Le incognite della zona industriale di Colmata
PIOMBINO 15 marzo 2015 — Il Comune di Piombino tiene molto alla realizzazione della zona industriale di Colmata (Stile libero si è già occupato della cosa definendola “un insediamento di cui non si sente il bisogno” https://www.stileliberonews.org/area-produttiva-non-si-sente-bisogno/) tant’è che anche recentemente, ma non è la prima volta, ha comunicato che «.…Siamo a buon punto anche sulla progettazione delle infrastrutture dell’area produttiva di Colmata. Nella riunione della prossima settimana a Firenze definiremo con la Regione le modalità per la presentazione del progetto attuativo e del finanziamento delle relative opere, stimate in circa 7/8 milioni di euro.…Così riusciremo nel doppio risultato di velocizzare l’urbanizzazione e la infrastrutturazione di questi 29 ettari, per l’insediamento di nuove imprese, e abbattere in modo importante i costi per tale loro insediamento…». Sembrerebbe una normale operazione di predisposizione di un’area produttiva per la quale il Comune direttamente, dopo l’acquisizione del terreno e l’approvazione del piano urbanistico attuativo e del progetto di urbanizzazione, ricerca il finanziamento, urbanizza il terreno e poi, una volta realizzata l’urbanizzazione, con bandi pubblici offre i lotti a imprese che vogliono insediarvi delle attività.
Ma non è così.
Il 24 marzo 2014 è stata firmata dal Comune di Piombino una convenzione con la quale lo stesso Comune ha concesso alla Cooperativa sociale di tipo B (le cooperative sociali di tipo B possono svolgere attività diverse — agricole, industriali, commerciali o di servizi — finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate) “La Contadina” di Pisa l’attuazione e la gestione di una Apea (Area produttiva ecologicamente attrezzata) proprio nell’ambito produttivo di Colmata.
Ciò è avvenuto dopo che il Comune
1. ha preso atto della proposta avanzata all’amministrazione comunale il 14 agosto 2013 da parte della cooperativa “La Contadina Toscana”, volta a promuovere l’attuazione di una APEA (area produttiva ecologicamente attrezzata) così come definita dall’ordinamento regionale, per l’ambito produttivo di Colmata, candidandosi al contempo come futuro gestore unico della stessa per un periodo di 22 anni;
2. ha pubblicato il 28 novembre 2013 l’avviso di indagine di mercato finalizzata al ricevimento di proposte per la realizzazione di una APEA per l’ambito produttivo di Colmata”, fissando come data di scadenza il 13 gennaio 2014;
3. ha preso atto che non sono pervenute proposte né manifestazioni d’interessi da parte di altri operatori.
La convenzione firmata prevede una prima fase della durata di 18 mesi e dunque fino al settembre 2015 nella quale la cooperativa
1. predispone il piano attuativo;
2. verifica la fattibilità economico-finanziaria della proposta di attuazione di una APEA pubblica;
3. ricerca ed individua le risorse economiche e finanziarie per la realizzazione delle opere e definisce le modalità di applicazione della Tariffa onnicomprensiva risultante dal piano economico finanziario;
4. ricerca ed individua le imprese che aderiranno al piano insediativo predisposto e, in collaborazione con il Comune, si attiva per promuovere l’APEA presso le Associazioni di categoria e ogni altro soggetto potenzialmente interessato ad insediarvisi;
5. avvia corsi di formazione professionale per gli operatori da occupare in APEA e per i lavoratori da impiegare nelle nuove produzioni.
Qualora si concluda positivamente la prima fase si procederà alla definizione ed alla sottoscrizione di una ulteriore e più specifica convenzione al fine di disciplinare le successive fasi:
fase seconda, durata 36 mesi a partire dalla conclusione della prima fase; in questa fase il soggetto gestore, cioè la cooperativa La Contadina Toscana
1. progetta e gestisce la realizzazione dell’infrastrutturazione e dell’edificazione dell’insediamento produttivo e predispone i bandi per la selezione dei soggetti idonei alla esecuzione delle opere previste;
2. predispone, raccordandosi con il Comune, i bandi per l’ assegnazione delle aree e degli immobili alle imprese interessate ad insediarsi nell’APEA,
3. predispone gli atti di assegnazione e consegna il lotto e/o lo spazio produttivo alle aziende che hanno partecipato alla selezione;
fase terza, durata 22 anni dalla conclusione della seconda fase; in questa fase il soggetto gestore provvede alla gestione ordinaria dell’APEA.
