Le mille e una notte? Che sarà mai!?
PIOMBINO 19 maggio 2018 — Due politiche strettamente intrecciate primeggiano nel panorama politico della Val di Cornia. Si tratta della politica del “che sarà mai” tenacemente attuata dalla Regione Toscana nella persona del suo presidente Enrico Rossi, e la politica de “le mille e una notte” altrettanto tenacemente sostenuta dalla Confindustria Livorno Massa Carrara nella persona del suo direttore Umberto Paoletti.
Il primo, commentando sul Tirreno l’acquisizione di Aferpi da parte di Jindal, dà per scontato che “se non avessimo ora un porto con fondali a meno venti, non ci sarebbe stato l’interesse di un gruppo siderurgico così importante”.
Il secondo nel corso di una riunione del gruppo di lavoro della stessa Confindustria dedicato alla portualità e alla logistica organizzato per un aggiornamento sullo stato di attuazione del layout del porto di Piombino si è spinto anche oltre: “Il porto di Piombino è diventato un grande porto, con fondali fino a 20 metri — che nessuno dei porti tirrenici da Civitavecchia in su dispone — con piazzali, attracchi e prospettive in insediamenti da far invidia”. Naturalmente ammette poi che mancano le infrastrutture di collegamento sottolineando infine che restano strategici gli obiettivi dell’ insediamento del polo di demolizione navi.
Quel polo su cui il presidente Rossi, incalzato dal giornalista del Tirreno che gli fa presente che non si farà più, così si esprime: “Mah, so che ci sono delle difficoltà, ma se arriva Fincantieri sarà anche meglio di un polo di rottamazione”.
Tutto bene, tutto realizzato e poi se qualcosa verrà almeno ci sarà qualcos’altro. In realtà è lo stesso presidente della Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale, Stefano Corsini, che ci dice qual’è il punto dei lavori sul porto di Piombino e quali sono le disponibilità di moli, banchine ed attracchi. Basta ascoltare e vedere le sue dichiarazioni ufficiali pubblicate sette mesi fa nella galleria web tv della stessa Autorità:
Da allora sono stati pubblicati gli appalti (le procedure sono tuttora in corso) per le aree già a suo tempo assegnate a Nuovo Pignone e PIM (la società nata per la demolizione navi ormai definitivamente abbandonata), per il raccordo e prolungamento del Molo Batteria e per lo svincolo di accesso al porto e rimane molto molto da fare. Quanto e cosa lo dice lo stesso presidente, a partire dal riempimento delle vasche di colmata.
Ci fermiamo qui: è solo un richiamo a praticare prudenza e temperanza, virtù cardinali tanto richieste quanto neglette da chi esercita funzioni pubbliche.