Le domande alle quali Jindal non ha risposto

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PIOMBINO 1 agos­to 2018 — Nel­la gior­na­ta di mart­edì 31 luglio il nuo­vo pro­pri­etario del­la fab­bri­ca siderur­gi­ca di Piom­bi­no, Saj­jan Jin­dal, ha dato il suo ener­gi­co con­trib­u­to alla con­tin­u­azione del­la nar­razione felice nel­la quale vivi­amo ormai da molti anni. Lo ha fat­to con una grande assemblea/kermesse al cin­e­ma teatro Met­ro­pol­i­tan, aper­ta solo ai lavo­ra­tori ex-Afer­pi, ex-Piom­bi­no Logis­tics, ex-GSI (con alcu­ni invi­tati di con­torno) nel­la quale si è pre­sen­ta­to ed ha pre­sen­ta­to con toni enfati­ci la sua soci­età. Gran mae­stro cer­i­moniere il dott. Faus­to Azzi, che ha garan­ti­to che ques­ta vol­ta si fa sul serio, non come con il Mago Merlino/Rebrab. Gli invi­tati, con una buona dose di piag­ge­ria (in francese: slin­guaccia­ta) si sono dichiarati entu­si­asti dell’uomo, del­la sua soci­età e dei suoi piani (?) per il futuro e han­no garan­ti­to la più totale e piena col­lab­o­razione. Cer­to, c’è da dire che ques­ta vol­ta ci tro­vi­amo di fronte ad un per­son­ag­gio di spes­sore decisa­mente supe­ri­ore ai suoi pre­de­ces­sori nel­la sto­ria dell’ultima crisi del­la siderur­gia a Piom­bi­no. Si trat­ta di un vero indus­tri­ale siderur­gi­co, con conoscen­za del set­tore, con spalle finanziarie solide, con strate­gie set­to­ri­ali cred­i­bili. Ma pur sem­pre di un padrone di una multi­nazionale, abit­u­a­to a pen­sare esclu­si­va­mente agli inter­es­si del­la sua soci­età, pron­to ad antepor­li a qual­si­asi altra con­sid­er­azione ed in ques­ta chi­ave ci par­rebbe gius­to che venis­sero poste alcune ques­tioni.
Anz­i­tut­to, l’annosa ques­tione del­la trasparen­za: quan­do sin­da­cati, lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni potran­no vedere un piano indus­tri­ale ben arti­co­la­to, con definizione di obi­et­tivi, crono­pro­gram­ma, cop­er­ture finanziarie, strate­gie com­mer­ciali?
Si è par­la­to di una fase uno di riavvio del­la lam­i­nazione ai tre treni: quali sono gli inter­ven­ti tec­ni­ci nec­es­sari per rimet­tere in fun­zione TVE e TMP fer­mi ora­mai da oltre un anno? Quan­do ver­ran­no fat­ti? Quale sarà l’organico nec­es­sario? Si pen­sa di appli­care una qualche for­ma di rotazione?
Per quan­to riguar­da la fase due, quel­la degli inves­ti­men­ti per colare acciaio: i 18 mesi di cui si par­la, ser­vono per le prog­et­tazioni o solo per la val­u­tazione di fat­tibil­ità? In questo sec­on­do caso, se la val­u­tazione sarà pos­i­ti­va, quali sono le pre­vi­sioni di quan­to tem­po servirà anco­ra per la prog­et­tazione e poi la costruzione? Quale pre­vi­sione viene fat­ta sug­li organi­ci nec­es­sari? E nel caso di val­u­tazione di fat­tibil­ità neg­a­ti­va, cosa pen­sa di fare la JSW?
A nos­tro avvi­so risposte chiare su queste ques­tioni sono indis­pens­abili per una val­u­tazione ser­e­na del futuro del­la siderur­gia a Piom­bi­no.

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

2 risposte a “Le domande alle quali Jindal non ha risposto”

  1. Henry Bessemer says:

    Se volete decidere tutte queste cose com­pratela voi l’ex luc­chi­ni

  2. Massimo says:

    Tut­to dipen­derà dai dazi europei, se l’ac­ciaio dovrà essere cola­to in Europa per non sot­tostare ai dazi, prob­a­bil­mente almeno un forno si farà. Se basterà la trasfor­mazione da semi­la­vo­ra­to a prodot­to fini­to, ahi­noi, il forno elet­tri­co sarà una utopia. Non ho poteri chiaroveg­gen­ti è solo log­i­ca, det­ta­ta anche dal­la prece­dente pro­pos­ta, sem­pre di Jin­dal, di acquis­to nel 2014 che riguar­da­va i soli treni di lam­i­nazione.

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