Tutte le attività non comporteranno oneri a carico del Comune.
Già la tempistica e le dichiarazioni del Comune non sono proprio collimanti, ma ancor più interessante è vedere in che cosa consiste questa Apea.
Ci aiuta proprio la proposta presentata dalla cooperativa La Contadina Toscana (per leggere clicca qui) che prevede la completa realizzazione (compresa l’urbanizzazione primaria e secondaria) di un Polo per il recupero di Materia e Prodotti e/o un Polo tecnologico “Agro-Alimentare” l’insediamento di 40 aziende e le infrastrutture o dotazioni ambientali e i servizi per la gestione unitaria dell’area, per un investimento complessivo di 79.318.000 euro, ricavi e costi annui pari 7.176.000 euro con una tariffa onnicomprensiva a carico delle aziende insediate pari 88 € al mq all’anno. La Contadina Toscana è il gestore unico e per questo prevede almeno 10 figure di alto livello: 1 direttore, 4 impiegati di segreteria, 1 energy manager, 1 water manager, 1 waste manager, 1 mobility manager, 1 security manager.
Il finanziamento naturalmente non esiste tant’è che il soggetto gestore, cioè la cooperativa La Contadina Toscana, afferma: «Il soggetto gestore, al fine di permettere a chiunque di poter avviare l’attività senza dover impiegare denaro in spese per immobilizzazioni (acquisto del terreno, acquisto e/o ristrutturazione immobile, canone di affitto del capannone, uffici, ecc.), stabilirà una serie di partnership con gli enti (Comune, Regione), le loro società partecipate locali (ASIU, TAP, Società Parchi VdC) e gli investitori privati, utilizzando l’approccio del Project Financing e del Finanziamento Strutturato su modello delle ESCO».
In realtà la prima fase che prevede la verifica di fattibilità che include la selezione delle aziende che rispetteranno il piano insediativo predisposto, la redazione del Piano Attuativo Urbanistico, un accurato piano economico-finanziario e una fase formativa non è ancora conclusa per cui potrebbe anche succedere che venga constatata la non fattibilità e che dunque cessi anche l’incarico attribuito dal Comune al soggetto gestore, cioè alla cooperativa La Contadina Toscana.
La Contadina Toscana, cioè un cooperativa sociale di tipo B nata il 16 ottobre 2012 , impresa INATTIVA, che ha chiuso il bilancio 2012 con un passivo di 1.682 euro e il bilancio 2013 con un passivo di 920 euro coperti con un intervento da parte dei soci.
I dubbi si sommano l’uno all’altro e riguardano il fatto che in mancanza di ogni progettazione e dello stesso studio di fattibilità il Comune si lancia a richiedere un grosso finanziamento pubblico, ma anche la solidità finanziaria del soggetto gestore, le garanzie finanziarie che non sono state richieste, le precedenti esperienze inesistenti. E solo questo è più che sufficiente.
Il modello Piombino comincia a dare i suoi frutti. Coloro che oggi hanno un età tra i 20 e 50 anni dovrebbero tirar fuori idee per gestire tutto quanto arriverà nella nostra zona. Cevital con l’acciaio, il vetro,l’agroalimentare, l’hotel Centrale. Poiché l’algerino non è molto sveglio acquisterà anche la Tap. L’Enel chiude ma diventerà un polo d’attrazione. Qui da noi con ritardo di 50 anni il comando rosso ha preso il via. Auguro ai nostri giovani un futuro lontano dalle mentalità di questi governanti(?) o meglio gestori del non fare. Un giorno avremmo bisogno di gente con idee ottuse ma con visione del futuro molto diverso. Scusate non avevo inserito le crociere.