SULLA DECISIONE DEL RIAVVIO DEI CONFERIMENTI DEI RIFIUTI A RIMATERIA

Le incoerenze regionali vengono pagate dalla città

· Inserito in Editoriale
Francesco Ferrari

PIOMBINO 21 feb­braio 2020 — Le ragioni che ave­vano por­ta­to la Regione a sospendere i con­fer­i­men­ti di rifiu­ti nel cono rovescio sem­bra­no svan­ite d’un trat­to. Eppure esistono sem­pre, purtrop­po, come i mias­mi e i rischi per la salute dei cit­ta­di­ni.
A novem­bre appren­dem­mo con sod­dis­fazione che la Regione ave­va final­mente (meglio tar­di che mai) deciso di imporre la mes­sa in sicurez­za del­la dis­car­i­ca pri­ma di con­sen­tire a RIMa­te­ria di rice­vere altri rifiu­ti; un prin­ci­pio che se fat­to rispettare negli anni pas­sati avrebbe imped­i­to all’impianto di ridur­si nelle con­dizioni in cui ver­sa adesso.
Ora, improvvisa­mente, è suf­fi­ciente un crono­pro­gram­ma per con­vin­cere la Regione a revo­care quel divi­eto.
Per man­tenere il bloc­co dei con­fer­i­men­ti, invece, non è bas­ta­ta la richi­es­ta di rin­vio a giudizio in un proces­so dove, tra le altre con­tes­tazioni, i mag­is­trati del­la Direzione dis­tret­tuale anti­mafia di Firen­ze ipo­tiz­zano che il sito piom­bi­nese sia sta­to coin­volto in un traf­fi­co illecito di rifiu­ti anche peri­colosi con annes­so smal­ti­men­to ille­gale. Non sono bas­tate le richi­este for­mali di questo Comune che chiede­va di man­tenere il provved­i­men­to di sospen­sione fino a con­clu­sione dei lavori di mes­sa in sicurez­za. Non è bas­ta­ta la lezione del pas­sato, quan­do ad una soci­età che nep­pure ver­sa­va la eco­tas­sa alla Regione si con­sen­ti­va di smaltire centi­na­ia di migli­a­ia di rifiu­ti spe­ciali.
Oggi ripartono i con­fer­i­men­ti, quin­di i soci pri­vati ricom­in­cer­an­no a far cas­sa e a un ter­ri­to­rio non rimar­rà che augu­rar­si che certe opere siano ese­gui­te.
Non è cer­to quel­lo che ci aspet­tava­mo e che la nos­tra cit­tà meri­ta.
In questi mesi abbi­amo avvi­a­to dei per­cor­si che adesso porter­e­mo avan­ti con ancor più vig­ore e pre­ci­sione: la com­mis­sione d’inchiesta sta lavo­ran­do per dare risposte su ciò che è suc­ces­so in pas­sato e gli uffi­ci stan­no provve­den­do agli adem­pi­men­ti per eseguire i caro­tag­gi che adesso sono più che mai impor­tan­ti. Abbi­amo manda­to una richi­es­ta uffi­ciale al Demanio per chiedere che non sia mod­i­fi­ca­ta la con­ces­sione in sca­den­za di cui è tito­lare RIMa­te­ria così che la tipolo­gia di rifiu­ti da con­ferire nell’area ex Luc­chi­ni riman­ga quel­la da pro­duzione indus­tri­ale.
È essen­ziale vig­i­lare: la ripresa dei con­fer­i­men­ti ci impone di chiedere all’azienda di ripren­dere gli incon­tri con la cit­tad­i­nan­za, aus­pi­can­do una mag­giore trasparen­za rispet­to al pas­sato. Chieder­e­mo, in qual­ità di soci Asiu, di vision­are gli atti soci­etari e di pot­er accedere peri­odica­mente all’impianto.
Con questo atto la Regione ha con­fer­ma­to il dis­in­ter­esse nei con­fron­ti del­la salute del nos­tro ter­ri­to­rio, del­la pos­si­bil­ità di una riqual­i­fi­cazione ambi­en­tale e di una rinasci­ta eco­nom­i­ca e sociale. Noi cer­ta­mente non ci arren­der­e­mo: Piom­bi­no meri­ta un futuro diver­so, migliore.

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