Le idee confuse del Pd su cave, riciclo e parchi
CAMPIGLIA 7 ottobre 2015 — La diatriba interna al PD locale, in merito al destino delle cave di Campiglia, sta diventando quantomeno surreale. Prova ne è che nei giorni passati alcuni esponenti locali hanno dato vita ad una dibattito a mezzo stampa, trasformando una discussione seria ed articolata in un semplice referendum pro o contro le cave. Innanzitutto stiamo parlando di un’azienda che nel bene o nel male dà lavoro ad oltre 200 persone, quindi è assolutamente impensabile non tenerne conto. Ma la nostra impressione è che la principale forza di governo del nostro territorio abbia totalmente dimenticato il significato del fare politica. Il compito di una forza politica è quello di indirizzare e programmare lo sviluppo del territorio, fare programmi di lungo termine e lavorare con le amministrazioni affinché si concretizzino. Con le dovute proporzioni, con la vicenda delle cave, il PD sta ripercorrendo gli errori fatti con l’industria siderurgica. Negli ultimi venti anni nessuno si è interrogato sulle prospettive della siderurgia e si è lasciato all’imprenditore di turno le sorti dell’occupazione di un’intera città. Oggi la discussione deve essere spostata dalle sorti di un singolo imprenditore verso le prospettive di sviluppo per il nostro territorio. Quindi occorre chiedersi se l’escavazione potrà o meno essere sostenibile nel lungo periodo e se valga la pena incentivare o spendere risorse verso tale attività, con congruo anticipo e prima che siano gli eventi o ancor peggio il mercato a porci il problema. Noi crediamo che la strada migliore da percorrere sia quella del riciclo degli scarti industriali o di materiali alternativi allo stabilizzato di cava, creando un modello virtuoso che preservi il paesaggio (altra risorsa vitale del territorio) e soprattutto che sia sostenibile per lungo periodo. Chiaramente questo processo non può prescindere da una graduale trasformazione che tenga necessariamente conto della tutela dei posti di lavoro. Inutile negare che tutto questo sarà possibile solo se chi governa avrà la volontà di supportare il processo con adeguate normative che disincentivino l’escavazione a favore dei materiali alternativi. Questo dovrebbe fare la politica, arte da troppo tempo dimenticata nel nostro paese. Purtroppo la principale forza di governo è troppo impegnata a risolvere conflitti interni che spesso scaturiscono in posizioni politiche tra loro antitetiche. Ancora stentiamo a capire quale sia l’opinione di indirizzo prevalente all’interno del Pd sulla Parchi e su Rimateria, tanto per citare alcune delle più importanti. Alla luce di tutto questo è doveroso chiedersi se il Pd sia oggettivamente in grado di programmare il nostro futuro.
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