Le nostre preoccupazioni erano fondate

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 18 luglio 2016 — Ci ricor­diamo che nel Con­siglio comu­nale del 16 dicem­bre 2015 si dis­cusse una mozione sulle acciaierie e noi esprimem­mo pre­oc­cu­pazioni, cir­ca la con­cretiz­zazione del prog­et­to di Afer­pi, che purtrop­po si sono dimostrate fon­date. Dopo il Sin­da­co Giu­liani inter­venne per fare gli auguri e ritornò sull’argomento accu­san­do­ci, non solo di essere pop­ulisti, oppor­tunisti e indi­vid­u­al­isti, ma perfi­no per­sone povere e mis­ere da un pun­to di vista morale.
Aggiunse inoltre che “…Quan­do però si arriverà in fon­do e ci sarà il lavoro nes­suno potrà salire sopra ques­ta cosa qua, eh, nes­suno potrà salire sopra ques­ta cosa qua…”.
La doman­da sorge spon­tanea sign­or Sin­da­co: ci sarà anco­ra lavoro in ques­ta cit­tà?
Per­ché, a parte le offese, che non fan­no cer­to onore a chi le ha pro­nun­ci­ate, di fat­ti non se ne vedono.
Sono più di due anni che si sono fer­mati l’altoforno e l’acciaieria e non si è mosso niente. Non solo non sono par­tite le boni­fiche, ma neanche ci sono prog­et­ti chiari e approvati di come e in quali tem­pi si devono real­iz­zare.
Alcu­ni prog­et­ti risul­tano assur­di e puni­tivi per la cit­tà: uno su tut­ti, il nuo­vo per­cor­so del­la 398, per non par­lare dell’inizio dei lavori del trat­to del­la 398 che dovrebbe par­tire da Mon­tege­moli, per­ché non se ne ha notizia.
Era­no sta­ti promes­si due forni elet­tri­ci e ora Afer­pi dice che se ne farà uno (forse).
Era sta­to promes­so un impianto di pro­duzione agroal­i­menta­re, ma allo sta­to dei fat­ti non si ha una notizia incor­ag­giante sul­la reale volon­tà di costru­ir­lo e far­lo fun­zionare.
Soprat­tut­to, dalle ultime infor­mazioni sem­bra che presto ci saran­no 5/600 esuberi fra i 2.183 lavo­ra­tori del­la Luc­chi­ni che Cevi­tal si era impeg­na­ta a far lavo­rare.
Allo­ra ci chiedi­amo: per­ché i lavo­ra­tori sono sta­ti accom­pa­g­nati a sot­to­scri­vere un accor­do cape­stro, che li lega mani e pie­di, facen­do loro rin­un­cia­re a dirit­ti pas­sati e futuri (questi ulti­mi irri­n­un­cia­bili per legge), con la scusa che quel­lo ero l’unico modo per garan­tire a tut­ti il pos­to di lavoro?
Ci ricor­diamo anche che era il 1° mag­gio 2014, quan­do il Pres­i­dente del­la Regione Toscana Enri­co Rossi, dal pal­co di piaz­za Ver­di, dice­va che se non fos­se ripar­ti­ta la siderur­gia a Piom­bi­no, si sarebbe dimes­so.
Ma loro sono anco­ra lì: Ren­zi, Rossi, Velo e Ansel­mi si riem­pi­ono la boc­ca di agget­tivi e offese poco appro­priati per chi ha cariche rap­p­re­sen­ta­tive (gufi, cas­san­dre etc.), ma di futuro per Piom­bi­no non se ne vede.
Adesso, a parte ammet­tere che ave­va­mo ragione e che le nos­tre pre­oc­cu­pazioni era­no fon­date, sarebbe l’ora che il gov­er­no, attra­ver­so il min­istro e il com­mis­sario Nar­di (per quan­to di sua com­pe­ten­za) e la Regione ver­i­fi­cas­sero la cor­ret­tez­za dell’operato di Cevi­tal rispet­to agli accor­di pre­si e pro­gram­massero un serio inter­ven­to per rigener­are l’economia di ques­ta cit­tà; e questo a par­tire dal prossi­mo incon­tro del 28 luglio al min­is­tero.
La democrazia e la trasparen­za impon­gono inoltre che, entro la fine di agos­to, si ten­ga un con­siglio comu­nale aper­to alla cit­tad­i­nan­za, in luo­go pub­bli­co adegua­to a con­sen­tire la parte­ci­pazione di tut­ti i cit­ta­di­ni che lo volessero, per dis­cutere pub­bli­ca­mente del des­ti­no del­la nos­tra cit­tà.

Cir­co­lo “Vit­to­rio Coralli­ni”
Par­ti­to Rifon­dazione Comu­nista Piom­bi­no”

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