Le giornate sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
PIOMBINO 9 ottobre 2017 — Le giornate nazionali ed europee per la sicurezza sul lavoro sono diventati appuntamenti rituali utili alle statistiche, ma avulse dalle dinamiche reali del lavoro. Innalzamento dell’età lavorativa, aumento dei carichi di lavoro, codici disciplinari repressivi, lavoro sempre più precario, responsabilità civili, penali ed erariali pesano come macigni
Ma anche guardare ai dati, a una forza lavoro sempre più avanti con gli anni è utile per comprendere che la cancellazione della riforma Fornero e dei tetti imposti alla spesa di personale nella pubblica amministrazione sono due rivendicazioni utili e necessarie per ridurre lo stress e abbattere i rischi sul lavoro.
Nei settori privati l’aumento dell’orario di lavoro e i ritmi imposti anche attraverso i contratti nazionali degli ultimi anni, il lavoro nei giorni festivi, lo straordinario obbligatorio sanciscono il peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro.
Il 22 % dei lavoratori che hanno superato i 50 anni di età è certo che non sarà in grado di fare il loro lavoro attuale all’età di 60.
Il 26 % dei lavoratori è certo che il lavoro influisca negativamente sulla salute.
Il 45 % dei lavoratori e delle lavoratrici europei percepisce con sempre maggiore ansia la discriminazione per motivi legati alla età avanzata: il timore è di essere inseriti nelle liste degli esuberi per sopraggiunti motivi produttivi.
Solo il 35 % dei lavoratori che ha superato i 50 anni di età ha ricevuto una formazione a carico del datore di lavoro nel corso dell’anno passato (41% per la fascia di età 35–49): la dice lunga sulla assenza di percorsi formativi e di riqualificazione nei settori pubblici e privati.
Il 32 % degli stabilimenti non ha una procedura per sostenere il ritorno al lavoro.
In Italia si spende meno in formazione della media europea, i dati di assenza dal lavoro sono in linea con le percentuali comunitarie. Occorre ricordarlo a chi in questi anni ha sanzionato economicamente i primi giorni di malattia e ha condotto una battaglia mediatica contro i cosiddetti fannulloni.
In Italia si muore sul lavoro per incidenti, ci si infortuna, ci si ammala per patologie legate al lavoro più che in molti altri paesi del capitalismo avanzato.
Anche le misure per prevenire malattie e infortuni sono giudicate dagli esperti insufficienti e inadeguate: la legislazione spesso e volentieri non viene applicata dalle aziende per motivi di risparmio economico, ben sapendo che i controlli da parte degli organismi di vigilanza sono rarissimi e spesso “pilotati”, i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza più determinati vengono messi dalle aziende nella impossibilità di nuocere con ricatti più o meno velati, i lavoratori svolgono un lavoro sempre più precario e hanno così perso il potere di fare valere i loro diritti.
Le giornate ufficiali per la salute e la sicurezza dovrebbero partire da questi dati incontrovertibili, sostenere l’abbassamento dell’età lavorativa, la riduzione dei ritmi e dei carichi di lavoro, aumentare i controlli da parte degli organi di vigilanza e applicare seriamente le pene previste dalla normativa contro i datori che non rispettano salute e sicurezza. Il resto sono solo chiacchere
Marco Spezia,newsletter Know Your Rights
Federico Giusti, Sindacato generale di base