio.
Ecco per­ché il no dei Comu­ni all’apertura di nuove cave a Monte Calvi e sul Cor­nia oppure all’ampliamento di quel­la già enorme di Monte Vale­rio o alle pale eoliche sul crinale è una cosa sig­ni­fica­ti­va.
Men­tre in altri ambiti, come quel­lo del­la finan­za, l’affermazione di mod­el­li eti­ci fa fat­i­ca a trovare cred­i­bil­ità, è pro­prio sul ter­reno del­la tutela ambi­en­tale e pae­sag­gis­ti­ca che si può trovare la sin­te­si tra sal­va­guardia del ter­ri­to­rio, econo­mia e occu­pazione; insom­ma, dob­bi­amo innanz­i­tut­to fare la cosa gius­ta per tute­lare il pae­sag­gio e questo darà da lavo­rare in un mer­ca­to sen­si­bile a questi val­ori.
Il nos­tro ter­ri­to­rio ha dato già molto alle cave e alle miniere, ma le cave ormai sono il pas­sato. Il futuro sta nel­la rigen­er­azione e nel­la tutela delle risorse ambi­en­tali e del pat­ri­mo­nio ter­ri­to­ri­ale.

Alessan­dro Cameri­ni – Assem­blea Popo­lare Suvere­to

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